Tariffe dei CTU, Ingegneri e Commercialisti chiedono l’adeguamento urgente
PROFESSIONE
Tariffe dei CTU, Ingegneri e Commercialisti chiedono l’adeguamento urgente
Segnalato “un ventennio di ingiustizie per i professionisti al servizio della giustizia” con compensi mai aggiornati sulla base dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo
Vedi Aggiornamento
del 28/11/2024
21/11/2024 - Adeguare con urgenza i compensi dei CTU (consulenti tecnici d’ufficio), cioè dei professionisti nominati dai tribunali per aiutare i giudici a dirimere le controversie.
La richiesta arriva dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli esperti Contabili (CNDCEC).
L'ultimo adeguamento, scrivono CNI e CNDCEC in una nota, risale al 2002, lasciando migliaia di professionisti a fronteggiare incarichi complessi e responsabilità crescenti con compensi ormai sproporzionati e inadeguati.
Secondo CNI e CNDCEC, il mancato adeguamento rappresenta una grave disparità di trattamento rispetto ad altre categorie professionali, con ripercussioni negative sulla qualità e l'efficienza del sistema giudiziario. I CTU, che offrono un contributo cruciale nei procedimenti civili e penali, vedono spesso la propria professionalità mortificata da compensi orari insufficienti, non conformi ai principi sanciti dall'art. 2233 del Codice Civile e dall'art. 54 del DPR.115/2002.
Oltre al mancato adeguamento ISTAT, CNI e CNDCEC evidenziano una serie di criticità:
- disparità di trattamento perchè i compensi dei CTU risultano inferiori rispetto a quelli riconosciuti ai consulenti di parte, penalizzando il ruolo pubblico ricoperto;
- inadeguatezza delle tariffe a vacazione dato che il compenso orario attuale, di circa 4 euro, non riflette l'importanza delle prestazioni svolte e contrasta con la dignità professionale;
- necessità di aggiornamento delle tabelle dal momento che gli attuali criteri di liquidazione non considerano le evoluzioni normative, tecnologiche e le nuove competenze richieste, come l'informatica forense e le analisi ambientali.
CNI e CNDCEC sottolineano che anche la Corte Costituzionale, con la sentenza 192/2015, ha censurato l'inerzia amministrativa nel mancato aggiornamento delle tariffe, dichiarando l'illegittimità di trattamenti economici non adeguati ai parametri ISTAT.
- introduzione immediata di nuove tabelle tariffarie, che includano aggiornamenti ISTAT e compensi proporzionati alla complessità degli incarichi;
- riconoscimento delle nuove specializzazioni e dei costi sostenuti dai professionisti per attrezzature, formazione e gestione delle attività;
- un intervento normativo deciso per garantire l'equo compenso, come sancito dalla Legge 49/2023.
La legge sull'equo compenso non riguarda invece i CTU, che vengono nominati dai giudici per effettuare stime e perizie in caso di contenziosi. I compensi dei CTU sono infatti regolati dal DPR del 2002 che prevedrebbe l'aggiornamento periodico mai operato.
Paradossalmente, in caso di contenzioso sui compensi, i CTU possono essere chiamati dai giudici a decidere sulla congruità del compenso offerto al professionista, ma non beneficiano della stessa tutela.
Ad ogni modo, bisogna considerare che tutta la materia dell’equo compenso per i professionisti sembra confusa a causa della sovrapposizione tra la legge sull’equo compenso e il Codice Appalti (D.lgs. 36/2023).
Il tema dell'equo compenso è affrontato nel Correttivo del Codice Appalti, che però, è ancora nella sua fase iniziale e potrebbe subire delle modifiche.
La richiesta arriva dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli esperti Contabili (CNDCEC).
Le criticità dei compensi CTU
Il CNI e il CNDCEC lamentano che negli ultimi vent'anni i compensi dei CTU non sono mai stati adeguati, nonostante il DPR 115/2002 preveda aggiornamenti triennali sulla base dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo.L'ultimo adeguamento, scrivono CNI e CNDCEC in una nota, risale al 2002, lasciando migliaia di professionisti a fronteggiare incarichi complessi e responsabilità crescenti con compensi ormai sproporzionati e inadeguati.
Secondo CNI e CNDCEC, il mancato adeguamento rappresenta una grave disparità di trattamento rispetto ad altre categorie professionali, con ripercussioni negative sulla qualità e l'efficienza del sistema giudiziario. I CTU, che offrono un contributo cruciale nei procedimenti civili e penali, vedono spesso la propria professionalità mortificata da compensi orari insufficienti, non conformi ai principi sanciti dall'art. 2233 del Codice Civile e dall'art. 54 del DPR.115/2002.
Oltre al mancato adeguamento ISTAT, CNI e CNDCEC evidenziano una serie di criticità:
- disparità di trattamento perchè i compensi dei CTU risultano inferiori rispetto a quelli riconosciuti ai consulenti di parte, penalizzando il ruolo pubblico ricoperto;
- inadeguatezza delle tariffe a vacazione dato che il compenso orario attuale, di circa 4 euro, non riflette l'importanza delle prestazioni svolte e contrasta con la dignità professionale;
- necessità di aggiornamento delle tabelle dal momento che gli attuali criteri di liquidazione non considerano le evoluzioni normative, tecnologiche e le nuove competenze richieste, come l'informatica forense e le analisi ambientali.
CNI e CNDCEC sottolineano che anche la Corte Costituzionale, con la sentenza 192/2015, ha censurato l'inerzia amministrativa nel mancato aggiornamento delle tariffe, dichiarando l'illegittimità di trattamenti economici non adeguati ai parametri ISTAT.
Compensi CTU, le richieste dei professionisti
CNI e CNDCEC hanno quindi formulato le seguenti richieste:- introduzione immediata di nuove tabelle tariffarie, che includano aggiornamenti ISTAT e compensi proporzionati alla complessità degli incarichi;
- riconoscimento delle nuove specializzazioni e dei costi sostenuti dai professionisti per attrezzature, formazione e gestione delle attività;
- un intervento normativo deciso per garantire l'equo compenso, come sancito dalla Legge 49/2023.
Il panorama normativo sull’equo compenso e le tariffe professionali
È opportuno sottolineare che la legge sull’equo compenso, citata da CNI e CNDCEC, riguarda i professionisti che operano con committenti forti, come le Pubbliche Amministrazioni nell'ambito delle gare di appalto, banche, assicurazioni e grandi imprese.La legge sull'equo compenso non riguarda invece i CTU, che vengono nominati dai giudici per effettuare stime e perizie in caso di contenziosi. I compensi dei CTU sono infatti regolati dal DPR del 2002 che prevedrebbe l'aggiornamento periodico mai operato.
Paradossalmente, in caso di contenzioso sui compensi, i CTU possono essere chiamati dai giudici a decidere sulla congruità del compenso offerto al professionista, ma non beneficiano della stessa tutela.
Ad ogni modo, bisogna considerare che tutta la materia dell’equo compenso per i professionisti sembra confusa a causa della sovrapposizione tra la legge sull’equo compenso e il Codice Appalti (D.lgs. 36/2023).
Il tema dell'equo compenso è affrontato nel Correttivo del Codice Appalti, che però, è ancora nella sua fase iniziale e potrebbe subire delle modifiche.