Agenzia e proprietario in disaccordo sulla rendita post ristrutturazione, cosa fare?
16/01/2025 - Dopo una ristrutturazione può verificarsi un aumento della rendita catastale dell’immobile. In alcuni casi, però, il proprietario potrebbe non essere d’accordo con il ricalcolo dell’Agenzia delle Entrate.
La Cassazione, con l’ordinanza 29732/2024 ha spiegato quali prove si possono far valere per opporsi alla riclassificazione e dimostrare che non c’è stato alcun aumento della rendita catastale o che la variazione è stata più contenuta.
Aumento rendita catastale dopo ristrutturazione, il caso
I giudici si sono pronunciati sul caso sottoposto dal proprietario di un immobile, che ha realizzato un intervento di ampliamento e ristrutturazione.
A fine lavori, il proprietario ha presentato la denuncia di aumento della rendita catastale con procedura Docfa.
L’Agenzia delle Entrate, però, ha richiesto una modifica sostenendo che l’aumento della rendita catastale dopo la ristrutturazione fosse maggiore rispetto a quello dichiarato da proprietario.
L’Agenzia aveva rilevato la presenza di una piscina, mentre il proprietario sosteneva che si trattasse di una vasca di raccolta dell’acqua.
Il proprietario ha quindi presentato ricorso, lamentando che l'Agenzia non avesse fornito prove sufficienti per giustificare la rettifica della rendita.
Il caso è arrivato in Cassazione.
Aumento rendita catastale dopo ristrutturazione
I giudici hanno fornito una serie di linee guida per dirimere le controversie sull’aumento della rendita catastale dopo la ristrutturazione.
In primo luogo, la Cassazione ha spiegato che l’onere di dimostrare l’aumento della rendita catastale dopo la ristrutturazione spetta all’Agenzia delle Entrate, soprattutto nel caso in cui il contribuente ha utilizzato la procedura Docfa.
Il contribuente deve comunque dimostrare l’infondatezza della pretesa, avvalendosi di criteri di confronto con altre unità immobiliari della medesima zona censuaria.
I giudici hanno osservato che il contribuente non ha prodotto prove fotografiche o documentali per dimostrare che la piscina fosse in realtà una vasca di raccolta delle acque.
Per questo motivo hanno considerato legittime le conclusioni dell'Agenzia e respinto il ricorso del proprietario.