03/04/2025 - Lo Smart Readiness Indicator (SRI), introdotto dalla Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (EPBD), è uno strumento di misurazione della prontezza tecnologica dell’edifico, che valuta
quanto un edificio è “intelligente”, ossia capace di ottimizzare le performance energetiche, adattare il proprio funzionamento in base alle esigenze degli occupanti e alle condizioni ambientali esterne.
La Commissione Europea prescrive l’applicazione, entro il 30 giugno 2027, dello Smart Readiness Indicator (SRI). Per supportare gli Stati membri nella fase di test e e facilitare l’adozione dello SRI a livello nazionale, la Commissione Europea ha redatto delle linee guida, il
Provisional Guidance on the implementation of the Smart Readiness Indicator (SRI). Questo articolo si basa sui contenuti di tale documento.
Come si calcola lo SRI
Lo
SRI si basa su una
valutazione combinata di 9 domini tecnologici e 7
criteri di impatto.
Ogni dominio viene esaminato per determinare il
livello di “smartness”, cioè l’efficacia delle tecnologie installate nel rispondere alle esigenze dell’edificio. In altre parole, si misura quanto “smart” sia un edificio valutando le funzionalità intelligenti presenti in diverse aree impiantistiche e il loro effetto su aspetti cruciali come il comfort, il risparmio energetico e la flessibilità verso la rete.
I 9 domini tecnologici sono:
- Riscaldamento
- Raffrescamento
- Ventilazione
- Produzione locale di energia
- Domotica e controllo
- Illuminazione
- Gestione dinamica della domanda energetica
- Mobilità elettrica
- Acqua calda sanitaria
I 7 impatti considerati sono:
- Efficienza energetica e mantenimento delle prestazioni
- Flessibilità verso la rete (es. demand response)
- Comfort e benessere degli occupanti
- Comportamenti informati e consapevoli
- Gestione della manutenzione e delle prestazioni
- Utilizzo efficace dell’energia rinnovabile
- Efficienza complessiva delle risorse
Come viene attribuito il punteggio
Per ogni
coppia dominio/criterio di impatto, viene assegnato un punteggio da 0% a 100%:
- 100%: il dominio impiantistico raggiunge il massimo livello di smartness per quel criterio (es. sistema HVAC completamente automatizzato, con feedback in tempo reale).
- 0%: il dominio è privo di qualsiasi funzionalità intelligente (es. caldaia manuale senza termostati o sensori).
- Valori intermedi riflettono livelli parziali di automazione o digitalizzazione.
Il
punteggio complessivo SRI di un edificio si ottiene sommando le valutazioni di tutti i domini per tutti i criteri. Un edificio che raggiungesse 100% in ogni combinazione avrebbe, idealmente,
uno SRI del 100%.
Vedi la tabella di esempio sotto per un caso pratico di calcolo del punteggio SRI:
Griglia di valutazione dello Smart Readiness Indicator (SRI): i punteggi derivano dall’intersezione tra domini tecnologici e criteri di impatto. Fonte: Provisional Guidance on the Implementation of the SRI, Commissione europea
Come si svolgono le valutazioni SRI: il ruolo dei cataloghi smart-ready
Il cuore operativo dello Smart Readiness Indicator è rappresentato dai cosiddetti
“cataloghi smart-ready”. Il valutatore li utilizza per verificare quali servizi sono presenti in un edificio e a che livello di intelligenza operano, assegnando il punteggio corrispondente.
Quindi per ognuno dei 9
domini tecnologici viene definita una
scala di livelli funzionali, da 0 a 4 (o simile), dove il livello di smartness aumenta in relazione alla complessità e all’automazione delle funzionalità. Pertanto:
- il livello più basso 0 rappresenta assenza di automazione o controllo digitale;
- i livelli intermedi, da 1 a 3, includono regolazioni manuali, sensori locali, automazioni semplici;
- il livello massimo 4 prevede integrazione con sistemi di gestione intelligente, ottimizzazione predittiva, interazione con l’utente e con la rete elettrica (smart grid).
Esempio di dominio: riscaldamento
I
cataloghi smart-ready, pur potendo essere adattati alle specificità nazionali, devono comunque rimanere
coerenti con lo schema europeo. Ogni Stato membro, infatti, ha la possibilità di personalizzare i propri cataloghi sulla base del contesto edilizio locale e delle tecnologie più diffuse o prioritarie nel proprio territorio.
Tuttavia, per garantire l’efficacia del sistema, è fondamentale che queste personalizzazioni non compromettano la
comparabilità dei risultati tra i Paesi e l’
armonizzazione del metodo di calcolo previsto a livello comunitario.
Obiettivo chiave del certificato SRI
Uno degli aspetti centrali dello Smart Readiness Indicator è la sua
valenza comunicativa. Affinché questo strumento diventi davvero efficace, il risultato della valutazione deve essere espresso attraverso un
certificato chiaro, leggibile e utile sia per i cittadini che per i professionisti.
Le linee guida europee propongono diverse opzioni di design per l’attestato SRI, che potrà essere adattato da ciascuno Stato membro al proprio contesto normativo e grafico, anche integrandolo nell’Attestato di Prestazione Energetica (APE).
L’attestato SRI dovrebbe contenere non solo il punteggio globale, ma anche una rappresentazione visiva dei risultati ottenuti nei diversi ambiti di valutazione, come un grafico a barre, eventualmente accompagnato da confronti con valori di riferimento nazionali o europei.
Inoltre, è fondamentale che il certificato includa
raccomandazioni mirate per migliorare il livello di smartness dell’edificio, insieme a informazioni essenziali come la destinazione d’uso, l’ubicazione, la data del sopralluogo e l’identità del valutatore.
Il certificato, quindi,
non si limita a riportare un punteggio, ma si propone come uno
strumento orientativo, pensato per supportare decisioni più consapevoli in materia di efficientamento energetico, digitalizzazione e qualità dell’ambiente costruito.
L’attuazione dello SRI in Europa
Lo
Smart Readiness Indicator è attualmente in
fase di test ufficiale in 16 Paesi dell’Unione Europea: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna e, per ultima,
l’Italia, ultima a far partire la sperimentazione.
In ciascun Paese, la fase di test è coordinata dalle autorità nazionali competenti, con il supporto di uno o più partner tecnici locali e del team di supporto europeo SRI. I risultati raccolti permetteranno di perfezionare le modalità di implementazione e definire modelli coerenti ma flessibili per l’applicazione del sistema SRI su scala nazionale.
Il percorso verso l’obbligatorietà dello SRI
Secondo la
revisione della Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (EPBD), la Commissione Europea è tenuta a presentare un rapporto entro giugno 2026 sui risultati delle fasi di test nazionali dello SRI.
Basandosi su questo rapporto,
entro il 30 giugno 2027, la Commissione adotterà un atto delegato che renderà obbligatoria l'applicazione dello SRI per gli edifici non residenziali con impianti termici, di condizionamento o di ventilazione di potenza nominale superiore a 290 kW.
L’applicazione SRI in Italia
In Italia, il progetto pilota, recentemente avviato, è promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) con il supporto scientifico e operativo di ENEA. La sperimentazione durerà 12 mesi e coinvolgerà almeno 30 edifici, rappresentativi di diverse tipologie d’uso e zone climatiche.
Le valutazioni saranno effettuate dagli esperti ENEA in collaborazione con istituzioni accademiche (come l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale), membri di enti di normazione e valutatori esterni.
Progetti europei a supporto dell’SRI
L’attuazione dello Smart Readiness Indicator si colloca all’interno di un più ampio ecosistema di
progetti europei finanziati dal programma LIFE, che hanno l’obiettivo di supportare la sperimentazione e l’adozione operativa dello SRI nei diversi Stati membri.
Questi progetti mettono a disposizione
strumenti pratici, metodologie, software e casi studio per facilitare l’integrazione dello SRI nel contesto normativo e tecnico nazionale.
I progetti LIFE che interessano l’Italia sono:
- tunES che punta ad una possibile armonizzazione di SRI e APE, rendendo quest’ultimo uno strumento più completo che includa anche la valutazione della “prontezza smart” dell’edificio, non solo la sua efficienza energetica.
- EasySRI che sviluppa software user-friendly per facilitare la valutazione dello SRI in edifici residenziali e terziari, anche per utenti non esperti.
- SmartSquare, progetto focalizzato su edifici pubblici, con l’obiettivo di testare l’integrazione tra SRI e Building Management Systems (BMS) per migliorare efficienza e comfort.
- SmartEPC che esplora le sinergie tra SRI e contratti contratti EPC (Energy Performance Contracting) per renderli EPC intellignti per accelerare la riqualificazione degli edifici pubblici.
Prospettive future
L’introduzione sistematica dell’SRI nel quadro normativo europeo inciderà direttamente su edifici pubblici, centri commerciali, strutture sanitarie e altri edifici complessi.
L'adozione dello SRI in Italia rappresenta un passo significativo verso la digitalizzazione e l'efficienza energetica del patrimonio edilizio nazionale. I risultati della sperimentazione contribuiranno a definire strategie per l'integrazione delle tecnologie smart negli edifici, migliorando le prestazioni energetiche e il comfort degli occupanti.
Inoltre, l'SRI potrebbe influenzare positivamente il mercato immobiliare, fornendo un nuovo parametro di valutazione basato sull'intelligenza e l'efficienza degli edifici.