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Primo via libera al ddl per la ricostruzione post-calamità

Primo via libera al ddl per la ricostruzione post-calamità

Ok della Camera alla norma che introduce lo stato di ricostruzione nazionale e un piano pluriennale degli interventi

Ricostruzione post calamità - Foto: stoyanh 123RF.com
Ricostruzione post calamità - Foto: stoyanh 123RF.com
di Paola Mammarella
11/11/2024 - Si delinea il quadro uniforme per la ricostruzione post-calamità. Mercoledì 6 novembre la Camera ha approvato in prima lettura il disegno di legge che individua procedure e risorse ben definite per la gestione dei lavori successivi alla gestione dell’emergenza.
 

Come funzionerà la ricostruzione post calamità

Il ddl fissa una procedura con l’obiettivo di velocizzare e uniformare l’iter che, a partire dalla dichiarazione dello stato di emergenza, deve portare alla realizzazione dei lavori.
 
In caso di eventi calamitosi di origina naturale o causati dall’uomo, per cui è stato dichiarato ed è successivamente cessato lo stato di emergenza di rilievo nazionale, il CdM può deliberare lo stato di ricostruzione di rilievo nazionale, che può avere una durata massima di 5 anni, prorogabili di altri 5.
 
Il CdM nomina, inoltre, un commissario alla ricostruzione, che ogni 6 mesi deve riferire alle Camere sullo stato di avanzamento della ricostruzione e può proporre ulteriori misure di semplificazione per l’accelerazione dei lavori.
 
Il Commissario sarà coadiuvato nelle sue funzioni da una Cabina di regia.
 
 

Piano pluriennale degli interventi di ricostruzione post calamità

Entro 6 mesi dalla nomina, il Commissario adotterà il piano generale pluriennale degli interventi, con la stima dei danni e del fabbisogno finanziario necessario alla realizzazione degli interventi.
 
In presenza di danni derivanti dalle calamità, il piano pluriennale può prevedere due alternative: una è il contributo per la ricostruzione, l'altra è il piano per la delocalizzazione, che può essere attivato solo se gli immobili sono gravemente danneggiati.
 
In caso di alluvioni, tale piano può prevedere misure di riqualificazione morfologica ed ecologica dei corsi d’acqua interessati dagli eventi alluvionali, di rinaturalizzazione dei corpi idrici e degli argini e di eventuale ampliamento delle aree di esondazione.
 

Le risorse per la ricostruzione post calamità

Il ddl istituisce due fondi. Il primo è il Fondo per la ricostruzione, cui il disegno di legge di bilancio per il 2025 ha destinato 1,5 miliardi di euro per il 2027 e 1,3 miliardi di euro annui a partire dal 2028. Questo Fondo finanzierà la realizzazione degli interventi.
 
Il secondo è il Fondo per le spese di funzionamento dei commissari straordinari alla ricostruzione. Da qui si attingerà per finanziare la macchina organizzativa che dovrà mettersi in moto ogni volta che una eventuale calamità dovesse rendere necessaria l'attività di ricostruzione.
 
Per garantire la trasparenza nell’utilizzo delle risorse, saranno utilizzate piattaforme informatiche interconnesse con quella dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac).
 
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