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Guida alle misure di protezione antincendio
FOCUS
Guida alle misure di protezione antincendio
Una panoramica sulle strategie antincendio attive e passive per ridurre i danni conseguenti al verificarsi di un incendio
31/05/2024 - La protezione antincendio consiste nell’insieme delle misure finalizzate alla riduzione dei danni conseguenti al verificarsi di un incendio.
Il Codice di Prevenzione Incendi, il DM 3 agosto 2015 e successive integrazioni, prevede due tipologie di misure antincendio:
La protezione passiva e quella attiva non dovrebbero essere considerate antagoniste poiché entrambe contribuiscono a garantire la sicurezza antincendio dell'ambiente e delle persone che vi risiedono. Andrebbero quindi utilizzate in modo simultaneo.
Sono misure di protezione antincendio attive:
Sono misure di protezione antincendio passive:
Tra i presidi adottati per la strategia di controllo dell’incendio troviamo gli estintori e diverse tipologie di impianto come le reti drenanti esterne ed interne, gli impianti manuali o automatici di inibizione controllo o di estinzione, ad acqua e ad altri agenti estinguenti.
Gli estintori possono essere portatili o carrellati e ad acqua (ormai in disuso), a schiuma, ad idrocarburi alogenati, a polvere e ad anidride carbonica. Gli impianti di spegnimento automatici vengono classificati in base alle sostanze utilizzate per l’azione estinguente. Si avranno, pertanto, gli impianti ad acqua SPRINKLER, gli impianti a schiuma, ad anidride carbonica, ad halon e a polvere.
Gli impianti IRAI devono essere progettati secondo la norma UNI 9795.
Gli impianti IRAI devono attivarsi con un tempo inferiore al tempo di prima propagazione, ovvero intervenire prima del verificarsi del flash over (incendio a pieno sviluppo). In questo modo consentono di avviare un tempestivo sfollamento delle persone e di attivare sistemi di protezione contro l’incendio.
I rilevatori d’incendio si classificano in base al fenomeno rilevato, quindi avremo rilevatori di calore, di fumo, di gas o di fiamme, oppure in base al metodo di rilevazione, quindi statici (l’allarme si attiva al superamento di un valore di soglia), differenziali (dato un incremento l’allarme si attiva) e velocimetrici (si attivano in base alla velocità di incremento).
I sistemi di controllo fumo e calore si basano sullo sfruttamento del movimento verso l’alto delle masse di calore generate dall’incendio, che attraverso la realizzazione di:
vengono evacuate verso l’esterno. Questo consente di agevolare lo sfollamento delle persone e l’azione dei soccorritori, ritardare o evitare il flash over e ridurre i danni provocati dai gas di combustione.
La reazione al fuoco assume particolare rilevanza nelle costruzioni, per la caratterizzazione dei materiali di finitura e rivestimento, delle pennellature, dei controsoffitti, delle decorazioni e simili, e si estende a tutto l’arredamento.
Le principali classificazioni utilizzate sono quelle europee (classi di reazione al fuoco secondo la norma EN 13501-1) che identificano i materiali in base al loro comportamento con le seguenti lettere e numeri:
In altre parole, la resistenza al fuoco è una caratteristica fondamentale degli elementi costruttivi di un edificio, indica la capacità di questi elementi di mantenere la loro funzione strutturale e limitare la propagazione del fuoco per un determinato periodo di tempo durante un incendio.
La resistenza al fuoco degli elementi costruttivi è espressa in termini di tempo (in minuti) durante il quale l'elemento mantiene le sue caratteristiche fondamentali sotto l'azione del fuoco.
Questi tempi sono generalmente indicati con sigle come REI, dove:
La finalità della compartimentazione è di limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti:
La compartimentazione è realizzata mediante compartimenti antincendio (aree delimitate da elementi costruttivi come pareti, solai, porte, ecc. aventi una specifica resistenza al fuoco), ubicati all’interno della stessa opera da costruzione oppure attraverso interposizione di distanze di separazione, tra opere da costruzione o altri bersagli combustibili.
Per questo motivo l’esodo è un concetto cruciale nella prevenzione incendi.
La finalità del sistema d’esodo e delle vie di fuga è di assicurare che gli occupanti di un edificio possano raggiungere un luogo sicuro o permanere al sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano.
Le vie di fuga devono essere progettate in modo da assicurare le migliori condizioni di sicurezza in caso d’incendio o di qualsiasi altra situazione di pericolo reale o presunto. In particolare per le vie di fuga si dovrà progettare accuratamente:
Prevenzione, protezione, preparazione, intervento e recupero sono i principi della GSA che si traducono in un insieme di attività e procedure pianificate volte a garantire la sicurezza delle persone e delle strutture in caso di incendio, come:
Il Codice di Prevenzione Incendi, il DM 3 agosto 2015 e successive integrazioni, prevede due tipologie di misure antincendio:
- Protezione attiva antincendio.
- Protezione passiva antincendio.
La protezione passiva e quella attiva non dovrebbero essere considerate antagoniste poiché entrambe contribuiscono a garantire la sicurezza antincendio dell'ambiente e delle persone che vi risiedono. Andrebbero quindi utilizzate in modo simultaneo.
Protezione attiva antincendio
Nella protezione attiva antincendio è necessario l’intervento di uno o più operatori o l’azionamento di un impianto. Essa ha l'obiettivo di rilevare in anticipo un incendio, segnalarlo prontamente e innescare tutte le azioni necessarie al suo spegnimento.Sono misure di protezione antincendio attive:
- Il controllo dell'incendio.
- La rilevazione e l’allarme.
- Il controllo fumo e calore.
Protezione passiva antincendio
Nella protezione passiva antincendio non è necessario l’intervento umano o l’azionamento di un impianto. Le misure passive agiscono in modo automatico per ridurre i rischi di un incendio, limitandone effetti e danni.Sono misure di protezione antincendio passive:
- La reazione al fuoco.
- La resistenza al fuoco.
- La compartimentazione.
- L’esodo e le vie di fuga.
- La gestione della sicurezza antincendio.
Protezione attiva antincendio: il controllo dell’incendio
Secondo la definizione data dal Codice Prevenzione Incendi, tale misura ha come scopo l’individuazione dei presidi antincendio da installare per:- la protezione nei confronti di un principio di incendio;
- la protezione manuale o automatica, finalizzata all’inibizione o al controllo dell’incendio;
- la protezione mediante completa estinzione di un incendio.
Tra i presidi adottati per la strategia di controllo dell’incendio troviamo gli estintori e diverse tipologie di impianto come le reti drenanti esterne ed interne, gli impianti manuali o automatici di inibizione controllo o di estinzione, ad acqua e ad altri agenti estinguenti.
Gli estintori possono essere portatili o carrellati e ad acqua (ormai in disuso), a schiuma, ad idrocarburi alogenati, a polvere e ad anidride carbonica. Gli impianti di spegnimento automatici vengono classificati in base alle sostanze utilizzate per l’azione estinguente. Si avranno, pertanto, gli impianti ad acqua SPRINKLER, gli impianti a schiuma, ad anidride carbonica, ad halon e a polvere.
Protezione attiva antincendio: rilevazione ed allarme
Gli impianti di rilevazione incendio e segnalazione allarme incendi (IRAI) sono realizzati con l’obiettivo di sorvegliare gli ambiti di una attività, rilevare precocemente un incendio e diffondere l’allarme al fine di:- attivare le misure protettive (es. impianti automatici di inibizione, controllo o estinzione, ripristino della compartimentazione, evacuazione di fumi e calore, controllo o arresto di impianti tecnologici di servizio e di processo, ecc.);
- attivare le misure gestionali (es. piano e procedure di emergenza e di esodo) progettate e programmate in relazione all’incendio rilevato ed all’ambito ove tale principio di incendio si è sviluppato rispetto all’intera attività sorvegliata.
Gli impianti IRAI devono essere progettati secondo la norma UNI 9795.
Gli impianti IRAI devono attivarsi con un tempo inferiore al tempo di prima propagazione, ovvero intervenire prima del verificarsi del flash over (incendio a pieno sviluppo). In questo modo consentono di avviare un tempestivo sfollamento delle persone e di attivare sistemi di protezione contro l’incendio.
I rilevatori d’incendio si classificano in base al fenomeno rilevato, quindi avremo rilevatori di calore, di fumo, di gas o di fiamme, oppure in base al metodo di rilevazione, quindi statici (l’allarme si attiva al superamento di un valore di soglia), differenziali (dato un incremento l’allarme si attiva) e velocimetrici (si attivano in base alla velocità di incremento).
Protezione attiva antincendio: controllo fumo e calore
Secondo la definizione del Codice Incendi tale misura ha come scopo l’individuazione dei presidi antincendio da installare nell’attività per consentire il controllo, l’evacuazione o lo smaltimento dei prodotti della combustione in caso di incendio.I sistemi di controllo fumo e calore si basano sullo sfruttamento del movimento verso l’alto delle masse di calore generate dall’incendio, che attraverso la realizzazione di:
- aperture di smaltimento di fumo e calore d’emergenza;
- sistemi di ventilazione orizzontale forzata del fumo e del calore (SVOF);
- sistemi per l’evacuazione di fumo e calore (EFC);
vengono evacuate verso l’esterno. Questo consente di agevolare lo sfollamento delle persone e l’azione dei soccorritori, ritardare o evitare il flash over e ridurre i danni provocati dai gas di combustione.
Protezione passiva antincendio: la reazione al fuoco
La reazione al fuoco si riferisce al comportamento di un materiale quando è sottoposto all'azione del fuoco nelle effettive condizioni d’uso finali, con particolare riguardo al grado di partecipazione all’incendio che essi manifestano in condizioni standardizzate di prova.La reazione al fuoco assume particolare rilevanza nelle costruzioni, per la caratterizzazione dei materiali di finitura e rivestimento, delle pennellature, dei controsoffitti, delle decorazioni e simili, e si estende a tutto l’arredamento.
Le principali classificazioni utilizzate sono quelle europee (classi di reazione al fuoco secondo la norma EN 13501-1) che identificano i materiali in base al loro comportamento con le seguenti lettere e numeri:
- A1, A2: materiali non combustibili, con A1 che rappresenta il livello più alto di resistenza al fuoco.
- B, C, D, E, F: materiali combustibili con diverse gradazioni di prestazioni in caso di incendio. B rappresenta i materiali con prestazioni migliori e F quelli con prestazioni peggiori.
Protezione passiva antincendio: la resistenza al fuoco
Secondo la definizione del Codice di Prevenzione Incendi la finalità della resistenza al fuoco è quella di garantire la capacità portante delle strutture in condizioni di incendio nonché la capacità di compartimentazione, per un tempo minimo necessario al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza di prevenzione incendi.In altre parole, la resistenza al fuoco è una caratteristica fondamentale degli elementi costruttivi di un edificio, indica la capacità di questi elementi di mantenere la loro funzione strutturale e limitare la propagazione del fuoco per un determinato periodo di tempo durante un incendio.
La resistenza al fuoco degli elementi costruttivi è espressa in termini di tempo (in minuti) durante il quale l'elemento mantiene le sue caratteristiche fondamentali sotto l'azione del fuoco.
Questi tempi sono generalmente indicati con sigle come REI, dove:
- R (Resistenza): capacità portante, ovvero l'elemento deve mantenere la sua stabilità strutturale.
- E (Ermeticità): tenuta ai fumi e ai gas, ovvero l'elemento deve impedire il passaggio di fumo e gas di combustione.
- I (Isolamento termico): capacità di isolare termicamente, ovvero l'elemento deve limitare l'aumento di temperatura sul lato non esposto al fuoco.
Protezione passiva antincendio: la compartimentazione
La finalità della compartimentazione è di limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti:- verso altre attività, afferenti ad altro responsabile dell’attività o di diversa tipologia;
- all’interno della stessa attività.
La compartimentazione è realizzata mediante compartimenti antincendio (aree delimitate da elementi costruttivi come pareti, solai, porte, ecc. aventi una specifica resistenza al fuoco), ubicati all’interno della stessa opera da costruzione oppure attraverso interposizione di distanze di separazione, tra opere da costruzione o altri bersagli combustibili.
Protezione passiva antincendio: esodo e vie di fuga
Nonostante l’adozione di tutte le misure per prevenire l’insorgere di un incendio e la dotazione di tutti gli strumenti per contrastarlo, non si può escludere con certezza la possibilità che l’incendio possa comunque estendersi e produrre calore e fumi pericolosi per la vita umana.Per questo motivo l’esodo è un concetto cruciale nella prevenzione incendi.
La finalità del sistema d’esodo e delle vie di fuga è di assicurare che gli occupanti di un edificio possano raggiungere un luogo sicuro o permanere al sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano.
Le vie di fuga devono essere progettate in modo da assicurare le migliori condizioni di sicurezza in caso d’incendio o di qualsiasi altra situazione di pericolo reale o presunto. In particolare per le vie di fuga si dovrà progettare accuratamente:
- il dimensionamento e la geometria;
- i sistemi di protezione attiva e passiva;
- i sistemi di identificazione continua (segnaletica e illuminazione ordinaria e di sicurezza).
Protezione passiva antincendio: gestione della sicurezza antincendio
La gestione della sicurezza antincendio (GSA) rappresenta la misura antincendio organizzativa e gestionale dell’attività atta a garantirne, nel tempo, un adeguato livello di sicurezza in caso di incendio.Prevenzione, protezione, preparazione, intervento e recupero sono i principi della GSA che si traducono in un insieme di attività e procedure pianificate volte a garantire la sicurezza delle persone e delle strutture in caso di incendio, come:
- Piano di Emergenza e di Evacuazione: documento che descrive le azioni da intraprendere in caso di emergenza, comprese le procedure di evacuazione e i punti di raccolta.
- Formazione del Personale: corsi di formazione e aggiornamento per il personale, per assicurare che siano consapevoli dei rischi e delle procedure di emergenza.
- Manutenzione degli Impianti: controlli periodici e manutenzione dei sistemi di rilevazione, allarme e spegnimento degli incendi.
- Simulazioni ed Esercitazioni: prove pratiche di evacuazione e simulazioni di emergenza per testare l'efficacia del piano di emergenza e migliorare la risposta operativa.