
Equo compenso, sì al ribasso ma non troppo
NORMATIVA
Equo compenso, sì al ribasso ma non troppo
La soluzione di compromesso individuata dal Ministero delle Infrastrutture sarà nel decreto Correttivo del Codice Appalti, in arrivo entro dicembre 2024
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del 21/11/2024

27/09/2024 - Il Decreto Correttivo al Codice dei Contratti arriverà entro il 31 dicembre 2024. Sull’equo compenso, l’orientamento sembrerebbe quello di attestarsi su una posizione di compromesso, specificando la possibilità di assoggettare i corrispettivi al ribasso in sede di gara, introducendo tuttavia dei meccanismi che ne limitino l’entità.
Il Correttivo conterrà un nuovo allegato sulla revisione dei prezzi, con due metodologie di calcolo per i lavori e un meccanismo di categorie omogenee per servizi e forniture.
In pratica il Correttivo del Codice Appalti sarà una via di mezzo tra un miglioramento della norma esistente e una sua riscrittura: chiarirà alcune tematiche, ne attuerà altre e rafforzerà altre norme.
A fornire un, seppur parziale, resoconto della riunione svoltasi lo scorso 24 settembre presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è il Consigliere del CNI Sandro Catta che ha rappresentato il Consiglio Nazionale degli Ingegneri all’incontro insieme con più di 70 rappresentanti di associazioni di categoria, sindacati, enti e istituzioni interessati.
Elena Griglio, dirigente dell’ufficio legislativo MIT, ha illustrato le oltre 600 proposte arrivate dai 74 stakeholder che hanno partecipato alla consultazione sul Decreto Correttivo al Codice dei Contratti. Tra gli argomenti più dibattuti c’è stato quello relativo all’applicazione dell’equo compenso.
A questo proposito, il Ministro, anticipando che si assumerà la responsabilità delle scelte, ha preso atto delle posizioni differenti sul tema, che il CNI riassume in questo modo:
- le professioni tecniche, unitariamente convinte dell’applicazione ai pubblici affidamenti;
- i rappresentanti del mondo delle imprese, incomprensibilmente contrari ad una norma che ha finalmente restituito dignità e valore alle professioni.
Questa si rende necessaria perché una legge che ha portato dei benefici ai professionisti ora rischia di venir meno, dato che assistiamo ad un ritorno ad interpretazioni e criteri di applicazione che ci portano indietro nel tempo, quando i professionisti non erano tutelati.
Dello stesso avviso è Fondazione Inarcassa, anch’essa presente al tavolo tecnico sul Codice degli Appalti. “Restiamo fermamente convinti che il principio vada applicato anche per i contratti pubblici. Ribadiamo, quindi, come l’equo compenso non sia un costo per la P.A. ma un investimento fatto per garantire il mantenimento di un’adeguata qualità progettuale, riducendo il rischio che i costi aumentino per varianti e contenziosi” - ha detto il Presidente Andrea De Maio.
“L’Equo Compenso, inoltre, serve a tutelare quegli stessi principi che la politica poco più di un anno fa ha ritenuto, in modo trasversale, meritevoli di interesse con la Legge 49/2023”.
Il Correttivo conterrà un nuovo allegato sulla revisione dei prezzi, con due metodologie di calcolo per i lavori e un meccanismo di categorie omogenee per servizi e forniture.
In pratica il Correttivo del Codice Appalti sarà una via di mezzo tra un miglioramento della norma esistente e una sua riscrittura: chiarirà alcune tematiche, ne attuerà altre e rafforzerà altre norme.
A fornire un, seppur parziale, resoconto della riunione svoltasi lo scorso 24 settembre presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è il Consigliere del CNI Sandro Catta che ha rappresentato il Consiglio Nazionale degli Ingegneri all’incontro insieme con più di 70 rappresentanti di associazioni di categoria, sindacati, enti e istituzioni interessati.
Elena Griglio, dirigente dell’ufficio legislativo MIT, ha illustrato le oltre 600 proposte arrivate dai 74 stakeholder che hanno partecipato alla consultazione sul Decreto Correttivo al Codice dei Contratti. Tra gli argomenti più dibattuti c’è stato quello relativo all’applicazione dell’equo compenso.
A questo proposito, il Ministro, anticipando che si assumerà la responsabilità delle scelte, ha preso atto delle posizioni differenti sul tema, che il CNI riassume in questo modo:
- le professioni tecniche, unitariamente convinte dell’applicazione ai pubblici affidamenti;
- i rappresentanti del mondo delle imprese, incomprensibilmente contrari ad una norma che ha finalmente restituito dignità e valore alle professioni.
Equo compenso al centro dell’attenzione dei progettisti
“La nostra attenzione, naturalmente, è particolarmente rivolta all’applicazione dell’equo compenso - ha detto Sandro Catta nel corso del suo intervento -. Aspettiamo di leggere il testo del Correttivo per verificare che l’interpretazione di questo principio sia effettivamente ‘equa’.Questa si rende necessaria perché una legge che ha portato dei benefici ai professionisti ora rischia di venir meno, dato che assistiamo ad un ritorno ad interpretazioni e criteri di applicazione che ci portano indietro nel tempo, quando i professionisti non erano tutelati.
Dello stesso avviso è Fondazione Inarcassa, anch’essa presente al tavolo tecnico sul Codice degli Appalti. “Restiamo fermamente convinti che il principio vada applicato anche per i contratti pubblici. Ribadiamo, quindi, come l’equo compenso non sia un costo per la P.A. ma un investimento fatto per garantire il mantenimento di un’adeguata qualità progettuale, riducendo il rischio che i costi aumentino per varianti e contenziosi” - ha detto il Presidente Andrea De Maio.
“L’Equo Compenso, inoltre, serve a tutelare quegli stessi principi che la politica poco più di un anno fa ha ritenuto, in modo trasversale, meritevoli di interesse con la Legge 49/2023”.