23/05/2025 - Gli impianti di ventilazione meccanica possono permettere di raggiungere livelli di qualità dell’aria interna più elevati rispetto alla ventilazione naturale o all’aereazione attraverso l’apertura manuale di serramenti. Tutto ciò, sia per il fatto di garantire portate ottimali, sia per il ruolo della filtrazione, che permette la rimozione fisica di particolato e quindi anche di vettori di agenti patogeni.
Tuttavia, il fatto di avere un impianto di ventilazione meccanica è condizione necessaria ma non sufficiente per avere un elevato livello di qualità dell’aria. Anche avendo un impianto correttamente progettato e dimensionato, occorre prestare adeguata attenzione al tema della manutenzione ed in particolare della pulizia.
In questo articolo parleremo proprio di questo argomento, a torto spesso trascurato. Ci concentreremo soprattutto sugli impianti canalizzati (di ventilazione meccanica oppure anche di climatizzazione ad aria).
Questi, infatti, sono quelli che potenzialmente presentano i maggiori problemi di manutenzione, soprattutto in alcuni contesti (residenziale, piccoli uffici, ecc.) dove alcune accortezze di progettazione spesso non vengono adottate.
Il contesto legislativo e normativo
Il DPR 74/2013
I tecnici che normalmente operano sugli impianti termici di climatizzazione invernale e/o estiva o di produzione di acqua calda sanitaria, in tema di manutenzione, sono abituati al DPR 74/2013. Tuttavia, gli impianti di sola ventilazione meccanica non sono richiamati e anche sugli impianti di climatizzazione estiva sussistono i controlli di efficienza energetica, ma la parte manutenzione non è perfettamente definita.
Il DLgs 81/2008
Parlando di luoghi di lavoro, è doveroso ricordare l’esistenza del Testo Unico sulla Sicurezza ovvero il DLgs 81/2008, ed in particolare il suo art. 64 che pone l’accento sul fatto che:
- i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi devono essere sottoposti a manutenzione tecnica regolare per garantire la loro efficacia e sicurezza. Eventuali difetti rilevati devono essere riparati tempestivamente;
- gli impianti e i dispositivi di sicurezza, come i sistemi antincendio o gli impianti di ventilazione, devono essere controllati regolarmente per assicurare il loro corretto funzionamento.
Ci sono poi diverse linee guida nazionali, ad esempio quelle sulla prevenzione della Legionella, che forniscono ulteriori indicazioni per la manutenzione degli impianti di climatizzazione.
La norma UNI EN 15780
A livello di normativa tecnica, citiamo tra tutte la UNI EN 15780. Tale norma definisce i requisiti per la progettazione, costruzione e manutenzione dei sistemi di ventilazione e condizionamento, con particolare attenzione alla loro pulizia. La norma ha l’obiettivo di garantire un ambiente interno pulito e sano, prevenendo la diffusione di microrganismi e la formazione di depositi all’interno dei canali di ventilazione.
La norma si applica a sistemi di ventilazione e condizionamento sia nuovi che esistenti e specifica requisiti relativi a:
- Classi di qualità della pulizia (in base all’uso dell’ambiente).
- Criteri di pulizia e metodi di misurazione (per valutare la necessità di pulizia).
- Progettazione e installazione dei canali di ventilazione (per facilitare la pulizia).
- Manutenzione periodica (ispezioni, pulizie e riparazioni).
- Botole di accesso (per la pulizia e manutenzione dei canali).
La norma UNI EN 15780 mira quindi a garantire una qualità dell’aria interna soddisfacente, mantenere in efficienza l’impianto di ventilazione e ridurre i costi di manutenzione a lungo termine.
Le principali azioni di manutenzione
Elenchiamo quindi quelle che sono le principali azioni di manutenzione di un impianto aeraulico. Premettiamo che alcune di esse, come il cambio dei filtri, possono essere anche svolte dall’utilizzatore dell’impianto. Per altre più complesse è necessario rivolgersi a ditte e personale specializzato.
Pulizia e sostituzione dei filtri
Tutti i filtri presenti nell’impianto dovrebbero essere puliti o sostituiti circa ogni 6-12 mesi (a seconda dell’utilizzo dell’impianto e dalla presenza più o meno elevata di inquinanti e particolato nell’aria esterna e/o interna). Alcuni filtri sono lavabili e igienizzabili, mentre altri devono essere necessariamente sostituiti. È bene precisare che alcuni filtri non possono essere lavati o puliti in altro modo. In certi casi l’utilizzo, ad esempio, di aria compressa è dannoso poiché fa perdere al filtro le sue proprietà filtranti, diminuendone l’efficacia.
Pulizia di griglie e bocchette
Anche su griglie e bocchette (di mandata e di ripresa) si possono depositare polvere e sporcizia. Una ispezione visiva periodica determina il livello di pulizia e quindi la periodicità dell’intervento. Anche questa operazione può essere eseguita dall’utilizzatore (a meno di dover intervenire su terminali posti ad altezze che possono risultare pericolose).
Pulizia e sanificazione di condotti e altri elementi della distribuzione dell’aria
Anche nelle condotte, purtroppo, si possono accumulare, negli anni, polvere, muffe e batteri, compromettendo la qualità dell’aria. Per tale motivo è bene non dimenticarsi di queste parti dell’impianto.
Le operazioni di pulizia della rete di distribuzione dell’aria devono essere necessariamente svolte da ditte specializzate e adeguatamente attrezzate con speciali spazzole e sistemi di aspirazione professionali. Dopo la pulizia potrà avvenire anche l’igienizzazione delle canalizzazioni tramite disinfettanti specifici.
Come progettare un impianto manutenibile
Vediamo ora di analizzare quelli che sono gli aspetti, da tenere in considerazione in fase di progettazione, affinché un impianto possa essere adeguatamente manutenuto nel tempo. Spesso, purtroppo, tali aspetti vengono trascuranti, creando non pochi problemi nelle successive fasi di vita dell’impianto. Non dimentichiamo che la tendenza, nel nostro Paese, è compiere ristrutturazioni importanti (anche impiantistiche) con pluri-decennale. Qualunque progettista, quindi, dovrebbe ragionare tenendo conto che l’impianto potenzialmente possa avere una vita utile di 20-30 anni (ovviamente sostituendo alcuni componenti).
Ispezionabilità e accessibilità dei componenti
Un aspetto fondamentale è sicuramente il fatto che i componenti dell’impianto che devono essere manutenuti e puliti debbano essere accessibili ai tecnici manutentori. Chiaramente il discorso, per quanto possa sembrare ovvio, vale anche per tutti i componenti che devono essere sostituiti nel tempo (in primis i filtri) e anche per quelli che si potrebbero guastare nel tempo.
In linea generale, dal punto di vista della manutenzione, più elementi sono accessibili con una certa facilità e meglio è (i costi e le problematiche di manutenzione saranno sicuramente minori). Pensando ad un generico impianto ad aria, solitamente l’UTA (Unità di Trattamento Aria) è bene che sia posizionata in modo che vi si possa accedere e lavorare con agio.
Come accennato, l’operazione più frequente è sicuramente quella del cambio dei filtri, ma può succedere anche qualcosa all’elettronica oppure al ventilatore. Quindi è bene che si riesca a lavorare ed arrivare in tutti i punti della macchina (senza richiedere eccezionali abilità di contorsionismo!).
Di conseguenza, è chiaro che i controsoffitti si prestano molto all’installazione delle unità ventilanti interne. Tuttavia, in questi casi, è bene prevedere o controsoffitti ispezionabili oppure pannelli idonei in corrispondenza della macchina. Non è affatto gradito lo scoprire che l’unico modo per intervenire su una macchina sia quello di creare aperture nei cartongessi, con conseguente necessità di opere successive di ripristino.
Per quanto riguarda invece le condotte dell’aria, vale in linea di principio lo stesso discorso: tutto ciò che non è accessibile è difficilmente ispezionabile, manutenibile e pulibile. È chiaro che in molti casi parte della rete di distribuzione e di ripresa deve necessariamente correre in controsoffitti, intercapedini o cavedi non accessibili. In tali casi, tuttavia, possono comunque essere adottate delle accortezze: in primis l’evitare tratti troppo lungi non accessibili e l’utilizzo di materiali specifici (condotti in lamiera, rigidi e rettilinei, che sono più semplici da pulire).
Scelta dei condotti
Anche la scelta della tipologia e del materiale dei condotti in fase progettuale è fondamentale per garantire una efficace pulizia nel corso del ciclo di vita dell’impianto. A tal proposito si noti quanto segue: i condotti di tipo flessibile (o semi-rigido) ed estensibile sono sicuramente tra i più economici (rispetto, ad esempio, alle canalizzazioni rigide) e i più semplici da installare.
Tuttavia, la loro pulizia può risultare molto complessa se non impossibile. Infatti, occorre tener presente che le sonde e gli strumenti di pulizia faticano ad avanzare e lavorare se l’interno del canale è corrugato.
In altre parole, il raggio di azione per la pulizia in caso di presenza di questi condotti si riduce a pochi metri dal punto di ingresso/ispezione. La presenza di curve, serrande, plenum ecc. complica poi ulteriormente il tutto. Di conseguenza è sconsigliabile la scelta di questo tipo di condotti per lungi tratti non ispezionabili.
Punti di diffusione dell’aria
Abbiamo parlato di condotti e della loro ispezionabilità, ma non dimentichiamo che anche i terminali di emissione possono costituire punti di ingresso per la pulizia. Quindi anche la scelta di una determinata soluzione o terminale può complicare o meno la vita dei manutentori. Le fessure o altre soluzioni esteticamente molto belle possono costituire una barriera per la manutenzione. Bocchette e griglie apribili sono sicuramente più agevoli e consentono il passaggio di sonde e altri strumenti.
Layout e documentazione dell’impianto
Anche questo dovrebbe essere un concetto ovvio: un layout semplice con tratti il più possibile lineari e con curve dolci consente una manutenzione più agevole. Ma riguardo al layout non dimentichiamoci questo: lo schema dell’impianto dovrebbe essere disponibile a chi fa la manutenzione o la pulizia. Sapere esattamente dove passano i canali e quali sono i componenti presenti permette una manutenzione più veloce ed efficace. È bene quindi che sia presente e reperibile tutta la documentazione tecnica dell’impianto e il piano di manutenzione aggiornato.
Conclusione
In conclusione, la manutenzione e la pulizia degli impianti aeraulici sono condizioni imprescindibili affinché essi possano effettivamente garantire un adeguato livello di qualità dell’aria interna e quindi il benessere e salute degli occupanti. È quindi opportuno che occupanti, responsabili di impianto e datori di lavoro se ne occupino e provvedano affinché possa essere messo in atto un piano di manutenzione adeguato al tipo di impianto presente. Anche il ruolo dei progettisti, tuttavia, è fondamentale, poiché la buona manutenibilità di un impianto è in gran parte determinata da scelte oculate in fase di progettazione e scelta dei componenti.