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Rigenerazione urbana, il Lazio punta su snellimento e bonus volumetrici

Rigenerazione urbana, il Lazio punta su snellimento e bonus volumetrici

Ma secondo l’Istituto Nazionale di Urbanistica la legge è un nuovo Piano Casa e segue una filosofia da “condono edilizio”

Rigenerazione urbana Lazio, incentivi volumetrici
Rigenerazione urbana Lazio, incentivi volumetrici
di Rossella Calabrese
23/01/2025 - La Regione Lazio sta riscrivendo norme e misure incentivanti per il governo del territorio.
 
È infatti all’esame del Consiglio regionale la proposta di legge n. 171 del 9 agosto 2024 presentata dalla Giunta che modifica normative esistenti e introduce nuove disposizioni “per migliorare l'efficienza amministrativa e incentivare interventi edilizi”.
 
L’assessore regionale all’Urbanistica, Pasquale Ciacciarelli, illustrando il testo in Commissione Urbanistica a settembre, ha sottolineato l’obiettivo di razionalizzare le procedure e promuovere la riqualificazione urbana. “Le semplificazioni introdotte per le modifiche ai piani attuativi prevedono la competenza della giunta comunale anziché del consiglio comunale per tali modifiche, a condizione che non comportino variazioni sostanziali”.
 
“Inoltre - ha aggiunto -, è limitata la necessità del parere paesaggistico solo per le modifiche che riguardano porzioni di piani non interessate da aree effettive. Queste misure mirano a snellire le procedure e ridurre i tempi di approvazione”.
 
L’assessore ha aggiunto che le disposizioni riguardanti gli interventi di ristrutturazione edilizia consentiti prevedono un incremento fino al 15% della volumetria o della superficie lorda esistente per singoli edifici, con un massimo del 30% per demolizione e ricostruzione.
 

Rigenerazione urbana Lazio, INU: ‘è un nuovo Piano Casa’

La proposta di legge, appena approdata in Consiglio regionale, che riforma diverse leggi in materia urbanistica, in particolare legge regionale LR 7/2017, preoccupa l’Istituto Nazionale di Urbanistica: la sezione Lazio sottolinea che gli interventi prospettati, “pur contenendo alcune utili innovazioni, vanno complessivamente nella direzione opposta alle effettive esigenze di rigenerazione urbana di Roma e degli altri centri urbani del Lazio”.
 
L’INU ricorda che la LR 7/2017, istituendo i Programmi di rigenerazione urbana, ha dato ai comuni l’opportunità di programmare, sulle parti di città degradate, interventi edilizi, sociali ed economici e ha consentito loro di individuare come ambiti di riqualificazione e recupero edilizio le zone in cui concentrare interventi di ristrutturazione e/o sostituzione edilizia.
 

La legge del 2017, varata in coincidenza dell’esaurimento del Piano Casa del 2009, ha previsto anche, al di fuori della programmazione comunale, la possibilità di interventi diretti di ampliamento degli edifici in deroga ai piani urbanistici e ha consentito ai Comuni di approvare varianti al PRG per facilitare il cambio di destinazione d’uso degli edifici e per premiare con incentivi volumetrici il miglioramento sismico e l’efficienza energetica.
 
A 7 anni di distanza dalla sua entrata in vigore - secondo INU Lazio -, si riscontra una scarsa applicazione della legge da parte dei Comuni delle misure orientate sui tessuti urbanistici da rigenerare, ma anche, nel caso di Roma, un significativo incremento degli interventi diretti di demolizione e ricostruzione nelle parti di città di maggior pregio (Parioli, Nomentano, Salario, Prati), meno bisognose di rigenerazione urbana. Spesso questi interventi, ammessi automaticamente per legge, hanno creato le proteste degli abitanti e seri dubbi sulla loro legittimità.
 
La prima riflessione che gli urbanisti fanno è quindi che, affinché la rigenerazione urbana non sia solo incentivazione all’edilizia, ma un’azione mirata alla rigenerazione delle parti urbane degradate, bisogna incentivare i comuni a promuovere i programmi mediante lo snellimento procedurale per i piani, ma anche attribuendo loro risorse pubbliche per attivare strategie territoriali integrate, sociali, economiche ed ambientali. Serve insomma un approccio più urbanistico e meno edilizio.
 
Invece, la proposta di legge 171 va nella direzione opposta: per gli interventi diretti aumenta gli incentivi volumetrici (dal 20% al 30% nelle abitazioni e dal 10% al 20% negli edifici produttivi) e li ammette anche nei comuni sprovvisti di PRG; per i programmi di rigenerazione urbana, agisce solo incrementando gli incentivi volumetrici (dal 35% al 60%) e riduce ad “eventuale” la quota di edilizia residenziale pubblica.
 
Secondo INU Lazio, “nell’evidente intento di trasformare la legge sulla rigenerazione urbana in un nuovo Piano Casa, la proposta di legge va oltre: le varianti urbanistiche relative alla liberalizzazione dei cambi di destinazione d’uso e al miglioramento sismico ed energetico, che nella legge attuale sono di competenza esclusiva dei comuni, entrerebbero automaticamente in vigore in caso di inerzia del comune nel ‘recepimento’ delle varianti proposte dalla legge regionale”.
 
La seconda riflessione riguarda quindi l’espropriazione del potere pianificatorio dei comuni, sottratto all’ente di prossimità e quindi alla valutazione nel merito delle specificità territoriali. È - secondo INU - una questione di efficacia, ma anche di superamento dei limiti che un potere legislativo deve mantenere rispetto al potere dei comuni che governano il contesto locale.
 


INU: la legge segue una filosofia da “condono edilizio”

“Nella direzione di una filosofia da “condono edilizio” vanno invece le modifiche alla LR 13/2009 relativa al recupero a fini abitativi e turistico-ricettivi dei sottotetti esistenti, che spostano al 31.12.2023 la data entro la quale dovevano essere stati realizzati i sottotetti (quali volumi tecnici) per essere ammessi a tali trasformazioni e, d’altra parte, estendono questa possibilità anche nei centri storici”.
 
La stessa filosofia pervade anche le modifiche alla LR 38/1999, nella parte relativa all’edificazione in zona agricola: i Piani di Utilizzazione Aziendale, che nella legge attuale identificano gli obiettivi di miglioramento dell’attività agricola cui è condizionata la nuova edificazione, nella proposta di modifica legislativa possono assumere il valore di sanatoria degli edifici agricoli già realizzati abusivamente; d’altra parte la proposta di legge ammette anche, per le abitazioni (non agricole) già realizzate in zona agricola, l’ulteriore realizzazione di accessori (piscine, porticati, tettoie, balconi e box per cavalli), perseguendo e completando così l’edificazione in contrasto con il piano.
 
L’INU Lazio è preoccupato per le norme derogatorie in campo edilizio che la Regione Lazio sta proponendo quale “rigenerazione urbana”, con l’alibi del “contenimento del consumo di suolo”. Richiama invece la necessità, per raggiungere questi giusti obiettivi, di un governo del territorio che metta al centro piani e programmi costruiti dalle istituzioni locali per rispondere alle specifiche criticità del territorio.
 
Per promuovere una nuova stagione urbanistica orientata alla rigenerazione delle città e dei loro tessuti più degradati servirebbe una nuova legge urbanistica regionale che, sul modello della legge di principi proposta dall’INU, indirizzi il governo del territorio verso strategie di sostenibilità e promuova strumenti di pianificazione più agili, orientati al principio di coerenza (anziché di conformità) con gli obiettivi di rigenerazione.
 
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