18/03/2025 - La revisione della rendita catastale, operata d’ufficio dall’Agenzia delle Entrate, deve essere motivata.
Lo ha spiegato la Corte di Cassazione con la sentenza 4684/2025.
Il caso della revisione rendita catastale d’ufficio
I giudici si sono pronunciati su un caso che è iniziato quando l’Agenzia delle Entrate ha rideterminato d’ufficio il classamento e la rendita catastale di un immobile situato a Roma.
L’Agenzia ha riclassificato l’immobile, attribuendogli una rendita catastale di quasi 7mila euro anziché di 3mila euro.
La revisione della rendita catastale avrebbe comportato un aumento delle tasse da pagare, quindi il proprietario ha presentato ricorso.
La Commissione Tributaria Provinciale di Roma ha considerato corretta la revisione della rendita catastale operata dall’Agenzia data la rivalutazione urbanistica della microzona in cui si trova l'immobile.
La revisione rendita catastale va motivata
La Cassazione, con la sentenza 4684/2025, ha ricordato che è consentita la revisione della rendita catastale d’ufficio in tre casi:
- se il classamento non risulta congruo con quello degli immobili circostanti;
- in presenza di immobili non dichiarati o che hanno subito variazioni edilizie non denunziate;
- se il rapporto tra il valore medio di mercato e l corrispondente valore medio catastale ai fini dell'applicazione dell'imposta comunale sugli immobili si discosta significativamente dall'analogo rapporto relativo all'insieme delle microzone comunali.
Il caso analizzato rientra nelle fattispecie elencate e la Cassazione ha quindi concluso che l’Agenzia può procedere alla revisione della rendita catastale.
Tuttavia, la Cassazione ha aggiunto che la riclassificazione deve essere motivata in modo rigoroso.
L’Agenzia deve quindi dar conto in modo chiaro e specifico dei metodi con cui sono stati ottenuti tali risultati, dei criteri impiegati e delle tecniche statistiche applicate oltre che della attendibilità dei dati di fatto sui quali si è basata l'elaborazione statistica.
Questo perché, ha concluso la Corte, il contribuente deve essere posto in condizione di poter compiutamente controllare e se del caso contestare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione della revisione del classamento.
Sulla base di questi motivi, la Cassazione ha accolto il ricorso del proprietario.