14/01/2025 - Il 2024 si chiude con un bilancio climatico preoccupante per l’Italia, segnato da un incremento esponenziale degli eventi estremi; il Paese è sempre più esposto alle conseguenze della crisi climatica, con 351 eventi registrati, un aumento del 485% rispetto al 2015.
I dati arrivano dal rapporto di fine anno dell’
Osservatorio CittàClima di Legambiente che evidenzia l’urgenza di adottare strategie di adattamento, in cui il settore edilizio e urbanistico gioca un ruolo cruciale.
I numeri della crisi climatica nel 2024
Secondo il rapporto di Legambiente, il 2024 è stato caratterizzato da:
- 134 allagamenti e alluvioni causati da piogge intense, con
danni diffusi a infrastrutture e abitazioni, specie in aree urbane densamente abitate;
- 46 esondazioni fluviali, che hanno colpito principalmente il Nord Italia, compromettendo terreni agricoli e vie di comunicazione;
- 34 eventi di siccità, con gravi ripercussioni sulle riserve idriche e sulla produzione agricola, specialmente nelle regioni del Centro-Sud;
- 62 danni da vento forte e 30 da grandinate, che hanno messo
in crisi edifici e infrastrutture non progettate per resistere a questi fenomeni.
L’area metropolitana più colpita è stata
Roma, seguita da Milano e Napoli, ma eventi significativi si sono verificati anche in città come Catania e Bologna.
Progettazione urbana e edilizia: le priorità per il futuro
I dati raccolti delineano un quadro chiaro: l’Italia deve adattare il suo patrimonio edilizio e le sue infrastrutture alle nuove sfide climatiche. Per i progettisti, questa crisi rappresenta una chiamata all’azione verso soluzioni che integrino resilienza e sostenibilità.
Alcune priorità emergenti includono:
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gestione sostenibile delle acque meteoriche: progettare sistemi di drenaggio urbano, come vasche di laminazione e pavimentazioni drenanti, per mitigare il rischio di allagamenti;
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infrastrutture verdi: incrementare la presenza di parchi urbani, tetti verdi e fasce alberate per ridurre l’effetto isola di calore e migliorare la capacità di assorbimento delle precipitazioni;
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resistenza degli edifici agli eventi estremi: adottare materiali innovativi capaci di resistere a venti forti e grandinate, migliorando al contempo l’isolamento termico e l’efficienza energetica;
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Sistemi idrici resilienti: promuovere il riutilizzo delle acque grigie e la raccolta di acque piovane in contesti residenziali e industriali.
Crisi climatica, esempi di interventi virtuosi
Legambiente sottolinea la necessità di investire in soluzioni che abbiano già dimostrato la loro efficacia. Progetti come i quartieri resilienti sviluppati a Milano e Torino, dove infrastrutture verdi e soluzioni tecnologiche convivono, rappresentano un modello replicabile in altre aree urbane.
In ambito edilizio, l’uso di
strumenti come i Digital Twin sta rivoluzionando il modo di progettare, consentendo una simulazione accurata delle interazioni climatiche su edifici e infrastrutture, migliorando la loro resistenza e durabilità.
Il 2024 ha evidenziato l’urgenza di un ripensamento strutturale delle città italiane. Per i progettisti, il compito è duplice: rispondere alle necessità immediate di un ambiente costruito resiliente e pianificare soluzioni a lungo termine per affrontare l’evoluzione della crisi climatica.