Add Impression
Network
Pubblica i tuoi prodotti
Rifiuti da costruzione e demolizione, pronte le nuove regole

Rifiuti da costruzione e demolizione, pronte le nuove regole

Dal Ministero dell’Ambiente il decreto sul riutilizzo degli inerti come aggregato recuperato

Vedi Aggiornamento del 18/02/2025
Nuovo decreto per il riutilizzo dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione - Foto: rarrarorro 123rf.com
Nuovo decreto per il riutilizzo dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione - Foto: rarrarorro 123rf.com
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 18/02/2025
01/07/2024 - Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha firmato il nuovo Decreto Inerti che disciplina il riutilizzo dei rifiuti provenienti da costruzione e demolizione al fine di reimmetterli sul mercato. Lo ha annunciato la viceministra Vannia Gava.
 
La nuova normativa, particolarmente attesa dal settore, mira a superare le criticità emerse con il precedente Decreto Inerti o End of Waste DM 152/2022 e lo abroga, ampliando il novero delle applicazioni cui possono essere destinati i materiali e alleggerendo gli oneri economici e amministrativi per gli operatori.
 
Il Decreto Inerti definisce i criteri per cui i rifiuti inerti da costruzione, demolizione e origine minerale cessano di essere considerati rifiuti dopo operazioni di recupero e dispone che, preferibilmente, i rifiuti inerti ammessi alla produzione di aggregati recuperati provengano da demolizione selettiva.
 
Si stabilisce che i rifiuti inerti derivanti dalle attività di costruzione, demolizione e di origine minerale cessano di essere qualificati come rifiuti e diventano aggregato recuperato se l’aggregato riciclato o artificiale derivante dal trattamento di recupero soddisfa determinati criteri. Sono indicati espressamente gli scopi per i quali può essere utilizzato l’aggregato recuperato.
 


Nuovo decreto per il riutilizzo dei rifiuti inerti

Il nuovo Decreto Inerti definisce le responsabilità del produttore di aggregato recuperato, la dichiarazione di conformità e le modalità di prelievo e detenzione dei campioni di aggregato recuperato.
 
Si prevede che produttore implementi un sistema idoneo che dimostri il rispetto dei criteri stabiliti nel regolamento, inclusi il controllo della qualità e l’automonitoraggio. Questo sistema può anche comprendere l’accesso a procedure di accreditamento per garantire conformità aggiuntiva.
 
Entro 24 mesi dall’entrata in vigore del Decreto, il Ministero dell’ambiente valuterà i dati di monitoraggio acquisiti tramite il Registro nazionale delle autorizzazioni al recupero (ReCER) ed eventualmente procederà alla revisione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto.
 
 
“In un Paese povero di materie prime, recuperiamo strategicamente materia prima seconda centrando diversi obiettivi: meno discarica e, quindi, più economia circolare, più tutela ambientale, ma anche ascolto e supporto alle imprese con un impatto positivo per molte filiere tra cui quella estrattiva, delle costruzioni e delle demolizioni, della produzione di aggregati riciclati, bitumi, calcestruzzi e cementi, che hanno un peso importante in Italia” ha dichiarato la viceministra Gava.
 
Le più lette