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No all’esclusione automatica dell'impresa che propone un ribasso e non rispetta l’equo compenso
di Redazione Edilportale

No all’esclusione automatica dell'impresa che propone un ribasso e non rispetta l’equo compenso

Dal Tar Campania una pronuncia, destinata a far discutere, che spiega come coniugare concorrenza e diritto dei professionisti a un corrispettivo congruo in un appalto integrato

Vedi Aggiornamento del 20/03/2025
Equo compenso - Foto: ginasanders 123RF.com
Equo compenso - Foto: ginasanders 123RF.com
di Redazione Edilportale
Vedi Aggiornamento del 20/03/2025
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24/07/2024 - L’equo compenso consiste nel riconoscimento di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale.
 
L’applicazione dell’equo compenso nelle gare d'appalto spesso causa incertezze e contenziosi. Non è infatti chiaro qual è il confine tra la libera concorrenza, che dà ai concorrenti la libertà di proporre ribassi, e la tutela della qualità della prestazione professionale, in base alla quale i ribassi eccessivi sarebbero vietati.
 
Sull’argomento è intervenuto il Tar Campania, che ha risolto il contenzioso sorto tra due imprese durante una gara per l’affidamento di un appalto integrato di progettazione esecutiva e realizzazione dei lavori.
 

Equo compenso, il caso

Le imprese di costruzione hanno presentato le offerte calcolando la remunerazione delle prestazioni che sarebbero state svolte dai progettisti di loro fiducia.

La Stazione Appaltante ha stilato la graduatoria sulla base dell'offerta considerata migliore.

Il contenzioso ha inizio quando l'impresa seconda classificata presenta ricorso, sostenendo che la vincitrice ha proposto un ribasso eccessivo del corrispettivo previsto per la progettazione.
 
Secondo il ricorrente, dal momento che l’offerta violava i principi dell’equo compenso, la Stazione Appaltante avrebbe dovuto disporre subito l’esclusione, senza attendere l’esame dell’anomalia dell’offerta.
 
In questo modo, la graduatoria sarebbe stata formulata escludendo fin da subito il concorrente che, invece, si è classificato al primo posto per essere poi escluso in un secondo momento, dopo l'esito della verifica.
 

Il confine tra equo compenso e concorrenza

Il Tar Campania, con la sentenza 1494/2024, ha prima ripercorso le norme che regolano l’equo compenso e poi ricordato le pronunce con cui il Tar Lazio e il Tar Veneto hanno ritenuto imperative le norme che prescrivono l’equo compenso in favore dei professionisti.
 
Pur non contraddicendo le conclusioni dei Tribunali Amministrativi, il Tar Campania ha sottolineato che i Tribunali hanno sancito l’incongruità delle offerte solo dopo aver effettuato la verifica di anomalia.
 
Secondo il Tar Campania, solo in questa fase si può capire se l’offerta prevede una remunerazione incongrua per i professionisti.
 
A supporto della sua teoria, il Tar Campania cita le argomentazioni dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), in base alle quali bisogna bilanciare le finalità della legge sull’equo compenso e quelle del Codice Appalti.
 
I giudici del Tar Campania si allineano all’interpretazione dell'Anac e affermano che la disciplina sull’equo compenso non deroga, ma integra le norme del Codice Appalti. Questo significa che non è vietato proporre un ribasso sugli importi della progettazione posti a base di gara perché i corrispettivi per le prestazioni professionali non devono essere rigidamente vincolati a parametri tabellari considerati immodificabili.
 
Allo stesso tempo, la congruità dei corrispettivi viene assicurata durante il procedimento di verifica delle offerte sospette, che impedisce l’affidamento delle prestazioni professionali a concorrenti che propongono corrispettivi incongrui.
 
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