
Polizze contro i rischi catastrofali, Ance: bene l’obbligo, ma serve chiarezza
NORMATIVA
Polizze contro i rischi catastrofali, Ance: bene l’obbligo, ma serve chiarezza
I costruttori chiedono l’esclusione dei beni merce e spiegazioni in merito agli immobili che presentano difformità edilizie
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del 16/04/2025

09/04/2025 - Bene la proroga dell’obbligo di stipulare una polizza rischi catastrofali, ma su alcuni aspetti è necessario fare chiarezza.
È questo, in sintesi, il giudizio espresso dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), intervenuta in audizione in Commissione Ambiente della Camera sul disegno di legge per la conversione del Decreto che ha fatto slittare i termini entro cui le imprese devono dotarsi della polizza catastrofale obbligatoria.
Come affermato dal Vicepresidente dell’Ance, Stefano Betti, “l’Italia, per la sua conformazione geografica e morfologica, è tra i Paesi più esposti al rischio di eventi naturali, in particolare terremoti e dissesti idrogeologici, e che negli ultimi anni la crisi climatica ha aggravato ulteriormente la situazione, aumentando la frequenza e l’intensità delle alluvioni e provocando danni sempre più rilevanti all’ambiente e all’economia”.
In linea anche con quanto affermato dalla Banca centrale Europea, Ance ritiene che le assicurazioni facilitino la ricostruzione consentendo alle imprese di riprendere la propria attività in tempi brevi, con una una significativa mitigazione dei danni economici complessivi, una riduzione dei rischi per la stabilità finanziaria e un alleggerimento dei costi a carico dei contribuenti per le perdite non coperte.
Ance ha aggiunto che i dati europei, come rimarcato dalla stessa BCE, rivelano che solo un quarto delle perdite causate da eventi climatici estremi risulta assicurato.
Betti ha illustrato inoltre che, secondo i dati del Rapporto Ance-Cresme, mentre la spesa per riparare gli eventi sismici è rimasta costante (2,7 miliardi nel periodo 2009-2023 contro 3,1 dei periodi precedenti), la spesa per contrastare gli effetti del dissesto idrogeologico è triplicata da una media annua di 1 miliardo, precedente al 2009, a 3,3 miliardi nel periodo 2009-2023.
Secondo Betti, le misure adottate dai Governi negli ultimi anni “si sono rilevate spesso poco efficaci perché si sono scontrate con una scarsa capacità di spesa e di realizzazione dei progetti e con la natura prevalentemente emergenziale degli interventi”.
Ance ritiene che la copertura obbligatoria generalizzata al sistema produttivo dovrebbe offrire una maggiore protezione economica per le imprese, consentendo alle aziende di preservare il proprio patrimonio, garantire la continuità operativa e favorire una ripresa più rapida a seguito di eventi catastrofici, ma rimanen essenziale anche un sostegno pubblico.
Tuttavia, l’Ance evidenzia che l’assicurazione non sostituisce la necessità impellente di un piano strutturale di interventi per la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio, che dovrebbe affrontare in primis il dissesto idrogeologico e le ulteriori fragilità intrinseche del Paese.
Per l’Ance, occorre investire in interventi di messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture esistenti, promuovere pratiche costruttive innovative e resilienti per il futuro e adottare politiche di pianificazione territoriale che tengano conto delle specificità dei rischi locali e della necessità di ridurre la vulnerabilità intrinseca del patrimonio costruito e naturale.
In primo luogo, l’Ance pensa che sia necessario precisare che l’obbligo di stipulare la polizza ricade esclusivamente sui beni di proprietà dell’impresa in quanto ricompresi nell’elenco delle voci di bilancio dell’attivo immobilizzato, escludendo quelli detenuti ad altro titolo, ad esempio in locazione).
Ance ha chiesto poi di definire meglio i criteri di assicurabilità in caso di immobili che presentano delle difformità edilizie, operando una distinzione tra quelli che rientrano nei casi sanabili e quindi potenzialmente ammessi alla copertura obbligatoria.
Secondo l’Ance, i beni merce dovrebbero essere esclusi dall’obbligo di polizza contro i rischi catastrofali.
I costruttori hanno sottolineato che si dovrebbe circoscrivere meglio la portata delle misure sanzionatorie, precisando che l’espressione “contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche” si riferisce unicamente a interventi finanziari diretti conseguenti all’evento catastrofale.
Ance ritiene infine che il ddl dovrebbe prevedere un sistema di mutualità tra le zone a più alto rischio e quelle meno rischiose, per evitare distorsioni troppo forti dal punto di vista della localizzazione delle attività economiche e in modo da creare un livellamento del premio verso un valore medio accessibile per tutti.
I termini dell’obbligo sono:
- 1° ottobre 2025 per le imprese di medie dimensioni (da 50 a 250 dipendenti);
- 1° gennaio 2026 per le piccole e micro imprese.
Per le grandi imprese resta fermo l’obbligo di stipula delle polizze catastrofali entro il 31 marzo 2025, ma ci saranno 90 giorni di tempo per adeguarsi senza incorrere in alcuna conseguenza.
È questo, in sintesi, il giudizio espresso dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), intervenuta in audizione in Commissione Ambiente della Camera sul disegno di legge per la conversione del Decreto che ha fatto slittare i termini entro cui le imprese devono dotarsi della polizza catastrofale obbligatoria.
Polizza rischi catastrofali, Ance chiede interventi strutturali
Durante l’audizione, l’Ance ha sottolineato la necessità di un piano strutturale di interventi per la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio.Come affermato dal Vicepresidente dell’Ance, Stefano Betti, “l’Italia, per la sua conformazione geografica e morfologica, è tra i Paesi più esposti al rischio di eventi naturali, in particolare terremoti e dissesti idrogeologici, e che negli ultimi anni la crisi climatica ha aggravato ulteriormente la situazione, aumentando la frequenza e l’intensità delle alluvioni e provocando danni sempre più rilevanti all’ambiente e all’economia”.
In linea anche con quanto affermato dalla Banca centrale Europea, Ance ritiene che le assicurazioni facilitino la ricostruzione consentendo alle imprese di riprendere la propria attività in tempi brevi, con una una significativa mitigazione dei danni economici complessivi, una riduzione dei rischi per la stabilità finanziaria e un alleggerimento dei costi a carico dei contribuenti per le perdite non coperte.
Ance ha aggiunto che i dati europei, come rimarcato dalla stessa BCE, rivelano che solo un quarto delle perdite causate da eventi climatici estremi risulta assicurato.
Betti ha illustrato inoltre che, secondo i dati del Rapporto Ance-Cresme, mentre la spesa per riparare gli eventi sismici è rimasta costante (2,7 miliardi nel periodo 2009-2023 contro 3,1 dei periodi precedenti), la spesa per contrastare gli effetti del dissesto idrogeologico è triplicata da una media annua di 1 miliardo, precedente al 2009, a 3,3 miliardi nel periodo 2009-2023.
Secondo Betti, le misure adottate dai Governi negli ultimi anni “si sono rilevate spesso poco efficaci perché si sono scontrate con una scarsa capacità di spesa e di realizzazione dei progetti e con la natura prevalentemente emergenziale degli interventi”.
Ance ritiene che la copertura obbligatoria generalizzata al sistema produttivo dovrebbe offrire una maggiore protezione economica per le imprese, consentendo alle aziende di preservare il proprio patrimonio, garantire la continuità operativa e favorire una ripresa più rapida a seguito di eventi catastrofici, ma rimanen essenziale anche un sostegno pubblico.
Tuttavia, l’Ance evidenzia che l’assicurazione non sostituisce la necessità impellente di un piano strutturale di interventi per la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio, che dovrebbe affrontare in primis il dissesto idrogeologico e le ulteriori fragilità intrinseche del Paese.
Per l’Ance, occorre investire in interventi di messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture esistenti, promuovere pratiche costruttive innovative e resilienti per il futuro e adottare politiche di pianificazione territoriale che tengano conto delle specificità dei rischi locali e della necessità di ridurre la vulnerabilità intrinseca del patrimonio costruito e naturale.
Polizza rischi catastrofali, gli aspetti da chiarire
Fatta questa premessa, Ance ha chiesto alcuni chiarimenti sull’obbligo di polizza contro i rischi catastrofali, in particolare su cinque profili applicativi.In primo luogo, l’Ance pensa che sia necessario precisare che l’obbligo di stipulare la polizza ricade esclusivamente sui beni di proprietà dell’impresa in quanto ricompresi nell’elenco delle voci di bilancio dell’attivo immobilizzato, escludendo quelli detenuti ad altro titolo, ad esempio in locazione).
Ance ha chiesto poi di definire meglio i criteri di assicurabilità in caso di immobili che presentano delle difformità edilizie, operando una distinzione tra quelli che rientrano nei casi sanabili e quindi potenzialmente ammessi alla copertura obbligatoria.
Secondo l’Ance, i beni merce dovrebbero essere esclusi dall’obbligo di polizza contro i rischi catastrofali.
I costruttori hanno sottolineato che si dovrebbe circoscrivere meglio la portata delle misure sanzionatorie, precisando che l’espressione “contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche” si riferisce unicamente a interventi finanziari diretti conseguenti all’evento catastrofale.
Ance ritiene infine che il ddl dovrebbe prevedere un sistema di mutualità tra le zone a più alto rischio e quelle meno rischiose, per evitare distorsioni troppo forti dal punto di vista della localizzazione delle attività economiche e in modo da creare un livellamento del premio verso un valore medio accessibile per tutti.
Cosa prevede il ddl per la proroga polizza rischi catastrofali
Ricordiamo che il ddl in discussione alla Camera prevede un avvio differenziato dell’entrata in vigore dell’obbligo di stipula delle polizze catastrofali a carico delle imprese.I termini dell’obbligo sono:
- 1° ottobre 2025 per le imprese di medie dimensioni (da 50 a 250 dipendenti);
- 1° gennaio 2026 per le piccole e micro imprese.
Per le grandi imprese resta fermo l’obbligo di stipula delle polizze catastrofali entro il 31 marzo 2025, ma ci saranno 90 giorni di tempo per adeguarsi senza incorrere in alcuna conseguenza.