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Ricostruzione post-calamità, ecco tutte le novità

Ricostruzione post-calamità, ecco tutte le novità

Legge approvata in via definitiva: modello unico con Commissario straordinario, criteri per gli aiuti alla ricostruzione privata e pubblica, anticipo del risarcimento alle aziende dotate di polizza catastrofale

Vedi Aggiornamento del 09/04/2025
Legge sulla ricostruzione post-calamità - Foto: germanopoli 123rf.com
Legge sulla ricostruzione post-calamità - Foto: germanopoli 123rf.com
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 09/04/2025
17/03/2025 - La Legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità è stata approvata in via definitiva dal Senato il 12 marzo scorso.
 
La norma punta a tracciare un quadro normativo organico per affrontare la ricostruzione nei territori colpiti da calamità naturali o da eventi distruttivi causati dall’uomo, disciplinando tutte le fasi successive allo stato di emergenza e cercando di garantire interventi più veloci, coordinati ed efficienti per ripristinare la sicurezza delle infrastrutture e la vivibilità delle comunità coinvolte.
 
Uno degli aspetti fondamentali della Legge sulla ricostruzione post-calamità è la creazione di una catena di comando chiara, che assegna ruoli e responsabilità specifiche ai vari enti coinvolti. Inoltre, introduce strumenti di finanziamento e controllo per assicurare trasparenza e corretto utilizzo delle risorse.
 

Lo stato di ricostruzione nazionale

Dopo una calamità, viene dichiarato lo stato di emergenza, che consente l’attivazione di misure straordinarie per la gestione immediata della crisi. Una volta terminata questa fase, se i danni risultano particolarmente estesi e richiedono interventi di lunga durata, il Consiglio dei Ministri può deliberare lo stato di ricostruzione di rilievo nazionale.
 
Questo status, che può durare fino a 5 anni (con possibilità di proroga fino a 10 anni), permette di attivare strumenti speciali per la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio. È importante sottolineare che la decisione viene presa solo dopo una ricognizione dettagliata dei danni, effettuata dal Dipartimento della Protezione Civile.
 

Il Commissario straordinario per la ricostruzione

Per coordinare il processo di ricostruzione, viene nominato un Commissario straordinario, che può essere il presidente della Regione colpita o un esperto con comprovate competenze gestionali e tecniche. Il suo compito è quello di pianificare gli interventi, definendo un programma pluriennale che tenga conto delle esigenze delle comunità locali, dell’efficienza delle infrastrutture e della sicurezza degli edifici.
 
Il Commissario lavora in stretto contatto con la Cabina di Coordinamento per la Ricostruzione, un organo che riunisce rappresentanti di Ministeri, Regioni, Province e Comuni coinvolti nella gestione post-calamità. Questa struttura ha il compito di garantire un’azione omogenea e di risolvere eventuali conflitti di competenza tra gli enti locali.
 

La ricostruzione post-calamità degli edifici privati

Uno degli aspetti più importanti della legge riguarda gli interventi sugli edifici privati danneggiati. La normativa prevede l’erogazione di contributi economici per il ripristino o la ricostruzione delle abitazioni colpite dalla calamità, con criteri precisi per garantire che i fondi vengano assegnati solo a chi ne ha diritto.
 
Per ottenere questi aiuti, il proprietario dell’immobile danneggiato deve presentare una domanda al Comune, allegando una relazione tecnica asseverata che dimostri il collegamento diretto tra i danni subiti e l’evento calamitoso. Il Commissario straordinario ha il compito di verificare le richieste e concedere i contributi, effettuando anche controlli a campione per evitare abusi.
 
Una novità importante è il criterio della ricostruzione sostenibile: gli interventi devono rispettare criteri di efficienza energetica, sicurezza sismica e compatibilità ambientale. La ricostruzione non si limita a ricostruire gli edifici ma mira a migliorarne la qualità e la resistenza per prevenire futuri disastri.
 


La ricostruzione post-calamità delle infrastrutture pubbliche

Oltre agli edifici privati, la legge prevede un piano specifico per la ricostruzione di opere pubbliche e beni culturali. In particolare, vengono destinati fondi per la riqualificazione di scuole, ospedali, municipi, caserme, edifici storici e luoghi di culto.
 
Questi interventi vengono gestiti da vari enti, tra cui il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero della Cultura, che si occupa in particolare del recupero del patrimonio artistico danneggiato. Per rendere più efficiente e trasparente l’affidamento dei lavori pubblici, la legge prevede il ricorso a una Centrale unica di committenza, che si avvale di società specializzate come Consip e Invitalia.
 

Gestione dei materiali e tutela dei lavoratori

Un altro aspetto innovativo della normativa riguarda la gestione delle macerie e dei materiali da demolizione. Per evitare sprechi e ridurre l’impatto ambientale, viene promosso il riutilizzo delle macerie in nuovi progetti di costruzione.
 
Le macerie vengono raccolte e trattate in siti di deposito temporaneo, con l’obbligo di separare i materiali riutilizzabili da quelli da smaltire. Particolare attenzione è riservata alla bonifica dei rifiuti pericolosi, come l’amianto, che devono essere trattati con procedure speciali.
 
Allo stesso tempo, il Commissario straordinario ha il compito di promuovere interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, ad esempio attraverso la rinaturalizzazione di corsi d’acqua e la costruzione di barriere di protezione.
 
La normativa pone grande attenzione anche alla sicurezza sul lavoro, imponendo l’obbligo di rispetto dei contratti collettivi nazionali per tutti gli operai impiegati nei cantieri della ricostruzione.
 
Ogni lavoratore deve essere dotato di un tesserino identificativo, mentre le imprese edili sono tenute a rispettare rigide norme di sicurezza. Per evitare pratiche di sfruttamento, vengono attivati controlli sui pagamenti e sugli obblighi contributivi.
 
 

Aiuti alle imprese e anticipo del 30% del risarcimento

Per favorire la ripresa economica nelle aree colpite, vengono stanziati fondi destinati a piccole e medie imprese, che possono usufruire di sgravi fiscali e agevolazioni per la ricostruzione dei loro stabilimenti.
 
Viene inoltre introdotta una procedura semplificata per ottenere un anticipo del 30% del risarcimento sui danni subiti a causa di un evento calamitoso, nei territori in cui è stato dichiarato lo stato di ricostruzione di rilievo nazionale.
 
Potranno richiedere questo anticipo del 30% soltanto le aziende che hanno stipulato una polizza catastrofale, cioè l’assicurazione sui danni a beni mobili e immobili obbligatoria entro il 31 marzo 2025, prevista dalla Legge di Bilancio 2024 e disciplinata dal DM 18 del 30 gennaio 2025 pubblicato a fine febbraio 2025.
 
La richiesta dovrà essere inviata entro 90 giorni dall’evento, allegando una perizia tecnica asseverata. L’impresa assicurativa ha 15 giorni per effettuare un sopralluogo e verificare il danno. Se il danno è confermato e non ci sono contestazioni, la compagnia deve erogare il 30% dell’indennizzo entro 5 giorni dal sopralluogo. Se il sopralluogo non viene effettuato nei tempi previsti, l’anticipo deve comunque essere versato entro 20 giorni dalla richiesta.
 
Le compagnie assicurative non potranno rifiutare o ritardare l’anticipo, salvo cause di nullità o annullabilità del contratto. La procedura di anticipo non pregiudica l’iter successivo per la liquidazione completa del danno.
 
L’anticipo del 30% del risarcimento si applica a tutte le polizze assicurative stipulate dopo l’entrata in vigore della legge. Vale anche per i contratti precedenti, se i termini per la denuncia del sinistro non sono ancora scaduti.
 

Consiglio Nazionale Ingegneri soddisfatto per l’approvazione della Legge

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri esprime soddisfazione per l’approvazione definitiva del Codice della Ricostruzione.
 
“Si tratta di un passo avanti fondamentale per il nostro Paese - sottolinea Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI - perché finalmente introduce criteri certi, tempi snelli e maggiore coordinamento tra istituzioni e professionisti tecnici. L’Italia ha bisogno di strumenti operativi chiari e di norme uniformi per garantire a cittadini, imprese e amministrazioni locali interventi veloci e sicuri. La prevenzione, infatti, si realizza anche attraverso una buona ricostruzione, fatta con regole precise e professionalità adeguate”.
 
Attraverso il Consigliere Alberto Romagnoli, delegato alla Ricostruzione post-Sisma, il CNI sottolinea anche l’importanza del coordinamento istituzionale e dell’aggregazione delle professionalità tecniche: “Il Codice della Ricostruzione risponde concretamente alle richieste che la categoria degli ingegneri ha posto fin dall’inizio del percorso normativo. La collaborazione istituzionale con gli Ordini territoriali, il Tavolo Tecnico Sisma e tutte le professioni tecniche coinvolte e la promozione di aggregazioni stabili tra professionisti consentirà di accelerare ulteriormente i tempi delle procedure e migliorerà la qualità complessiva della progettazione e dell’esecuzione degli interventi. Questo provvedimento è dunque un’occasione importante per rafforzare la rete professionale e dare risposte tempestive e qualificate ai cittadini”.
 
In linea con quanto espresso anche dal Commissario Straordinario Guido Castelli, il CNI sottolinea l’importanza di aver superato una gestione frammentata e complessa delle emergenze, adottando un modello normativo unitario che mette finalmente ordine al patchwork legislativo e burocratico del passato.
 
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