
Sicurezza gallerie ferroviarie: cosa cambia con le nuove Linee Guida
Le disposizioni si applicano all’intero sistema ferroviario italiano, per garantire il mantenimento e il miglioramento delle condizioni di sicurezza, in linea con gli standard tecnici europei più stringenti

L’Italia ha recepito e implementato tali requisiti attraverso le nuove Linee Guida approvate con il DM MIT-Interni del 4 marzo 2025, pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 31 marzo. Queste linee guida sostituiscono il DM 28 ottobre 2005 e rappresentano un passaggio fondamentale per l’adeguamento delle infrastrutture esistenti e di nuova costruzione, in particolare per quelle situate lungo le tratte italiane del Trans-European Transport Network (TEN-T), ovvero della Rete Transeuropea dei Trasporti.
Cos’è la TEN-T?
La TEN-T è un’infrastruttura strategica che integra diversi sistemi di mobilità: trasporto ferroviario, stradale, marittimo, aereo, vie navigabili interne e multimodale.L’obiettivo è garantire una mobilità europea continua, interconnessa e sostenibile, eliminando colli di bottiglia, discontinuità e carenze infrastrutturali.
La struttura della rete TEN-T è stata ridefinita con l’adozione del Regolamento (UE) 2024/1679 del 13 giugno 2024, che introduce una nuova articolazione su tre livelli:
- Rete centrale (Core Network): connessioni strategiche da completare entro il 2030.
- Rete centrale estesa (Extended Core Network): novità introdotta dal nuovo regolamento, con orizzonte di completamento al 2040.
- Rete globale (Comprehensive Network): copertura dell’intero territorio dell’UE entro il 2050.
All’interno della rete centrale e della rete centrale estesa, sono stati identificati nove corridoi di trasporto europeo, considerati prioritari per lo sviluppo di flussi sostenibili e multimodali di merci e passeggeri, oltre che per la realizzazione di infrastrutture interoperabili e altamente performanti.
Tra questi, due importanti corridoi interessano direttamente l’Italia:
- Corridoio Mar Baltico - Mar Adriatico
- Corridoio Scandinavo - Mediterraneo
Queste direttrici attraversano nodi strategici e includono numerose tratte ferroviarie italiane, molte delle quali presentano infrastrutture in galleria, rendendo centrale il tema della sicurezza delle gallerie ferroviarie.
Le gallerie ferroviarie in Italia: estensione, età e criticità
Il sistema ferroviario italiano, come definito all’art. 3 del D.lgs. n. 50/2019, attuativo della direttiva 2016/798 UE sulla sicurezza delle ferrovie, comprende:- le reti interoperabili europee (come la rete TEN-T);
- le reti isolate funzionalmente dal resto del sistema ferroviario;
- le ferrovie turistiche;
- i veicoli che circolano su queste reti, sia esistenti che di nuova introduzione.
All’interno di questa infrastruttura complessa, risultano attualmente 1.633 gallerie ferroviarie in esercizio sulla rete nazionale; si tratta di un’estensione significativamente maggiore rispetto alla media europea. Le gallerie rappresentano circa il 7,7% dell’intera rete ferroviaria italiana, che si sviluppa su circa 16.800 km di tracciato.
Dal punto di vista della sicurezza delle gallerie ferroviarie, un dato rilevante è l’anzianità delle infrastrutture: tra le gallerie di lunghezza superiore a 500 metri, circa il 65% è in esercizio da oltre 50 anni, quindi realizzate prima del 1972.
Questo aspetto è particolarmente critico, non tanto per l’incidenza degli incidenti (che resta contenuta), quanto per la gravità delle conseguenze potenziali legate a un evento avverso in galleria, a causa della configurazione chiusa e della complessità gestionale di questi spazi.
È proprio in questo contesto che si inseriscono le nuove Linee Guida per la sicurezza delle gallerie ferroviarie. Le disposizioni si applicano a tutto il sistema ferroviario italiano, sia di nuova costruzione o già un esercizio, con l’obiettivo di garantire il mantenimento e, dove necessario, il miglioramento delle condizioni di sicurezza, allineandosi agli standard tecnici più stringenti previsti dalla normativa europea.
Il DM specifica che per le gallerie di nuova costruzione, resta l’obbligo di adottare i requisiti essenziali previsti dalla STI SRT, definita dal Regolamento (UE) n. 1303/2014. Tali requisiti indicano le specifiche funzionali e tecniche da rispettare per garantire livelli omogenei di sicurezza in tutta l’Unione Europea.
Nei paragrafi successivi ci concentriamo sulle gallerie ferroviarie già esistenti, per le quali le Linee Guida impongono una serie di obblighi progressivi, scadenze e criteri di valutazione del rischio.
Tempistiche per l’adeguamento delle gallerie esistenti
Le gallerie ferroviarie già in esercizio sono le più critiche da monitorare sul piano della sicurezza, per via della loro età, estensione e posizione rispetto ai centri abitati.Le nuove Linee Guida introducono una serie di scadenze vincolanti che i gestori delle infrastrutture dovranno rispettare per allinearsi ai requisiti tecnici imposti a livello nazionale ed europeo.
La prima scadenza riguarda la valutazione del rischio. Entro il 31 marzo 2026, i gestori sono tenuti a redigere un’analisi del rischio per ciascuna galleria in esercizio, seguendo le indicazioni contenute nel paragrafo 12 delle Linee Guida. L’analisi dovrà basarsi su dati oggettivi, modelli di simulazione affidabili, valutazioni statistiche e aggiornamenti costanti, con l’obiettivo di individuare i livelli di rischio associati a ogni singola infrastruttura.
Successivamente, entro il 30 settembre 2026, i gestori dovranno predisporre un programma di interventi per migliorare la sicurezza delle gallerie, anche in forma progressiva e articolata in più fasi. Il piano dovrà prevedere almeno l’attuazione dei requisiti base descritti nel paragrafo 13.1 delle Linee Guida.
Questi requisiti variano in funzione della lunghezza della galleria e della sua interazione con il contesto urbano. In particolare, si distinguono quattro “classi” con requisiti progressivamente più stringenti:
- Gallerie in esercizio di lunghezza > 500 m e ≤ 1.000 m.
- Gallerie in esercizio di lunghezza > 1.000 m e ≤ 5.000 m.
- Gallerie in esercizio di lunghezza > 5.000 m e gallerie in esercizio di lunghezza > 1.000 m che attraversano centri abitati.
Per ognuna di queste categorie sono previste soglie di rischio più restrittive e misure tecniche differenziate, che includono - a seconda dei casi - sistemi antincendio, vie di esodo, ventilazione, illuminazione, compartimentazione e tecnologie di monitoraggio.
Entro marzo 2027 dall'approvazione del decreto, infine, per tutte le gallerie in esercizio di lunghezza superiore a 1.000 metri, dovrà essere predisposto il relativo Piano di Emergenza e Soccorso (PES), secondo quanto previsto dalle Linee Guida.
La redazione del PES avviene in più fasi: il gestore dell’infrastruttura elabora uno schema di PES, definito sulla base degli scenari di incidente (incendi, deragliamenti, sosta prolungata ecc.), che viene trasmesso al prefetto competente. Spetta al prefetto, sentiti le Regioni, gli enti locali e i servizi di soccorso, approvare il piano definitivo, attribuendo ruoli, compiti e responsabilità agli enti coinvolti e coordinando le esercitazioni su scala reale, necessarie per testarne l’efficacia.
Metodologia per la stima e valutazione dei rischi
Le nuove Linee Guida introducono una procedura dettagliata per la determinazione e valutazione del rischio nelle gallerie ferroviarie, definita al punto 12 del documento tecnico.Questo passaggio è essenziale per individuare il livello di sicurezza attuale delle infrastrutture e stabilire, se necessario, i piani di adeguamento. La metodologia si basa sull’applicazione di metodi probabilistici consolidati, comunemente impiegati per la valutazione del rischio nei sistemi complessi.
Il processo prevede:
- l’analisi delle cause,
- l’individuazione dei pericoli o eventi critici iniziatori,
- lo studio degli eventi evolutivi,
- la valutazione delle conseguenze associate a ciascun possibile esito finale.
Scenari di rischio: caldi, freddi e sosta prolungata
La stima del rischio deve considerare una serie di scenari tipici, in linea con quanto già previsto dal paragrafo 2 del Regolamento (UE) n. 1303/2014:- Scenari “caldi”, che rappresentano le situazioni più critiche, comprendono incendi, esplosioni (eventualmente seguite da incendio) e emissioni di fumo o gas tossici.
- Scenari “freddi”, come collisioni e deragliamenti, richiedono particolare attenzione nella progettazione delle uscite di emergenza, per favorire l’evacuazione e l’accesso dei soccorritori.
- Sosta prolungata, si verifica quando un convoglio si ferma in galleria per oltre 10 minuti senza cause tecniche gravi. Pur non costituendo un rischio diretto, può generare fenomeni di panico e evacuazioni spontanee non controllate, con conseguenti rischi secondari per i passeggeri.

Alla fine della valutazione, ogni galleria sarà collocata in una delle seguenti zone di rischio:
- Zona di accettabilità: rischio basso, non sono richiesti interventi.
- Zona di accettabilità e attenzione: rischio contenuto ma monitorabile.
- Zona di inaccettabilità: rischio elevato, impone misure immediate.

Obblighi per le zone di attenzione e inaccettabilità
Nel caso in cui l’analisi del rischio collochi una galleria nella zona di accettabilità e attenzione, questa è considerata accettabile, a condizione che il gestore attivi un monitoraggio annuale e ogni volta che si verifichino modifiche tecniche o operative rilevanti.Gli interventi necessari per l’adeguamento di queste gallerie devono essere completati entro otto anni dalla data di entrata in vigore delle Linee Guida.
Per le gallerie non rientranti in zona di attenzione, cioè soggette ad adeguamento ma non classificate come critiche, il termine massimo per il completamento degli interventi è invece di quindici anni.
Se, invece, il rischio stimato rientra nella zona di inaccettabilità, il gestore è tenuto ad attuare misure immediate, di tipo tecnico, gestionale o organizzativo, per riportare il rischio almeno al di sotto della soglia di attenzione, anche prima del completamento del piano di adeguamento.
Questa impostazione segna un cambio di paradigma, non si adottano più parametri statici e generalizzati, ma si introduce una valutazione dinamica e continuativa del rischio, basata sul principio di precauzione e responsabilità operativa.
Le nuove figure individuate dalle Linee Guida
Le nuove disposizioni in materia di sicurezza delle gallerie ferroviarie confermano il ruolo del gestore dell’infrastruttura come figura centrale e responsabile del funzionamento sicuro delle gallerie ferroviarie.Rispetto al decreto abrogato del 2005, tuttavia, vengono introdotte nuove figure obbligatorie con compiti specifici di monitoraggio e gestione:
Referente della manutenzione
Per ogni galleria di lunghezza superiore a 1.000 metri, il gestore deve nominare un referente della manutenzione e un sostituto. Questa figura è responsabile del controllo tecnico dell’infrastruttura e degli impianti presenti in galleria, con particolare attenzione allo stato di conservazione e alla corretta funzionalità dei dispositivi di sicurezza.Referente delle emergenze
Sempre per le gallerie oltre i 1.000 metri, è prevista la nomina di un referente delle emergenze e di un sostituto. Il referente delle emergenze si occupa di coordinare la gestione degli incidenti e degli eventi critici, mantenendo un’interfaccia operativa con le autorità competenti (es. Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine, Prefettura). Per le nuove gallerie, questa figura deve essere individuata già in fase di progettazione dell’opera.Il referente delle emergenze può coincidere con il referente della manutenzione, a discrezione del gestore, purché siano garantite le competenze richieste.
Obblighi per i referenti
Per ogni galleria di competenza, il referente della manutenzione e quello delle emergenze devono redigere congiuntamente una relazione annuale, che includa:- lo stato dell’infrastruttura e degli impianti;
- eventuali eventi pericolosi o incidenti verificatisi;
- valutazione dei rischi residui;
- interventi già attuati e proposte per ulteriori misure correttive o migliorative.
Tale relazione rientra negli obblighi documentali del Sistema di Gestione della Sicurezza previsto dalla normativa ferroviaria nazionale e comunitaria.