
Qualificazione con lavori affidati in subappalto, pubblicato il Decreto Infrastrutture
NORMATIVA
Qualificazione con lavori affidati in subappalto, pubblicato il Decreto Infrastrutture
Nel testo anche revisione prezzi, deroghe al Codice Appalti nei casi di somma urgenza, incentivo 2% ai dirigenti della PA e investimenti in FER
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del 10/06/2025

23/05/2025 - È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Infrastrutture (DL 73/2025), che introduce una serie di novità per la qualificazione Soa delle imprese con i lavori affidati in subappalto, la revisione dei prezzi, le deroghe alle procedure dei contratti pubblici nei casi di somma urgenza, gli incentivi per la progettazione ai dirigenti della PA e gli investimenti in energie rinnovabili.
Alcune norme del Decreto Infrastrutture costituiscono una nuova ondata di modifiche al Codice Appalti dopo soli 5 mesi dall’entrata in vigore del Correttivo.
Il Correttivo Appalti ha stabilito che le imprese possono ottenere la qualificazione Soa utilizzando solo i lavori svolti direttamente, mentre è vietato utilizzare le lavorazioni eseguite dalle imprese subappaltatrici. I lavori eseguiti in subappalto nelle categorie scorporabili possono essere utilizzati solo per dimostrare la cifra d’affari complessiva.
La norma ha destato lo scontento dei costruttori perché, a loro avviso, non avrebbe tenuto conto delle attività di controllo e coordinamento svolte dagli appaltatori, che avrebbero dovuto poter utilizzare i lavori svolti dai subappaltatori per qualificarsi.
Il Decreto Infrastrutture introduce un periodo transitorio per i procedimenti in corso. Le imprese continueranno a qualificarsi utilizzando anche i lavori non svolti direttamente, ma affidati in subappalto, nelle gare per le quali il bando o l’avviso sia stato pubblicato prima del 31 dicembre 2024 e nei contratti senza bando con inviti inviati entro il 31 dicembre 2024.
In altre parole, la norma del Codice Appalti sulle compensazioni si può applicare retroattivamente anche ai contratti stipulati prima della sua entrata in vigore e l’impresa può ottenere un ricalcolo del suo corrispettivo pari al 90% del valore eccedente la variazione del 3%.
Bisogna considerare che, fino ad ora, i lavori o la progettazione degli interventi necessari dopo un’emergenza di protezione civile sono stati affidati con procedura negoziata senza pubblicazione del bando.
Con le modifiche del Decreto infrastrutture, anche per gli interventi necessari dopo un’emergenza di protezione civile si potranno usare le procedure più snelle consentite per i casi di somma urgenza, come l’affidamento diretto al di sopra delle soglie comunitarie.
Il Decreto Infrastrutture prevede anche la possibilità di utilizzare una liberatoria antimafia provvisoria, per velocizzare gli affidamenti, l’autonoma determinazione del valore degli appalti, l’affidamento senza previa programmazione, l’utilizzo generalizzato del criterio del minor prezzo, l’esclusione automatica delle offerte anomale anche con meno di 5 offerte.
Viene introdotta infatti una deroga al principio di onnicomprensività, consentendo quindi ai tecnici dipendenti pubblici, con qualifica dirigenziale, di ottenere l’incentivo del 2% riconosciuto a chi partecipa alle attività di progettazione.
In base al Decreto Infrastrutture, le Amministrazioni che decidono di erogare gli incentivi ai dirigenti devono inviare agli organi di controllo le informazioni relative agli importi corrisposti annualmente.
Le modifiche del Decreto Infrastrutture al Codice Appalti arrivano a pochi mesi da quelle già introdotte dal Correttivo Appalti (D.lgs. 209/2024). Il Correttivo ha eliminato dal Codice i riferimenti al personale dipendente, proprio per includere anche quello dirigenziale. A pochi mesi di distanza, però, si è reso necessario un nuovo intervento chiarificatore.
Anche le aree industriali saranno considerate zone di accelerazione. Si tratta delle aree, individuate dal GSE, su cui è possibile installare gli impianti FER con procedure più spedite perché prive di elementi di pregio che possono essere danneggiati dagli impianti.
“La norma sui controlli antimafia - si legge nella nota - non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri”.
“La legislazione in vigore - continua - contempla norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale - adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi - che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie. Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale”.
La norma cui si riferisce il Quirinale prevedeva che la vigilanza antimafia sulla realizzazione del Ponte di Messina fosse curata dalla Struttura ad-hoc del Ministero dell’Interno che si occupa di eventi speciali, come le Olimpiadi.
La norma è stata quindi espunta dal Decreto Infrastrutture prima del via libera, ma il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a margine di un sopralluogo ai cantieri della nuova strada Sopraelevata portuale a Genova ha commentato: “chiederemo il massimo del rigore, il massimo della trasparenza, più poteri al ministero dell'Interno e alle Prefetture per verificare che non ci siano infiltrazioni. Dal mio punto di vista era importante, qualcuno l'ha pensata in modo diverso, vorrà dire che sarà il Parlamento a mettere il massimo delle garanzie”.
La Lega riproporrà quindi la disposizione sotto forma di emendamento nella fase di conversione in legge. Il Decreto Infrastrutture deve infatti affrontare l’iter di conversione in legge in Parlamento, dove potrebbe subire modifiche in vari ambiti.
Alcune norme del Decreto Infrastrutture costituiscono una nuova ondata di modifiche al Codice Appalti dopo soli 5 mesi dall’entrata in vigore del Correttivo.
Decreto Infrastrutture e qualificazione con i lavori in subappalto
Il Decreto Infrastrutture interviene ancora una volta sul subappalto, attenuando le novità introdotte con il Correttivo Appalti (D.lgs. 209/2024).Il Correttivo Appalti ha stabilito che le imprese possono ottenere la qualificazione Soa utilizzando solo i lavori svolti direttamente, mentre è vietato utilizzare le lavorazioni eseguite dalle imprese subappaltatrici. I lavori eseguiti in subappalto nelle categorie scorporabili possono essere utilizzati solo per dimostrare la cifra d’affari complessiva.
La norma ha destato lo scontento dei costruttori perché, a loro avviso, non avrebbe tenuto conto delle attività di controllo e coordinamento svolte dagli appaltatori, che avrebbero dovuto poter utilizzare i lavori svolti dai subappaltatori per qualificarsi.
Il Decreto Infrastrutture introduce un periodo transitorio per i procedimenti in corso. Le imprese continueranno a qualificarsi utilizzando anche i lavori non svolti direttamente, ma affidati in subappalto, nelle gare per le quali il bando o l’avviso sia stato pubblicato prima del 31 dicembre 2024 e nei contratti senza bando con inviti inviati entro il 31 dicembre 2024.
Revisione prezzi contro il caro materiali nel Decreto infrastrutture
Il Decreto Infrastrutture cerca di offrire una soluzione al problema dello straordinario rincaro dei prezzi dei materiali di costruzione. Il decreto stabilisce che chi non è riuscito ad ottenere le risorse del Decreto “Aiuti”, può chiedere la compensazione prevista dal Codice Appalti (così come modificato dal Correttivo).In altre parole, la norma del Codice Appalti sulle compensazioni si può applicare retroattivamente anche ai contratti stipulati prima della sua entrata in vigore e l’impresa può ottenere un ricalcolo del suo corrispettivo pari al 90% del valore eccedente la variazione del 3%.
Il Decreto Infrastrutture introduce i casi di somma urgenza
Il Decreto Infrastrutture include le emergenze di protezione civile, cioè gli eventi calamitosi per cause naturali o derivanti dall’attività dell’uomo, tra i casi di somma urgenza che fanno scattare le deroghe alle procedure ordinarie del Codice Appalti.Bisogna considerare che, fino ad ora, i lavori o la progettazione degli interventi necessari dopo un’emergenza di protezione civile sono stati affidati con procedura negoziata senza pubblicazione del bando.
Con le modifiche del Decreto infrastrutture, anche per gli interventi necessari dopo un’emergenza di protezione civile si potranno usare le procedure più snelle consentite per i casi di somma urgenza, come l’affidamento diretto al di sopra delle soglie comunitarie.
Il Decreto Infrastrutture prevede anche la possibilità di utilizzare una liberatoria antimafia provvisoria, per velocizzare gli affidamenti, l’autonoma determinazione del valore degli appalti, l’affidamento senza previa programmazione, l’utilizzo generalizzato del criterio del minor prezzo, l’esclusione automatica delle offerte anomale anche con meno di 5 offerte.
Decreto Infrastrutture: incentivo 2% ai dirigenti
Il Decreto Infrastrutture elimina i dubbi sulla possibilità, per i dirigenti, di ottenere incentivi e trattamenti accessori.Viene introdotta infatti una deroga al principio di onnicomprensività, consentendo quindi ai tecnici dipendenti pubblici, con qualifica dirigenziale, di ottenere l’incentivo del 2% riconosciuto a chi partecipa alle attività di progettazione.
In base al Decreto Infrastrutture, le Amministrazioni che decidono di erogare gli incentivi ai dirigenti devono inviare agli organi di controllo le informazioni relative agli importi corrisposti annualmente.
Le modifiche del Decreto Infrastrutture al Codice Appalti arrivano a pochi mesi da quelle già introdotte dal Correttivo Appalti (D.lgs. 209/2024). Il Correttivo ha eliminato dal Codice i riferimenti al personale dipendente, proprio per includere anche quello dirigenziale. A pochi mesi di distanza, però, si è reso necessario un nuovo intervento chiarificatore.
Decreto Infrastrutture e investimenti in energie rinnovabili
Per le scadenze del PNIEC 2030 e del PNRR, il decreto Infrastrutture introduce delle modifiche al Testo Unico Rinnovabili (D.lgs. 104/2024).Anche le aree industriali saranno considerate zone di accelerazione. Si tratta delle aree, individuate dal GSE, su cui è possibile installare gli impianti FER con procedure più spedite perché prive di elementi di pregio che possono essere danneggiati dagli impianti.
Ponte di Messina, le precisazioni del Quirinale sui controlli antimafia
Ieri il Quirinale ha diffuso una nota di precisazione sui contenuti del Decreto infrastrutture.“La norma sui controlli antimafia - si legge nella nota - non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri”.
“La legislazione in vigore - continua - contempla norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale - adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi - che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie. Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale”.
La norma cui si riferisce il Quirinale prevedeva che la vigilanza antimafia sulla realizzazione del Ponte di Messina fosse curata dalla Struttura ad-hoc del Ministero dell’Interno che si occupa di eventi speciali, come le Olimpiadi.
La norma è stata quindi espunta dal Decreto Infrastrutture prima del via libera, ma il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a margine di un sopralluogo ai cantieri della nuova strada Sopraelevata portuale a Genova ha commentato: “chiederemo il massimo del rigore, il massimo della trasparenza, più poteri al ministero dell'Interno e alle Prefetture per verificare che non ci siano infiltrazioni. Dal mio punto di vista era importante, qualcuno l'ha pensata in modo diverso, vorrà dire che sarà il Parlamento a mettere il massimo delle garanzie”.
La Lega riproporrà quindi la disposizione sotto forma di emendamento nella fase di conversione in legge. Il Decreto Infrastrutture deve infatti affrontare l’iter di conversione in legge in Parlamento, dove potrebbe subire modifiche in vari ambiti.