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Il taglio dei bonus casa salverà davvero i conti pubblici?

Il taglio dei bonus casa salverà davvero i conti pubblici?

UPB, Corte dei Conti e Cnel temono l’aumento del lavoro sommerso e la riduzione degli interventi di efficientamento energetico

Vedi Aggiornamento del 13/01/2025
Bonus casa - Foto: irinashatilova 123RF.com
Bonus casa - Foto: irinashatilova 123RF.com
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 13/01/2025
08/11/2024 - Dal 2025 i bonus casa avranno aliquote più basse. I nuovi limiti, contenuti nel disegno di legge di bilancio per il 2025, hanno come obiettivo la riduzione del costo delle detrazioni fiscali, che secondo il Governo ha un impatto eccessivo sul bilancio dello Stato.
 
Qualche dubbio sulla reale efficacia dei limiti ai bonus casa è stato espresso dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), dalla Corte dei Conti (CdC) e dal Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (Cnel) nel ciclo di audizioni che si stanno svolgendo alla Camera sulla Manovra.
 
La riduzione delle aliquote dei bonus casa potrebbe a loro avviso avere effetti complessivi controproducenti.
 

Le decurtazioni dei bonus casa in arrivo

Prima di entrare nel merito dell’analisi sull’impatto della riduzione dei bonus casa, bisogna ricordare che le detrazioni per gli interventi di efficientamento energetico, ristrutturazione edilizia, messa in sicurezza antisismica e acquisto di immobili antisismici saranno prorogate per tre anni, fino al 31 dicembre 2027, ma avranno aliquote più basse rispetto a quelle in vigore fino alla fine del 2024.
 
Ecobonus, bonus ristrutturazione e sismabonus avranno aliquote decrescenti. I lavori agevolati con i bonus casa, realizzati sull’abitazione principale, avranno un’aliquota del 50% nel 2025 e del 36% nel 2026 e nel 2027.
 
I lavori agevolati con i bonus casa, realizzati sulle seconde case o su immobili diversi, avranno un’aliquota del 36% nel 2025 e del 30% nel 2026 e nel 2027.
 
Il sismabonus acquisto avrà le aliquote del 50% o 36% nel 2025 e del 36% o 30% nel 2026 e 2027, cioè le stesse dei lavori incentivati con i bonus casa.
 
Per i privati, soggetti a Irpef, ci sarà un altro limite. Per i contribuenti con i redditi più alti, l’ammontare delle detrazioni fiscali, sarà “personalizzato”: fermi restando gli specifici limiti previsti da ciascuna norma agevolativa, per i soggetti con reddito complessivo superiore a 75mila euro, le spese detraibili complessivamente considerate saranno ammesse a detrazione fino a un ammontare calcolato tenendo conto del numero di figli e della presenza di figli con disabilità.
 

UPB: i nuovi bonus casa mettono a rischio l’efficientamento energetico

Secondo l’analisi presentata da UPB, sono esclusi dalle limitazioni alla detraibilità circa 17,2 milioni di soggetti, cioè i contribuenti con redditi inferiori a 75mila euro.
 
Tra i contribuenti con redditi superiori a 75mila euro, che subiranno la decurtazione della detraibilità, quasi tutti hanno effettuato spese per la ristrutturazione edilizia. 
 
Con le nuove condizioni, sia per i contribuenti con redditi alti sia per quelli con redditi bassi le detrazioni potrebbero non risultare molto convenienti. In generale, secondo UPB la riorganizzazione dei bonus casa rischia di penalizzare alcune spese che sono invece incentivate per le loro esternalità positive, come gli interventi di efficientamento energetico. L’obiettivo, sostiene UPB, dovrebbe invece essere quello di massimizzare gli investimenti per generare benefici collettivi.
 
Per le ristrutturazioni edilizie, UPB pensa che il sostegno economico sia motivato solo dall’esigenza di incentivare il settore edilizio e contrastare l’evasione fiscale.
 
La riduzione dei bonus casa dovrebbe quindi essere accompagnata da un rafforzamento delle attività di controllo del settore.
 

Bonus casa ridotti, Corte dei Conti: rischio sommerso e povertà energetica

Nemmeno la Corte dei Conti è pienamente convinta della rideterminazione dei bonus casa.
 
Da una parte, la Corte dei Conti è consapevole che la riduzione delle detrazioni per gli interventi di riqualificazione degli immobili punta a un bilanciamento tra sostegno al settore e mitigazione dell’impatto sui conti pubblici.
 
Dall’altra, la Corte dei Conti raccomanda che la riduzione delle agevolazioni non si traduca, nei prossimi anni, in una spinta all’attività sommersa, con una perdita di IVA e imposte indirette.
 
Nel suo intervento la Corte dei Conti ha sottolineato che l’impegno per l’efficientamento energetico degli edifici non è ancora in linea con le esigenze future e che gli immobili appartenenti ai nuclei con minore disponibilità economica rischiano di rimanere intrappolati in una spirale di povertà energetica dovuta alla bassa efficienza degli edifici e dunque agli alti costi di riscaldamento e raffreddamento.
 
Questo scenario si verificherebbe perchè, anche se i nuclei familiari a basso reddito non subiranno la decurtazione generale delle detrazioni, l’abbassamento delle aliquote dei bonus casa potrebbe rendere gli interventi meno attraenti.
 

Bonus casa, Cnel: pericolo contrazione degli investimenti

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del Cnel, che ha rilevato come uno dei tratti di maggiore rilievo della politica di bilancio italiana sia rappresentato dall’interruzione degli incentivi fiscali alle ristrutturazioni immobiliari.
 
Tale decisione, ha spiegato il Cnel, ha un ruolo decisivo nel percorso di riduzione del deficit pubblico in corso da quest’anno.
 
D’altra parte, il Cnel sottolinea che il termine dei bonus casa potrebbe comportare una contrazione degli investimenti privati nel settore residenziale, con effetti sfavorevoli sulle prospettive economiche generali.
 
 
A questo punto, cosa farà il Governo? Valuterà il possibile impatto negativo della riduzione dei bonus casa, introducendo modifiche al ddl di bilancio per il 2025 o manterrà le proprie posizioni? Le prime risposte arriveranno durante l’iter parlamentare, con la presentazione degli emendamenti e la discussione sulle proposte di modifica.
 
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