12/03/2025 - Il concetto di
Città dei 15 minuti è un modello di pianificazione urbana sviluppato dal professore franco-colombiano
Carlos Moreno, docente alla Sorbona di Parigi, diventato un punto di riferimento per l’
urbanistica sostenibile.
L’idea alla base è ripensare la città affinché tutte le
funzioni essenziali della vita quotidiana —lavoro, istruzione, sanità, commercio, svago e cultura —
possano compiersi in un tempo ragionevole e in uno spazio sensibile, ovvero siano accessibili in un raggio di 15 minuti a piedi o in bicicletta dalla propria abitazione.
Qual è l’obiettivo della città dei 15 minuti?
L’obiettivo della Città dei 15 minuti è
riconnettere le persone con il proprio territorio, riducendo la necessità di spostamenti forzati e migliorando la qualità della vita urbana.
Questo modello segna un
cambio di prospettiva rispetto alla pianificazione urbanistica tradizionale, che punta a
ottimizzare i tempi di percorrenza tra punti distanti. Invece di progettare città in cui le persone devono
muoversi rapidamente per accedere ai servizi essenziali, la Città dei 15 minuti mira a
portare quei servizi più vicino alle persone, riducendo così la dipendenza dall’auto e dai trasporti pubblici.
Per raggiungere questo obiettivo, il modello si oppone all’
urbanizzazione del XX secolo, che ha privilegiato la
zonizzazione funzionale, separando nettamente le
aree residenziali, commerciali e produttive, costringendo i cittadini a lunghi spostamenti quotidiani.
Come afferma
Carlos Moreno, ideatore del concetto:
È tempo di passare dalla pianificazione urbanistica alla pianificazione della vita urbana. Ciò significa trasformare lo spazio della città, ancora altamente mono-funzionale, in una realtà policentrica, basata su quattro componenti principali - vicinanza, diversità, densità e ubiquità - per offrire a breve distanza le sei funzioni sociali urbane essenziali: vivere, lavorare, fornire, curare, imparare e godere.
La Città dei 15 minuti, quindi, promuove spazi urbani più integrati e policentrici, in cui ogni quartiere possa offrire tutte le funzioni essenziali della vita quotidiana.
I vantaggi della Città dei 15 minuti
Il principale vantaggio della Città dei 15 minuti è il miglioramento del
work-life balance. Riducendo drasticamente il tempo sprecato in
spostamenti quotidiani, ingorghi e code, le persone possono
riappropriarsi del proprio tempo vitale, dedicandolo al benessere personale, alla famiglia o alle attività di interesse.
Dal punto di vista sociale, questo modello urbano incentiva la
coesione della comunità, favorendo la
socializzazione e la creazione di
legami più forti nei quartieri. Inoltre, riducendo la distanza tra centro e periferia in termini di accesso ai servizi, contribuisce a
minimizzare le disuguaglianze urbane e a migliorare la qualità della vita in tutte le zone della città.
Benefici ambientali
Un altro aspetto fondamentale è il
miglioramento della sostenibilità urbana. La possibilità di spostarsi quotidianamente in bicicletta o a piedi riduce la dipendenza dalle automobili, con un impatto diretto sulla diminuzione del traffico e delle emissioni di CO₂. Questo porta a una città
più vivibile, meno inquinata e meno rumorosa.
Miglioramento della qualità dell’aria e degli spazi pubblici
La riduzione delle auto in circolazione trasforma le strade da semplici corridoi di traffico a veri e propri spazi pubblici. Il recupero di aree prima destinate ai veicoli consente la creazione di
parchi, fontane, alberi e orti urbani, contribuendo a mitigare l’
effetto isola di calore e rendendo i quartieri più
piacevoli, verdi e a misura d’uomo.
Dove è stata applicata la Città dei 15 minuti?
L’idea della
Città dei 15 minuti ha trovato applicazione in diverse città, con strategie adattate al contesto locale. Alcuni esempi sono
Parigi, Barcellona, Milano e Roma, che hanno avviato progetti ispirati a questo modello urbano.
Parigi: scuole e spazi verdi per una città più vivibile
Parigi ha adottato il concetto della Città dei 15 minuti come parte della visione urbanistica promossa dal sindaco
Anne Hidalgo, basata sul programma
“Paris en Commun”. Uno degli interventi chiave è la trasformazione degli
spazi scolastici in poli di aggregazione, con cortili aperti alla comunità oltre l’orario scolastico.
Dal 2020, il modello è stato applicato alla
rigenerazione urbana, con la creazione di oltre
100 nuovi parchi pubblici in quartieri precedentemente privi di aree verdi, migliorando la qualità della vita e riducendo il traffico.
Barcellona: il modello dei Superblocchi
Barcellona ha sperimentato un approccio simile attraverso i
Superblocchi (
Superilles), quartieri con traffico ridotto dove strade e piazze diventano
spazi pedonali, aree verdi e luoghi di aggregazione.
L’obiettivo è ridurre la dipendenza dall’auto e favorire un modello urbano più sostenibile, in cui i servizi essenziali siano facilmente accessibili a piedi o in bicicletta.
Roma: 15 Municipi, 15 progetti per una città più accessibile
Roma ha avviato il piano
"15 Municipi, 15 progetti per la città in 15 minuti", che prevede la rigenerazione urbana di 15 aree, una per ogni municipio. L’obiettivo è migliorare l’accessibilità ai servizi di prossimità, creando
spazi pubblici, aree verdi e infrastrutture per la mobilità sostenibile, riducendo il divario tra centro e periferia.
Milano: innovazione sociale e coesione nei quartieri
Milano ha adottato un approccio basato su economia di prossimità e innovazione sociale. Il progetto
"Milano a 15 minuti - Innovazione sociale" mira a
rafforzare il tessuto economico locale e a creare nuove opportunità di lavoro e autoimprenditorialità nei quartieri.
Un esempio concreto è
"La Scuola dei Quartieri", un’iniziativa che aiuta i cittadini a sviluppare
progetti di innovazione sociale e servizi di quartiere, migliorando la qualità della vita nelle zone più vulnerabili.
Critiche alla Città dei 15 minuti: ci sono rischi di emarginazione e gentrification?
Se da un lato il modello della Città dei 15 minuti promette una migliore qualità della vita e un uso più sostenibile dello spazio urbano, dall’altro
potrebbero esserci delle criticità? È davvero possibile garantire una distribuzione equa dei servizi in tutti i quartieri o
si rischia di creare nuove disuguaglianze territoriali?
Non tutte le aree urbane dispongono delle stesse infrastrutture e servizi: la creazione di quartieri “autosufficienti” potrebbe accentuare le differenze tra zone centrali e periferiche? Alcuni quartieri potrebbero beneficiare di maggiori investimenti e attrattività, mentre altri resterebbero meno sviluppati, con il rischio di una nuova forma di emarginazione urbana?
E poi, c’è la
questione della gentrification: l’arricchimento di alcune aree, con il potenziamento dei servizi e il miglioramento della qualità urbana, potrebbe spingere fuori i residenti storici a causa dell’aumento dei prezzi delle case? In città come Parigi, Milano e Barcellona, la rigenerazione urbana ha già avuto un impatto sul mercato immobiliare. Potrebbe accadere lo stesso con la Città dei 15 minuti?
Forse la
vera sfida non è solo quella di accorciare le distanze tra le persone e i servizi, ma anche di
garantire che questa trasformazione sia davvero inclusiva. È possibile evitare che il modello diventi elitario e che alcune fasce di popolazione ne restino escluse? Quali strategie e investimenti potrebbero assicurare che questo nuovo paradigma urbano non generi nuove disuguaglianze, ma sia un’opportunità per tutti?
Credits immagine:
Paris en Commun’s 15-min city concept. From the top, clockwise, the headings read: Learn, Work, Share and Re-Use, Get Supplies, Take the Air, Self-Develop and Connect, Look After Yourself, Get Around, Spend, and Eat Well. Source: Paris en Commun [37,48]. - Fonte: Pisano, Carlo. (2020). Strategies for post-COVID cities: An insight to Paris En Commun and Milano 2020. Sustainability. 12. 5883. 10.3390/su12155883 - Scientific Figure on ResearchGate. Available from: https://www.researchgate.net/figure/Paris-en-Communs-15-min-city-concept-From-the-top-clockwise-the-headings-read-Learn_fig1_343141364 [accessed 11 Mar 2025]