10/02/2025 - Lo shock economico innescato dalla pandemia ha dato avvio ad una fase espansiva e di riorganizzazione di molti ambiti produttivi, nei quali gli
ingegneri hanno giocato un ruolo importante e di cui hanno beneficiato in buona misura.
Tuttavia, il ciclo economico degli ultimi 4 anni fa registrare un deciso
ridimensionamento che dispiegherà i propri effetti anche sul comparto dei servizi di ingegneria e architettura.
In occasione della Giornata della libera professione, tenutasi il 6 febbraio a Roma, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha diffuso un breve Rapporto, a cura del Centro Studi CNI, che si propone di esaminare
il settore dell’ingegneria nel quadro economico, provando a prevedere le evoluzioni future.
Reddito ingegneri: +60% tra il 2019 e il 2023
Le stime di crescita del Pil per il 2024 - spiega il Rapporto - sono state tagliate dall’1% allo 0,5% ma soprattutto sono calati gli investimenti in costruzioni: -4,2% nel 2024 e -6,2% nel 2025. Nel periodo 2021-2023, invece, il comparto edile aveva ripreso a crescere a ritmi sostenuti e questo ha generato effetti positivi per un numero elevato di studi professionali.
Nel 2023 il reddito professionale medio degli ingegneri iscritti ad Inarcassa risulta
aumentato del 60% rispetto al livello registrato nel 2019. Più in dettaglio, nel
2020 il reddito professionale medio annuo degli ingegneri era pari a
34.775 euro annui, nel 2021 si è attestato a 44.459 euro, con un incremento del 28%. Ma il vero salto si è verificato nel 2022 con un reddito medio, contabilizzato da Inarcassa, di 54.000 euro, fino ad arrivare a
59.000 euro stimati per il
2023, mentre nel 2024 si è verificato un leggero ridimensionamento di tale cifra.
Un altro indicatore commentato nel Rapporto è il
fatturato degli ingegneri iscritti ad Inarcassa: dai 3,8 miliardi di euro del periodo pre-Covid, si è passati a ben 6,4 miliardi di euro di fatturato nel 2023 e a 6,3 miliardi nel 2024 (
+65%).
Ingegneri, architetti (sia iscritti ad Inarcassa che operanti come liberi professionisti con gestione separata) e società di ingegneria operanti nel comparto SIA hanno registrato un giro d’affari che, dai
7,9 miliardi di euro del 2019, è passato a ben 10,9 miliardi di euro nel 2021, con una proiezione di
14,7 miliardi di euro nel 2024.
Tra il 2019, anno pre-crisi, ed oggi si stima dunque un
incremento del volume d’affari per i professionisti del comparto SIA dell’86%: valori mai registrati in precedenza.
Nonostante il boom, gli ingegneri sono sempre meno
Anche a causa di questo vero e proprio boom - continua il Rapporto -, molti studi di ingegneria hanno avuto difficoltà negli ultimi due anni a reperire un numero sufficiente di professionisti per far fronte all’incremento di volume delle commesse. I laureati che decidono di sostenere l’esame di Stato restano pochi e ancora meno sono coloro che si iscrivono all’Albo professionale: negli ultimi 5 anni mediamente solo il 10% dei laureati.
“Negli ultimi anni - afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI - abbiamo rilevato da un lato l’alta domanda delle imprese, dall’altro la scarsa offerta di competenze e figure operanti nell’ingegneria. Rispetto all’attuale fabbisogno, registriamo una preoccupante carenza di ingegneri.
Mancano alcune migliaia di ingegneri all’anno, nonostante il numero di laureati sia in costante aumento. In genere i datori di lavoro non lamentano l’insufficienza delle competenze, ma proprio la mancanza di candidati”.
La fine del superbonus causa la riduzione di redditi e fatturati
A partire dal 2024 e per tutto il 2025 lo scenario roseo sopra descritto è destinato a mutare radicalmente. Il fatturato e il reddito professionale sono stimati in progressiva riduzione, soprattutto
a causa del venir meno dei cospicui finanziamenti collegati ai Superbonus ed al fatto che, nel 2025 e nel 2026, il Governo ha optato per una revisione piuttosto radicale delle aliquote di detrazione di tutti gli interventi di ristrutturazione in edilizia.
Il CNI calcola una flessione degli investimenti in costruzioni nel 2024 del 4,2% e nel 2025 del 6,2%, ponendo fine ad un super incremento nei tre anni precedenti. È probabile che nel 2025 e nel 2026 il
ridimensionamento del fatturato del settore dei Sia sarà meno marcato di quello delle costruzioni, grazie ai finanziamenti ancora disponibili per la progettazione e realizzazione di opere pubbliche a valere sul PNRR. Lo scenario globale, però, parla chiaro.
“Questi dati pongono una serie di domande - dice Elio Masciovecchio, Vice Presidente del CNI -. Il forte incremento di fatturato fatto registrare da molti studi professionali ha significato anche una crescita in termini di dimensioni delle strutture professionali? A questo boom si è accompagnato il rapido inserimento delle nuove generazioni di professionisti nel settore? Siamo riusciti a realizzare la sinergia tra differenti competenze specialistiche attraverso la nascita di studi professionali multisettoriali e multifunzionali? Ebbene, la sensazione è che in questi anni vi sia stata una crescita dimensionale di molti studi di ingegneria ma ora bisognerà verificare quanto questi cambiamenti potranno essere strutturali e duraturi nel tempo, se e come gli studi potranno affrontare un ciclo economico peggiorativo”.