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Professionisti, il Governo ha incontrato gli Ordini
PROFESSIONE
Professionisti, il Governo ha incontrato gli Ordini
L’Esecutivo rassicura: anche con l’autonomia differenziata, le Regioni non potranno istituire nuovi albi professionali
20/08/2024 - Norme sull’equo compenso, nuovo Codice degli appalti pubblici, formazione e accesso agli ordini, prospettive legate all’attuazione dell’autonomia differenziata regionale.
Sono stati questi i temi affrontati nel corso della riunione tra il Governo e i rappresentanti nazionali di 28 ordini professionali che si è svolta a fine luglio a Palazzo Chigi.
Il Governo, rappresentato tra gli altri dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, dalla Ministra del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, dal Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha ribadito l’attenzione nei confronti degli ordini professionali quali elementi qualificati e qualificanti del “Sistema Italia”, ognuno nella propria autonomia ma nel quadro comune della difesa dell’interesse nazionale.
Il Governo ha chiarito che, in vista del confronto con le Regioni che, a seguito dell’entrata in vigore della Legge sull’autonomia differenziata, hanno richiesto o richiederanno l’attribuzione di nuove funzioni, anche in materia di regolazione delle attività professionali, intende muoversi in linea con la giurisprudenza costituzionale consolidata.
Pertanto, alle Regioni non sarà devoluta la competenza in merito all’istituzione di nuovi albi professionali, mentre resterà ferma per le stesse la possibilità di costituire albi meramente ricognitivi o di comunicazione e di aggiornamento che riguardano professioni già riconosciute dalla legge statale.
In merito all’equo compenso, provvedimento di fondamentale importanza approvato nei primi mesi della corrente legislatura e del quale lo stesso Presidente del Consiglio è stato primo firmatario, è stata ribadita l’intenzione di trovare un punto di equilibrio che consenta di garantire la giusta retribuzione ai professionisti che ricevono incarichi dalle pubbliche amministrazioni.
Infine, si è stabilito che i singoli ministeri vigilanti attiveranno tavoli tematici specifici per approfondire il confronto sulle altre istanze proposte dai rappresentanti dei professionisti.
Perrini ha sottolineato come, a fronte di un milione di laureati in ingegneria, solo un quarto di loro sono ingegneri iscritti all’Albo. Si tratta di un’evidente discrasia che occorre eliminare, considerando che tre quarti degli ingegneri non rispondono ad obblighi deontologici, alla formazione obbligatoria e non garantiscono l’utenza con un obbligo assicurativo.
In secondo luogo, Perrini ha invitato a togliere tutti gli ostacoli che si frappongono all’istituzione della laurea abilitante ai sensi dell’art 4 della legge 163/2021 per gli iscritti ai Consigli nazionali che hanno espresso la volontà di procedere in questa direzione, sottolineando che gli ingegneri sono stati i primi a farne richiesta.
Sono stati questi i temi affrontati nel corso della riunione tra il Governo e i rappresentanti nazionali di 28 ordini professionali che si è svolta a fine luglio a Palazzo Chigi.
Il Governo, rappresentato tra gli altri dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, dalla Ministra del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, dal Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha ribadito l’attenzione nei confronti degli ordini professionali quali elementi qualificati e qualificanti del “Sistema Italia”, ognuno nella propria autonomia ma nel quadro comune della difesa dell’interesse nazionale.
Il Governo ha chiarito che, in vista del confronto con le Regioni che, a seguito dell’entrata in vigore della Legge sull’autonomia differenziata, hanno richiesto o richiederanno l’attribuzione di nuove funzioni, anche in materia di regolazione delle attività professionali, intende muoversi in linea con la giurisprudenza costituzionale consolidata.
Pertanto, alle Regioni non sarà devoluta la competenza in merito all’istituzione di nuovi albi professionali, mentre resterà ferma per le stesse la possibilità di costituire albi meramente ricognitivi o di comunicazione e di aggiornamento che riguardano professioni già riconosciute dalla legge statale.
In merito all’equo compenso, provvedimento di fondamentale importanza approvato nei primi mesi della corrente legislatura e del quale lo stesso Presidente del Consiglio è stato primo firmatario, è stata ribadita l’intenzione di trovare un punto di equilibrio che consenta di garantire la giusta retribuzione ai professionisti che ricevono incarichi dalle pubbliche amministrazioni.
Infine, si è stabilito che i singoli ministeri vigilanti attiveranno tavoli tematici specifici per approfondire il confronto sulle altre istanze proposte dai rappresentanti dei professionisti.
CNI: ‘introdurre l’obbligo di iscrizione all’Albo per tutti gli ingegneri’
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, rappresentato dal Presidente Angelo Domenico Perrini, ha innanzitutto sottolineato la necessità di introdurre il principio dell’obbligatorietà di iscrizione all’Albo per tutti coloro che svolgono attività professionali (intese come quelle definite dal dpr 328/2001), anche come lavoratori dipendenti in enti pubblici o aziende private.Perrini ha sottolineato come, a fronte di un milione di laureati in ingegneria, solo un quarto di loro sono ingegneri iscritti all’Albo. Si tratta di un’evidente discrasia che occorre eliminare, considerando che tre quarti degli ingegneri non rispondono ad obblighi deontologici, alla formazione obbligatoria e non garantiscono l’utenza con un obbligo assicurativo.
In secondo luogo, Perrini ha invitato a togliere tutti gli ostacoli che si frappongono all’istituzione della laurea abilitante ai sensi dell’art 4 della legge 163/2021 per gli iscritti ai Consigli nazionali che hanno espresso la volontà di procedere in questa direzione, sottolineando che gli ingegneri sono stati i primi a farne richiesta.