
Divieto di qualificarsi con i lavori della subappaltatrice, per Finco tutela la qualità
LAVORI PUBBLICI
Divieto di qualificarsi con i lavori della subappaltatrice, per Finco tutela la qualità
L’associazione giudica positivamente le novità del Correttivo e commenta le richieste di modifica avanzate da Ance
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del 28/01/2025

23/01/2025 - Il divieto, per l’appaltatore, di qualificarsi usando i lavori svolti in subappalto da un’altra impresa assicura la qualità. Ad affermarlo è la Federazione Industrie, Prodotti, Impianti, Servizi ed Opere Specialistiche per le costruzioni (Finco).
Finco ha commentato le novità introdotte dal Correttivo del Codice Appalti in materia di qualificazione e subappalto e ha risposto alle affermazioni fatte nei giorni scorsi dall’Associazione Nazionale Costruttori edili (Ance).
“L’audizione chiarisce definitivamente chi è per la qualificazione (e la qualità) e chi ne parla soltanto” esordisce Finco.
“Viene infatti richiesto - con un improprio riferimento all’Europa il cui eventuale richiamo in realtà riguarderebbe solo gli appalti sopra soglia (5.538.000 euro) che costituiscono, indicativamente, il 5% del numero complessivo - un passo indietro all’Esecutivo sul tema della qualificazione attraverso i lavori subappaltati. Ai costruttori (a questi costruttori) non basta che l’impresa generale possa attribuirsi i lavori subappaltati (cioè NON ESEGUITI) in relazione alla cifra d’affari complessiva, ma vogliono anche attribuirsi, ai fini della possibilità di futura partecipazione ai lavori pubblici, i lavori subappaltati per qualificarsi in categorie di lavori che non hanno eseguito (e che, se sono stati subappaltati, probabilmente non sanno fare)”.
Finco definisce “sconcertante” la richiesta di Ance.
“Dopo anni - continua Finco - l’Esecutivo è riuscito finalmente a stabilire due concetti basilari ed a metterli nero su bianco; concetti comprensibili a tutti: i lavori vanno fatti eseguire da chi li sa fare e ci si qualifica (alla esecuzione di opere pubbliche) con i lavori effettivamente svolti”.
“Questo - prosegue - va a favore della qualità delle opere e della sicurezza (molto di più della Patente a Crediti e della velata imposizione di determinati Contratti Collettivi di Lavoro - e Casse Edili). Questo va a favore della qualificazione dei lavoratori e della tesaurizzazione delle professionalità. Organizzare una sala operatoria non fa diventare chirurghi! O sì?”
“E questo nulla ha a che vedere con ipotetiche limitazioni all’utilizzo del subappalto o con la responsabilità complessiva che grava sull’appaltatore (responsabilità cui concorre anche il subappaltatore, e che è, in ogni caso, sufficientemente remunerata dal momento che con il nuovo Codice il subappalto può essere affidato a qualsiasi prezzo)”.
Finco conclude con la preghiera di mantenere invariate le novità introdotte dal Correttivo e annuncia che, in caso contrario, chiederà anche la revisione del sistema delle Soa “che sono state comunque sinora un baluardo contro la barbarie, poiché avremmo la prova provata che la qualificazione nell’ottica del Legislatore non sarà più una verifica delle effettive e specifiche capacità aziendali ma diventerà un mero controllo amministrativo”.
Gli appaltatori possono invece utilizzare i lavori eseguiti in subappalto nelle categorie scorporabili solo per dimostrare la cifra d’affari complessiva, ma non per la qualificazione.
Questo significa che dal 31 dicembre 2024, data di entrata in vigore del Correttivo, le imprese possono qualificarsi solo con i lavori svolti direttamente, mentre non rilevano le attività di controllo e coordinamento che l’appaltatore svolge nei confronti dei subappaltatori.
Finco ha commentato le novità introdotte dal Correttivo del Codice Appalti in materia di qualificazione e subappalto e ha risposto alle affermazioni fatte nei giorni scorsi dall’Associazione Nazionale Costruttori edili (Ance).
Qualificazione con lavori in subappalto, no di Finco
Finco ha diffuso una nota per commentare l’audizione di Ance sul ddl Milleproroghe, con cui i costruttori hanno sottolineato che i nuovi limiti introdotti dal Correttivo ostacolerebbero il ricorso al subappalto, col rischio di incorrere in nuovi richiami da parte dell’Unione Europea e di non tutelare le piccole imprese.“L’audizione chiarisce definitivamente chi è per la qualificazione (e la qualità) e chi ne parla soltanto” esordisce Finco.
“Viene infatti richiesto - con un improprio riferimento all’Europa il cui eventuale richiamo in realtà riguarderebbe solo gli appalti sopra soglia (5.538.000 euro) che costituiscono, indicativamente, il 5% del numero complessivo - un passo indietro all’Esecutivo sul tema della qualificazione attraverso i lavori subappaltati. Ai costruttori (a questi costruttori) non basta che l’impresa generale possa attribuirsi i lavori subappaltati (cioè NON ESEGUITI) in relazione alla cifra d’affari complessiva, ma vogliono anche attribuirsi, ai fini della possibilità di futura partecipazione ai lavori pubblici, i lavori subappaltati per qualificarsi in categorie di lavori che non hanno eseguito (e che, se sono stati subappaltati, probabilmente non sanno fare)”.
Finco definisce “sconcertante” la richiesta di Ance.
“Dopo anni - continua Finco - l’Esecutivo è riuscito finalmente a stabilire due concetti basilari ed a metterli nero su bianco; concetti comprensibili a tutti: i lavori vanno fatti eseguire da chi li sa fare e ci si qualifica (alla esecuzione di opere pubbliche) con i lavori effettivamente svolti”.
“Questo - prosegue - va a favore della qualità delle opere e della sicurezza (molto di più della Patente a Crediti e della velata imposizione di determinati Contratti Collettivi di Lavoro - e Casse Edili). Questo va a favore della qualificazione dei lavoratori e della tesaurizzazione delle professionalità. Organizzare una sala operatoria non fa diventare chirurghi! O sì?”
“E questo nulla ha a che vedere con ipotetiche limitazioni all’utilizzo del subappalto o con la responsabilità complessiva che grava sull’appaltatore (responsabilità cui concorre anche il subappaltatore, e che è, in ogni caso, sufficientemente remunerata dal momento che con il nuovo Codice il subappalto può essere affidato a qualsiasi prezzo)”.
Finco conclude con la preghiera di mantenere invariate le novità introdotte dal Correttivo e annuncia che, in caso contrario, chiederà anche la revisione del sistema delle Soa “che sono state comunque sinora un baluardo contro la barbarie, poiché avremmo la prova provata che la qualificazione nell’ottica del Legislatore non sarà più una verifica delle effettive e specifiche capacità aziendali ma diventerà un mero controllo amministrativo”.
Qualificazione imprese e subappalto
Ricordiamo che, in base al Correttivo del Codice Appalti, solo i subappaltatori possono utilizzare i certificati di esecuzione lavori (CEL) relativi alle prestazioni eseguite in sede di qualificazione.Gli appaltatori possono invece utilizzare i lavori eseguiti in subappalto nelle categorie scorporabili solo per dimostrare la cifra d’affari complessiva, ma non per la qualificazione.
Questo significa che dal 31 dicembre 2024, data di entrata in vigore del Correttivo, le imprese possono qualificarsi solo con i lavori svolti direttamente, mentre non rilevano le attività di controllo e coordinamento che l’appaltatore svolge nei confronti dei subappaltatori.