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Equo compenso e BIM, Comuni e Anticorruzione chiedono di allentare gli obblighi

Equo compenso e BIM, Comuni e Anticorruzione chiedono di allentare gli obblighi

Anci e Anac hanno presentato una serie di proposte per la modifica del Codice Appalti alla cabina di regia del Mit

Vedi Aggiornamento del 12/09/2024
Equo compenso - Foto: itchaznong 123RF.com
Equo compenso - Foto: itchaznong 123RF.com
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 12/09/2024
26/07/2024 - Equo compenso e Codice Appalti sono incompatibili? Le Amministrazioni sono pronte per gestire un maggior numero di gare di appalto con l’obbligo di utilizzo del BIM? Sono alcuni degli argomenti che l’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) e l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) hanno segnalato alla cabina di regia del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit), che sta ricevendo proposte per la modifica della normativa sui contratti pubblici.
 

Equo compenso nei servizi di ingegneria e architettura

Uno degli aspetti messi in evidenza sia dall’Anci sia dall’Anac riguarda il mancato coordinamento tra il Codice Appalti e le norme che regolano l’equo compenso.
 
L’Anci ritiene che le norme sull’equo compenso non debbano essere applicate alle gare per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura, neanche nell’ambito di un appalto integrato.
 
I Comuni si allineano a due pareri espressi nei mesi passati dall’Anac: uno reso lo scorso aprile proprio in merito alle gare per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura, l’altro a marzo, quando l’Anticorruzione ha affermato che, date le numerose incertezze, le Stazioni Appaltanti possono scegliere di non applicare il principio dell’equo compenso.
 
L’Anac nei giorni scorsi ha rinnovato queste argomentazioni, facendole confluire nel pacchetto di proposte presentate alla cabina di regia del Mit. In particolare, l’Anticorruzione ha chiesto se, con l Legge 49/2023 sull’equo compenso, il legislatore abbia reintrodotto i parametri professionali minimi e, in caso positivo, quale possa essere il ribasso massimo che conduce a ritenere il compenso equo nell’ambito delle procedure di affidamento dei servizi di ingegneria e di architettura.
 
 

Limiti all’obbligo di utilizzo del BIM

I Comuni e l’Anticorruzione hanno espresso altre considerazioni in merito all’obbligo di utilizzo del BIM.
 
Ricordiamo che il BIM è obbligatorio dal 2019 per le gare di importo superiore a 100 milioni di euro e che, per effetto del nuovo Codice Appalti, dal 1° gennaio 2025 sarà necessario ricorrere al BIM nelle gare di importo superiore a 1 milione di euro.
 
Secondo l’Anci, l’introduzione generalizzata dell’obbligo costringerebbe un grande numero di stazioni appaltanti a doversi dotare di personale certificato. Anci sottolinea che le norme UNI sul BIM prevedono la necessità di ben quattro distinte figure (BIM Specialist, BIM Coordinator, BIM Manager e CDE Manager) che devono superare specifici esami presso enti accreditati per poter essere certificate. Dai dati Accredia, il numero di professionisti certificati è ancora molto basso rispetto al necessario.
 
Anci afferma che pochissimi professionisti lavorano presso le Pubbliche Amministrazioni, che sarebbero quindi costrette a ricorrere ad incarichi esterni.
 
Per questo motivo, l’Anci chiede di limitare l’obbligo del BIM alle gare di importo superiore alle soglie comunitarie (143mila euro per gli appalti pubblici di forniture, servizi e concorsi di progettazione banditi dalle Autorità governative centrali; 215 mila euro a 221 mila euro per gli appalti pubblici di forniture, servizi e concorsi di progettazione banditi da Amministrazioni sub-centrali; 5,3 milioni di euro a 5,5 milioni di euro per gli appalti pubblici di lavori e per le concessioni).
 
Per le gare in cui di deve utilizzare il BIM, il Codice prevede inoltre che, dopo la determinazione dell’importo da porre a base di gara, sia applicata una maggiorazione del 10% sul calcolo degli onorari per tutte le prestazioni oggetto dell’affidamento.
 
Secondo l’Anac, bisogna specificare che tale maggiorazione deve essere applicata solo quando l’obbligo del BIM è a carico dell’operatore economico, cioè quando è richiesto al progettista come requisito di partecipazione.
 
In caso contrario, cioè quando l’uso del BIM costituisce un fattore premiante e il progettista può scegliere di non utilizzare tale metodologia, l’Anac ritiene che non si debba applicare la maggiorazione.
 
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