Add Impression
Network
Pubblica i tuoi prodotti
Patente a crediti in edilizia, il caso degli archeologi

Patente a crediti in edilizia, il caso degli archeologi

I professionisti sottolineano la differenza tra cantieri edili e cantieri archeologici e chiedono interventi per evitare richieste ingiustificate dai committenti

Patente a crediti - Foto: cladanifer 123RF.com
Patente a crediti - Foto: cladanifer 123RF.com
di Paola Mammarella
17/01/2025 - La patente a crediti in edilizia è stata introdotta per garantire la sicurezza nei cantieri edili. Confprofessioni e l'Associazione Nazionale Archeologi (ANA) hanno evidenziato che la patente a crediti può avere delle ripercussioni sulle professioni intellettuali e che è necessario distinguere i cantieri edili dai cantieri archeologici.
 
ANA criticità legate alla scorretta interpretazione della norma, in particolare per quanto riguarda il riconoscimento delle professioni intellettuali.
 

Patente a crediti e professioni intellettuali

ANA e Confprofessioni sostengono che le professioni intellettuali si caratterizzano per l’elevata complessità, la discrezionalità e la competenza specialistica necessarie per svolgerle.
 
A differenza delle mansioni standardizzate, si legge in una nota diramata da Confprofessioni e ANA, le attività intellettuali richiedono soluzioni personalizzate basate sull’esperienza e sulla preparazione del professionista.
 
Il Consiglio di Stato con la sentenza 1234/2022, aggiungono, ha specificato che l’esecuzione di operazioni materiali non pregiudica la natura intellettuale di una prestazione.
 
La stessa sentenza, scrivono, ha definito l’archeologo come un professionista che opera con discrezionalità e competenza. Non solo, perché nel Codice Appalti del 2023 l’archeologia è equiparata ai servizi di ingegneria e architettura.
 
“Questo riconoscimento - lamentano - rende ancora più incomprensibile l’inclusione degli archeologi nel campo di applicazione della patente a crediti”.
 

Patente a crediti, la differenza tra cantieri edili e archeologici

ANA afferma che gli interventi di scavo archeologico sono regolati da specifiche certificazioni (OS/25) e coinvolgono professionisti che operano in un regime distinto rispetto a quello edile.
 
Inoltre, anche nei cantieri archeologici, l’attività dell’archeologo rimane di natura intellettuale, come sancito dalla normativa vigente e come chiarito dal documento INAIL “Sicurezza & Archeologia” e dal Codice Ateco.
 
ANA ritiene che l’introduzione della patente a crediti ha generato confusione e interpretazioni errate, penalizzando professionisti come gli archeologi.
 
ANA ricorda che la circolare dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) 4/2024 ha escluso esplicitamente le professioni intellettuali dall’applicazione della normativa, includendo ingegneri, architetti e geometri.
 
Tuttavia, aggiunge, nonostante i chiarimenti forniti, alcune FAQ pubblicate dall’INL riportavano indicazioni imprecise, suggerendo che anche gli archeologi fossero soggetti alla Patente.
 
Nonostante l’ANA abbia segnalato gli errori, l’INL ha operato solo parziali rettifiche, con la conseguenza che, lamenta l’ANA, i professionisti continuano a subire pressioni da parte delle committenze, che minacciano mancati pagamenti o l’esclusione da incarichi futuri in caso di mancata conformità alla normativa.
 

Patente a crediti, tutela della sicurezza e delle professioni intellettuali

“L’applicazione impropria della Patente a Crediti rischia di compromettere il riconoscimento normativo e il valore delle professioni intellettuali. Non possiamo permettere che una normativa pensata per tutelare la sicurezza nei cantieri venga utilizzata per penalizzare professionisti altamente qualificati come gli archeologi” ha dichiarato in una nota il presidente di Confprofessioni Marco Natali.
 
Sia ANA che Confprofessioni chiedono alle istituzioni interventi tempestivi per risolvere queste criticità ed evitare che altre professioni tecniche possano trovarsi in situazioni simili, garantendo al contempo la sicurezza nei cantieri.
Le più lette