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Il dopo-superbonus, le proposte delle imprese per i nuovi bonus edilizi

Il dopo-superbonus, le proposte delle imprese per i nuovi bonus edilizi

Gli operatori chiedono detrazioni proporzionate al risparmio energetico, lavori svolti da imprese qualificate e una nuova cessione del credito

Vedi Aggiornamento del 07/01/2025
Bonus edilizi - Foto: alfexe 123RF.com
Bonus edilizi - Foto: alfexe 123RF.com
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 07/01/2025
19/11/2024 - Dopo una fase di transizione in cui i bonus edilizi saranno ridimensionati, le detrazioni fiscali che fino ad ora hanno agevolato la riqualificazione del patrimonio edilizio scompariranno.
 
I bonus edilizi non saranno del tutto eliminati, ma dovranno trasformarsi per essere economicamente sostenibili, ma nello stesso tempo garantire il raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico fissati a livello europeo.
 
Gli operatori del settore stanno quindi avanzando proposte per definire il nuovo assetto dei bonus edilizi.
 

Correggere il Superbonus, come potrebbero cambiare i bonus edilizi

Il Superbonus, nato con l’intento di rilanciare il settore edile dopo la pandemia, è stato giudicato dal Governo una misura inefficace perché, a fronte dei costi sostenuti dallo Stato, non ha prodotto un livello sufficiente di efficientamento energetico.
 
I professionisti e le imprese, consapevoli della necessità di rivedere i bonus edilizi, hanno sempre chiesto di mantenere un sistema di incentivi tale da incoraggiare gli interventi di riqualificazione. Al momento, però, nonostante gli annunci del Governo sull’arrivo delle nuove detrazioni, non è chiaro come queste saranno strutturate.
 
Rete Irene, che riunisce le imprese per promuovere la riqualificazione energetica degli edifici, ha lanciato una campagna per il riordino dei bonus edilizi.
 
Le proposte partono dalla consapevolezza di dover rispettare gli obiettivi della Direttiva Case Green e propone la correzione del Superbonus.
 
Secondo Rete Irene, il salto di due classi energetiche, richiesto come requisito per ottenere il Superbonus, è stato troppo poco ambizioso e troppo facile da raggiungere. Questo ha portato ad ottenere una percentuale di riduzione del fabbisogno energetico esigua rispetto all’investimento compiuto, ma anche l’annullamento della soglia di ingresso delle imprese, cui non è stato richiesto un livello minimo di competenza a garanzia dell’utente finale.
 
 
I nuovi bonus edilizi dovrebbero partire da un’aliquota del 70% e avere tre intensità incentivanti proporzionali al numero di ambiti di intervento coinvolti dall’intervento.
 
Gli ambiti ipotizzati da Rete Irene sono: involucro e riscaldamento, consolidamento strutturale, energie rinnovabili e raffrescamento.
 

Nuovi bonus edilizi con cessione del credito e partenariato pubblico-privato

L’esigenza di rivedere il Superbonus, conservando alcuni aspetti positivi, è emersa anche venerdì scorso, durante il convegno organizzato alla Camera dei Deputati dal Dipartimento lavori pubblici di Forza Italia in collaborazione con Assistal, l'associazione confindustriale che rappresenta le imprese dei servizi energetici, le ESCO, le imprese di facility management e impiantistiche.

Roberto Rossi, presidente di Assistal, ritiene fondamentale rafforzare gli investimenti privati attraverso strumenti esistenti come il partenariato pubblico privato e fare in modo che quest’ultimo non venga depotenziato. “Alla politica chiediamo chiarezza, misure e obiettivi concreti, burocrazia snella nell’accesso ai finanziamenti e negli iter autorizzativi, ma soprattutto di vigilare affinché le politiche europee non diventino controproducenti per le nostre aziende e mediare sugli obiettivi di sostenibilità” ha affermato.

“Pensare che un cittadino italiano possa spendere migliaia di euro per efficientare la sua casa anche usufruendo degli incentivi attualmente previsti - ha affermato Rossi sulla Direttiva Case Green - credo sarebbe un grave ostacolo per una direttiva così veloce e improvvisa da implementare. Bisogna quindi, rafforzare gli investimenti privati attraverso strumenti esistenti come il partenariato pubblico privato e fare in modo che quest’ultimo non venga depotenziato come appare dalle modifiche riportate nel testo del correttivo del codice appalti”.

Anche Federcasa e Federcostruzioni hanno espresso la necessità di massimo utilizzo della partnership pubblico-privato con conseguente minor spesa pubblica.
 
Secondo Alessandro Cattaneo, responsabile nazionale Dipartimenti di Forza Italia, sarebbe fondamentale far ripartire la cessione del credito, che a suo avviso è “l'elemento fondamentale per permettere a condomini, cittadini e aziende di realizzare con successo la riconversione energetica ed edilizia”.
 
Dello stesso parere Erica Mazzetti, responsabile nazionale dipartimento lavori pubblici di Forza Italia, che oltre alla cessione del credito ritiene fondamentale un quadro normativo stabile “che non deve essere più modificato ogni 6 mesi da una circolare dell’Agenzia delle Entrate o da una direttiva di un qualsiasi ente statale”.
 
Secondo Mazzetti le iniziative nazionali non dovrebbero essere indipendenti, ma parte di un piano energetico europeo finanziato con un fondo straordinario.
 

Il periodo di transizione dei bonus edilizi

Fino a quando il nuovo corso dei bonus edilizi non sarà definito, continueranno ad esistere le vecchie detrazioni, anche se in forma depotenziata.
 
L’ecobonus, il bonus ristrutturazioni e il sismabonus con le regole attualmente vigenti scadranno il 31 dicembre 2024.
 
In base al ddl di bilancio, da 1° gennaio 2025 questi bonus edilizi avranno un’aliquota del 50% per le prime case e del 36% per gli altri immobili. Nel 2026 e nel 2027, l’aliquota dei bonus edilizi sarà pari al 36% per gli interventi realizzati sulle prime case e al 30% per gli altri immobili.

Il Superbonus, invece, scadrà definitivamente il 31 dicembre 2025, ma per effetto del ddl di bilancio potranno usufruirne solo condomini, persone fisiche che realizzano interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari, anche se posseduti da un unico proprietario, e enti del terzo settore che abbiano già deliberato gli interventi e presentato o richiesto i titoli abilitativi entro il 15 ottobre 2024.
 
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