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Caro materiali, niente ricalcolo se i lavori sono conclusi

Caro materiali, niente ricalcolo se i lavori sono conclusi

Tar Lombardia: anche se il Mit corregge i propri calcoli con un nuovo decreto, l’impresa non può ottenere una nuova compensazione se il cantiere è già chiuso

Caro materiali - Foto: mikkiorso 123RF.com
Caro materiali - Foto: mikkiorso 123RF.com
di Paola Mammarella
20/05/2025 - La compensazione dei prezzi contro il caro materiali può essere corretta se la normativa cambia?
 
Attorno a questo interrogativo è sorto un contenzioso tra una società che ha vinto una gara d’appalto e la Stazione Appaltante che le ha riconosciuto la compensazione.
 
Ma sullo sfondo di questo caso c’è un altro contenzioso: quello sorto tra Ministero delle Infrastrutture (Mit) e Associazione nazionale costruttori edili (Ance) per la corretta quantificazione dei rincari dei materiali da costruzione.
 

Appalto a cavallo del cambio di regole sul caro materiali

Il caso preso in esame dai giudici riguarda un appalto integrato per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori di realizzazione di un tratto stradale.
 
Il contratto viene affidato alla società vincitrice nel 2014, i lavori terminano nel 2022 e il certificato di collaudo è rilasciato nel 2023, con determina della Stazione Appaltante del 31 gennaio 2024.
 
Durante la realizzazione dei lavori si verifica lo straordinario aumento dei prezzi, che ha indotto il Governo a emanare una serie di misure compensative contro i rincari.
 
La società presenta quindi istanza di compensazione prezzi, relativamente agli incrementi verificatisi nel corso del primo semestre 2021, ai sensi del DM 11 novembre 2021.
 
La Stazione Appaltante riconosce alla società 382.699 euro a titolo di compensazione, ma nel frattempo le stime condotte dal Ministero delle Infrastrutture (Mit) per mettere a punto il DM 11 novembre 2021 si rivelano inattendibili.
 
 
Lo stesso Mit deve correre ai ripari, approvando il DM 20 dicembre 2024, che corregge il DM del 2021.
 
La società presenta quindi una nuova istanza di compensazione prezzi perché l’importo riconosciuto dalla Stazione Appaltante sulla base del DM del 2021 è più basso di quello che le sarebbe spettato a seguito della correzione.
 
La Stazione Appaltante respinge la richiesta in quanto i lavori sono già stati conclusi e collaudati.
 

Caro materiali, le regole per la compensazione

Il Tar Lombardia, con la sentenza 413/2025, ha ricordato che le misure contro il caro materiali “trovano la loro ragion d’essere nella funzione di ripristino del sinallagma nei contratti di durata ancora in corso di esecuzione”.
 
L’obiettivo delle misure per la compensazione dei rincari è proseguire il contratto senza intoppi e giungere alla conclusione dei lavori senza ritardi.
 
Se, invece, i lavori sono già stati conclusi, questa esigenza viene meno.
 
I giudici hanno quindi respinto il ricorso e confermato le decisioni della Stazione Appaltante. L'impresa che ha chiuso il cantiere deve quindi accontentarsi di una compensazione inferiore, anche se determinata sulla base di parametri errati.

 
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