15/07/2024 - Nel processo di revisione del Codice Appalti il Ministero delle Infrastrutture intende procedere all’aggiornamento del Decreto Parametri.
Lo ha dichiarato Elena Gigio, Capo Ufficio legislativo del Mit, intervenuta alla tavola rotonda svoltasi giovedì pomeriggio a Roma dal titolo “Un anno di codice appalti: bilancio e possibili miglioramenti” cui hanno partecipato anche il Presidente Anac, Giuseppe Busia, Andrea Ferrante del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Francesca Ottavi per l’Ance, Marco Mingrone per Legacoop e Domenico Condelli per il CNI.
Riforma Codice Appalti e aggiornamento del DM Parametri
Le dichiarazioni di Elena Giglio sono state apprezzate da Oice, Giorgio Lupoi, che ha commentato: “condividiamo la consapevolezza della necessità di aggiornare il decreto parametri e l’apertura ad intervenire sugli allegati al codice per recuperare quelle norme sugli affidamenti dei servizi di ingegneria e architettura che erano nelle linee guida ANAC 1/2016 e che darebbero certezza a tutti gli operatori”.
Ricordiamo che il Decreto Parametri (
DM 17 giugno 2016) fa riferimento a tre livelli di progettazione (progetto di fattibilità tecnico-economica, progetto definitivo e progetto esecutivo).
Il nuovo Codice Appalti, però, ha portato i livelli di progettazione da 3 a 2 (progetto di fattibilità tecnico-economica e progetto esecutivo). L’aggiornamento del Parametri e un
coordinamento normativo vengono infatti sollecitati dai professionisti fin dall’entrata in vigore del Codice Appalti.
“Condividiamo fortemente - ha continuato - anche la necessità di andare verso una “solida progettazione” perché la centralità del Progetto, così come anche l’equilibrio contrattuale, deve sempre essere rispettata. Su questo riteniamo che le stazioni appaltanti debbano essere incentivate a programmare e non a progettare, cosa che se vogliono possono fare, ma l’incentivo deve essere su altro. Altro tema fondamentale è l’accesso al mercato e su questo siamo per i requisiti su base decennale”.
Equo compenso nella revisione del Codice Appalti
Elena Giglio non si è sbilanciata sul tema dell’
equo compenso, spiegando solo che va assicurato, così come ’evidenza pubblica e i vincoli di bilancio.
A tal proposito, Lupoi ha rilevato che “occorre applicarlo a tutela del professionista e della società nel caso di rapporti di forza diversi, ad esempio nelle trattative dirette degli affidamenti fiduciari, oltre che per la determinazione corretta degli importi a base di gara nelle procedure aperte, come abbiamo chiesto e ottenuto nel nuovo codice dove il richiamo ai parametri ministeriali è ormai un obbligo. Invece nelle procedure aperte e quando c’è un confronto concorrenziale fra operatori economici è opportuno mantenere il ribasso sull’intero compenso adottando meccanismi che disincentivino ribassi eccessivi, come ad esempio l’applicazione di formule esponenziali e la limitazione del peso dell’offerta economica”.
“Soluzioni diverse - ha spiegato - sono controproducenti per l’intero sistema in quanto penalizzano investimenti in soluzioni innovative e tecnologiche che migliorano la produttività (uno dei tanti “talloni di Achille” che affliggono la nostra economia), limitano l’accesso del mercato ai giovani ed alle società di nuova costituzione che non possono sfruttare la possibilità di essere più competitivi sul prezzo per entrare sul mercato e, infine, incentivano i meno onesti”.