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Il Comune può contestare una Cila Superbonus dopo tre anni?
di Redazione Edilportale

Il Comune può contestare una Cila Superbonus dopo tre anni?

Il CdS risolve il caso di un titolo abilitativo presentato nel 2021 e dichiarato inefficace nel 2024 dal Comune che non ha chiesto nessuna integrazione

Cila Superbonus - Foto: dasharomanova 123RF.com
Cila Superbonus - Foto: dasharomanova 123RF.com
di Redazione Edilportale
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17/03/2025 - La Cila Superbonus è il titolo abilitativo che ha dato il via a molti interventi di efficientamento energetico agevolati con la maxi-detrazione 110%.
 
Le Cila Superbonus incomplete o scorrette hanno creato difficoltà ai potenziali beneficiari del Superbonus, che in alcuni casi hanno perso la possibilità di ottenere l’agevolazione o non si sono trovati nella finestra temporale giusta per usufruire di condizioni più vantaggiose.
 
È questo il caso trattato dal Consiglio di Stato che, con la sentenza 1651/2025, ha definito le responsabilità del Comune che non esamina in tempo la Cilas Superbonus e ha spiegato cosa può fare il privato.
 

Il caso della Cilas Superbonus

I giudici hanno esaminato un caso iniziato nel 2021, quando il proprietario di un immobile ha presentato la Cila Superbonus per la realizzazione di un intervento di efficientamento energetico.
 
Il 20 marzo 2024 il Comune ha inviato al proprietario la comunicazione d’inefficacia della Cila Superbonus.
 
Il proprietario ha presentato ricorso, impugnando la comunicazione d’inefficacia della Cila Superbonus.
 
Egli sostiene che il Comune avrebbe dovuto effettuare i controlli entro 30 giorni e fornire un feedback immediato sulla regolarità della pratica. Il proprietario, lamenta che, se il Comune fosse stato più tempestivo, avrebbe potuto ripresentare la Cila Superbonus rispettando il termine del 17 febbraio 2023 per poter scegliere la cessione del credito o lo sconto in fattura.

Il proprietario ritiene quindi di aver subito un danno a causa della comunicazione d’inefficacia della Cila Superbonus e ne ha chiesto l'annullamento.
 

Tempestività e responsabilità del Comune che riceve la Cila Superbonus

In primo grado, il Tribunale Amministrativo della Campania ha respinto il ricorso, spiegando che la Cila non è un atto impugnabile.
 
Secondo i giudici del Tar, la Cila ha il valore di un semplice avviso e non ha valore provvedimentale. Il Tar ritiene che la Cila sia un adempimento di carattere amministrativo, non un atto impugnabile.
 
Il proprietario ha quindi presentato appello e il Consiglio di Stato, con la sentenza 1651/2025, ha fornito un’interpretazione diversa.
 
Il CdS ha ricordato che ci sono due orientamenti giurisprudenziali in merito alla Cila.
 
Il primo ritiene che le attività soggette a Cila sono libere, non sottoposte a un controllo sistematico da espletare sulla base di procedimenti formali e di tempistiche perentorie. Questo significa che il Comune non deve verificare il contenuto della Cila per accertare se il suo uso sia conforme all'intervento da realizzare. La Cila, quindi, non può essere annullata, ma il Comune può solo sanzionare l’intervento in cui questo si riveli illegittimo. Il Tar ha evidentemente aderito a questo orientamento.
 
Il secondo orientamento della giurisprudenza parte dal presupposto che la Cila è utilizzata anche per opere quantitativamente rilevanti. Non essendo previsti controlli sistematici, il privato è sempre esposto al rischio che la PA riscontri qualche irregolarità e imponga il blocco dei lavori o le sanzioni.
 
Il CdS ha inoltre ricordato che la Corte Costituzionale, con la pronuncia 55/2019, ha stabilito che le declaratorie di irricevibilità o le archiviazioni delle comunicazioni di inizio lavori sono atti impugnabili perché, anche se esprimono poteri non tipizzati, possono essere lesivi dei diritti altrui. Il CdS ha aderito a questa pronuncia, chiarendo che la Cila Superbonus può essere impugnata. 
 
Il CdS ha aggiunto che la Cila Superbonus presentata nel 2021 presentava solo irregolarità documentali, che si sarebbero potute superare attraverso l’attivazione del generale dovere di soccorso istruttorio, previsto dall’articolo 6 della Legge 241/1990.
 
Questo significa che il Comune avrebbe dovuto tempestivamente avvertire il proprietario e aiutarlo a integrare la Cila Superbonus con le informazioni mancanti.
 
Sulla base di queste considerazioni, il CdS ha accolto il ricorso e annullato la comunicazione d’inefficacia della Cila Superbonus.
 

Cila Superbonus valida, cosa succede

Risolto il contenzioso, resta da capire cosa accadrà dopo aver appurato che la Cila Superbonus è valida.
 
In base alla normativa vigente, dal momento che la Cila Superbonus è stata presentata prima del 17 febbraio 2023, il proprietario potrebbe ancora scegliere lo sconto in fattura e la cessione del credito.
 
Rispetto al 2021, anno in cui il proprietario ha presentato la Cilas Superbonus, però, la situazione è radicalmente cambiata e nella pratica il fenomeno dei crediti bloccati ha fortemente limitato tali chances.
 
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