BIM, dal 2025 la soglia per l’obbligo scende a 2 milioni di euro anzichè a 1
LAVORI PUBBLICI
BIM, dal 2025 la soglia per l’obbligo scende a 2 milioni di euro anzichè a 1
Il Correttivo Appalti frena sulla digitalizzazione delle gare d’appalto perché le Stazioni Appaltanti non sono pronte
22/10/2024 - L’obbligo del BIM negli appalti pubblici entrerà in vigore con maggiore gradualità. Il correttivo appalti, approvato ieri sera in Consiglio dei Ministri, porta da 1 milione a 2 milioni di euro la soglia degli appalti che dal 1° gennaio 2025 saranno soggetti a obbligo di BIM.
Confrontando il correttivo con il Codice Appalti attualmente in vigore, emergono due differenze. La prima è la soglia che fa scattare l’obbligo del BIM: senza la modifica, dal 1° gennaio 2025 sarebbe stata pari a 1 milione di euro, mentre sarà pari a 2 milioni di euro.
La seconda differenza sta proprio nel metodo per determinare tale soglia, che secondo il correttivo sarà la stima parametrica del valore del progetto, mentre nel Codice Appalti vigente è l’importo a base di gara.
Ricordiamo che il BIM è obbligatorio dal 2019. La normativa ha previsto un avvio a scaglioni, a partire dalle gare di importo superiore a 100 milioni di euro. Nel 2023 e nel 2024 il BIM è stato obbligatorio per le gare di importo superiore alle soglie comunitarie (5,5 milioni di euro). Le modifiche in arrivo per il 2025 sottrarranno una grossa fetta di gare dalla digitalizzazione.
A partire dal 1° gennaio 2025, infatti, per tali edifici il BIM sarà obbligatorio in caso di lavori di importo superiore alla soglia comunitaria di 5,5 milioni di euro.
Senza il correttivo, non ci sarebbe stata alcuna differenza e gli interventi sui beni culturali avrebbero dovuto rispettare le soglie previste per gli altri edifici.
Lo scorso luglio, l’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) ha sottolineato che l’introduzione generalizzata dell’obbligo avrebbe costretto un grande numero di stazioni appaltanti a dotarsi di personale certificato.
Anci ha sottolineato che le norme UNI sul BIM prevedono la necessità di ben quattro distinte figure (BIM Specialist, BIM Coordinator, BIM Manager e CDE Manager) che devono superare specifici esami presso enti accreditati per poter essere certificate. Dai dati Accredia, il numero di professionisti certificati è ancora molto basso rispetto al necessario.
Secondo Anci, pochissimi professionisti lavorano presso le Pubbliche Amministrazioni, che sarebbero state quindi costrette a ricorrere ad incarichi esterni.
BIM obbligatorio da 2 milioni di euro
In base al correttivo al Codice Appalti, dal 1° gennaio 2025, l’utilizzo del Building Information Modeling (BIM) sarà obbligatorio per la progettazione e realizzazione di lavori di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti con stima parametrica del valore del progetto di importo superiore a 2 milioni di euro.Confrontando il correttivo con il Codice Appalti attualmente in vigore, emergono due differenze. La prima è la soglia che fa scattare l’obbligo del BIM: senza la modifica, dal 1° gennaio 2025 sarebbe stata pari a 1 milione di euro, mentre sarà pari a 2 milioni di euro.
La seconda differenza sta proprio nel metodo per determinare tale soglia, che secondo il correttivo sarà la stima parametrica del valore del progetto, mentre nel Codice Appalti vigente è l’importo a base di gara.
Ricordiamo che il BIM è obbligatorio dal 2019. La normativa ha previsto un avvio a scaglioni, a partire dalle gare di importo superiore a 100 milioni di euro. Nel 2023 e nel 2024 il BIM è stato obbligatorio per le gare di importo superiore alle soglie comunitarie (5,5 milioni di euro). Le modifiche in arrivo per il 2025 sottrarranno una grossa fetta di gare dalla digitalizzazione.
BIM obbligatorio da 5,5 milioni di euro per i beni culturali
ll correttivo al Codice Appalti introduce inoltre una soglia specifica per gli interventi da realizzare sugli edifici classificati come beni culturali.A partire dal 1° gennaio 2025, infatti, per tali edifici il BIM sarà obbligatorio in caso di lavori di importo superiore alla soglia comunitaria di 5,5 milioni di euro.
Senza il correttivo, non ci sarebbe stata alcuna differenza e gli interventi sui beni culturali avrebbero dovuto rispettare le soglie previste per gli altri edifici.
Perché l’obbligo di BIM è stato allentato
La soglia a 2 milioni di euro per il BIM obbligatorio risponde alle richieste delle Amministrazioni, che hanno ritenuto l’obbligo del BIM da 1 milione di euro troppo gravoso perché avrebbero dovuto assumere personale qualificato.Lo scorso luglio, l’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) ha sottolineato che l’introduzione generalizzata dell’obbligo avrebbe costretto un grande numero di stazioni appaltanti a dotarsi di personale certificato.
Anci ha sottolineato che le norme UNI sul BIM prevedono la necessità di ben quattro distinte figure (BIM Specialist, BIM Coordinator, BIM Manager e CDE Manager) che devono superare specifici esami presso enti accreditati per poter essere certificate. Dai dati Accredia, il numero di professionisti certificati è ancora molto basso rispetto al necessario.
Secondo Anci, pochissimi professionisti lavorano presso le Pubbliche Amministrazioni, che sarebbero state quindi costrette a ricorrere ad incarichi esterni.