
Autorizzazione paesaggistica con silenzio assenso: le proposte di professionisti, costruttori e Comuni
NORMATIVA
Autorizzazione paesaggistica con silenzio assenso: le proposte di professionisti, costruttori e Comuni
In audizione sul ddl che rivede i poteri delle Soprintendenze, chiesti anche revisione dei Piani Paesaggistici e chiarimenti sugli interventi non soggetti a parere vincolante
Aggiornato al 17/04/2025

Autorizzazione paesaggistica con silenzio assenso, aggiornamento dei piani paesaggistici, allineamento con la disciplina dei titoli edilizi e differenziazione tra interventi più impattanti e lavori di lieve entità.
I costruttori, i rappresentanti dei professionisti tecnici e i Comuni stanno avanzando una serie di proposte per rivedere le procedure di autorizzazione paesaggistica e i poteri delle Soprintendenze, con l'obiettivo di velocizzare l'iter che porta alla realizzazione degli interventi edilizi.
Le idee sono state depositate nel ciclo di audizioni sul disegno di legge 1372 presentato al Senato dal Sen. Lega Roberto Marti.
L'introduzione del silenzio-assenso nelle autorizzazioni paesaggistiche piace anche a Fondazione Inarcassa, che propone di estendere a 60 giorni il termine entro il quale le Soprintendenze devono esprimere il parere. Secondo la Fondazione, questa misura sarebbe essenziale per evitare il rallentamento delle pratiche e per dare maggiore certezza ai professionisti.
Fondazione Inarcassa chiede anche di estendere l’istituto del silenzio-assenso per gli interventi sugli edifici adiacenti o in prossimità di edifici vincolati.
L’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ritiene che dovrebbe essere introdotta la previsione esplicita e generale del silenzio-assenso per il superamento dell’inerzia e che bisognerebbe eliminare il “doppio passaggio” per gli interventi edilizi conformi ai piani attuativi già sottoposti a valutazione paesaggistica.
L’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) chiede un migliore coordinamento delle norme sull’autorizzazione paesaggistica con la disciplina dei titoli edilizi, per evitare il rischio di dover fermare i lavori per acquisire uno dei due atti.
Questo obiettivo, secondo i Comuni, richiede la riformulazione del silenzio assenso nella procedura ordinaria di autorizzazione paesaggistica per garantire certezza all’intero procedimento. I Comuni non chiedono solo che il silenzio assenso scatti dopo 45 giorni dall’istanza, ma anche che la nuova norma specifichi espressamente l’inefficacia dei pareri tardivi delle Soprintendenze. In questo modo, i Comuni potrebbero rilasciare i permessi senza il rischio che un parere della Soprintendenza, reso oltre i termini, metta il procedimento in discussione.
Secondo il CNAPPC, al momento i Piani Paesaggistici approvati dalle Regioni sono eterogenei. La revisione della procedura di autorizzazione paesaggistica dovrebbe inoltre rientrare in una definizione organica aggiornata delle procedure amministrative e dei Piani Paesaggistici per una valutazione del loro impatto nel bilanciamento tra interesse pubblico e interesse privato.
Ance rileva inoltre una criticità: la previsione il rilascio dell’autorizzazione semplificata da parte degli enti locali, previa verifica di conformità con il Piano paesaggistico, non tiene conto che molte Regioni sono prive di tale piano.
Le principali criticità risiedono però, sottolineano i costruttori, nella natura stessa della procedura, che implica un provvedimento finale pluristrutturato: la decisione dell’amministrazione demandata a procedere, che sia la Regione o un Comune delegato, richiede il consenso vincolante di un’altra amministrazione, le Soprintendenze, con il rischio che queste ultime non si esprimano nel termine assegnato, oppure che la Regione (o il Comune), pur in presenza del parere favorevole della Soprintendenza, non rilasci il provvedimento.
Ance ritiene che la doppia competenza dovrebbe essere eliminata per gli interventi edilizi di entità minima. In questo modo si ridurrebbe il numero delle pratiche da presentare.
Secondo i costruttori, infine, il ddl delega dovrebbe essere integrato con i contenuti del milleproroghe, che ha spostato al 27 agosto 2026 il termine per riordinare, ampliare e precisare le categorie di interventi di lieve entità soggetti ad autorizzazione semplificata e quelli del tutto esclusi.
Fondazione Inarcassa propone di chiarire per quali interventi, nel procedimento di autorizzazione paesaggistica, il parere della Soprintendenza sia obbligatorio e non vincolante.
Fondazione Inarcassa chiede anche di eliminare l’obbligo di autorizzazione paesaggistica per i lavori relativi alle parti interne di edifici di cui è vincolata la facciata.
Le richieste potrebbero trovare spazio nel ddl delega sotto forma di emendamenti. Ad ogni modo, anche dopo l’approvazione della legge, le novità non saranno subito operative perché saranno necessari dei decreti legislativi di attuazione.
I costruttori, i rappresentanti dei professionisti tecnici e i Comuni stanno avanzando una serie di proposte per rivedere le procedure di autorizzazione paesaggistica e i poteri delle Soprintendenze, con l'obiettivo di velocizzare l'iter che porta alla realizzazione degli interventi edilizi.
Le idee sono state depositate nel ciclo di audizioni sul disegno di legge 1372 presentato al Senato dal Sen. Lega Roberto Marti.
Autorizzazione paesaggistica con silenzio assenso
Secondo il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), il Piano Paesaggistico dovrebbe essere valorizzato come elemento di orientamento nella pianificazione dei territori in modo che possa crearsi la condizione per introdurre anche lo strumento del silenzio-assenso.L'introduzione del silenzio-assenso nelle autorizzazioni paesaggistiche piace anche a Fondazione Inarcassa, che propone di estendere a 60 giorni il termine entro il quale le Soprintendenze devono esprimere il parere. Secondo la Fondazione, questa misura sarebbe essenziale per evitare il rallentamento delle pratiche e per dare maggiore certezza ai professionisti.
Fondazione Inarcassa chiede anche di estendere l’istituto del silenzio-assenso per gli interventi sugli edifici adiacenti o in prossimità di edifici vincolati.
L’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ritiene che dovrebbe essere introdotta la previsione esplicita e generale del silenzio-assenso per il superamento dell’inerzia e che bisognerebbe eliminare il “doppio passaggio” per gli interventi edilizi conformi ai piani attuativi già sottoposti a valutazione paesaggistica.
L’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) chiede un migliore coordinamento delle norme sull’autorizzazione paesaggistica con la disciplina dei titoli edilizi, per evitare il rischio di dover fermare i lavori per acquisire uno dei due atti.
Questo obiettivo, secondo i Comuni, richiede la riformulazione del silenzio assenso nella procedura ordinaria di autorizzazione paesaggistica per garantire certezza all’intero procedimento. I Comuni non chiedono solo che il silenzio assenso scatti dopo 45 giorni dall’istanza, ma anche che la nuova norma specifichi espressamente l’inefficacia dei pareri tardivi delle Soprintendenze. In questo modo, i Comuni potrebbero rilasciare i permessi senza il rischio che un parere della Soprintendenza, reso oltre i termini, metta il procedimento in discussione.
Aggiornamento dei Piani Paesaggistici Regionali
Fondazione Inarcassa sollecita l'aggiornamento dei Piani Paesaggistici Regionali (PPR), che oggi risultano obsoleti e contribuiscono a rallentare i procedimenti.Secondo il CNAPPC, al momento i Piani Paesaggistici approvati dalle Regioni sono eterogenei. La revisione della procedura di autorizzazione paesaggistica dovrebbe inoltre rientrare in una definizione organica aggiornata delle procedure amministrative e dei Piani Paesaggistici per una valutazione del loro impatto nel bilanciamento tra interesse pubblico e interesse privato.
Ance rileva inoltre una criticità: la previsione il rilascio dell’autorizzazione semplificata da parte degli enti locali, previa verifica di conformità con il Piano paesaggistico, non tiene conto che molte Regioni sono prive di tale piano.
Procedure per l’autorizzazione paesaggistica semplificata
Secondo l’Ance, le procedure di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica sono da sempre uno dei principali “colli di bottiglia” dell’attività amministrativa.Le principali criticità risiedono però, sottolineano i costruttori, nella natura stessa della procedura, che implica un provvedimento finale pluristrutturato: la decisione dell’amministrazione demandata a procedere, che sia la Regione o un Comune delegato, richiede il consenso vincolante di un’altra amministrazione, le Soprintendenze, con il rischio che queste ultime non si esprimano nel termine assegnato, oppure che la Regione (o il Comune), pur in presenza del parere favorevole della Soprintendenza, non rilasci il provvedimento.
Ance ritiene che la doppia competenza dovrebbe essere eliminata per gli interventi edilizi di entità minima. In questo modo si ridurrebbe il numero delle pratiche da presentare.
Secondo i costruttori, infine, il ddl delega dovrebbe essere integrato con i contenuti del milleproroghe, che ha spostato al 27 agosto 2026 il termine per riordinare, ampliare e precisare le categorie di interventi di lieve entità soggetti ad autorizzazione semplificata e quelli del tutto esclusi.
Fondazione Inarcassa propone di chiarire per quali interventi, nel procedimento di autorizzazione paesaggistica, il parere della Soprintendenza sia obbligatorio e non vincolante.
Fondazione Inarcassa chiede anche di eliminare l’obbligo di autorizzazione paesaggistica per i lavori relativi alle parti interne di edifici di cui è vincolata la facciata.
Le richieste potrebbero trovare spazio nel ddl delega sotto forma di emendamenti. Ad ogni modo, anche dopo l’approvazione della legge, le novità non saranno subito operative perché saranno necessari dei decreti legislativi di attuazione.