14/05/2025 - Da tempo nel Lazio viene avvertita da più parti l’esigenza di una nuova legge urbanistica regionale.
Una breve sintesi della situazione attuale della pianificazione urbanistica nella Regione Lazio può dare un’idea delle motivazioni di questa richiesta: l’ultima approvazione di un piano urbanistico nel Lazio risale al 2014 e, all’attualità, sui 378 comuni della regione, solo 14, che assommano al 4,3% del totale della superficie regionale e al 1,19% della popolazione
[1], hanno un piano approvato successivamente al 2010, mentre sono numerosi i comuni dotati di un piano antecedente al 1995.
È evidente la stasi della pianificazione locale nella Regione Lazio a partire dal 2010. Del resto, la legislazione urbanistica principale della Regione Lazio è datata (1999) e poco efficace, mentre la legge regionale sulla rigenerazione urbana del 2017 ha prodotto solo interventi di riqualificazione edilizia.
Fino ad ora alla domanda di innovazione legislativa si è risposto proponendo provvedimenti di semplificazione che però sostanzialmente si limitano a facilitare gli interventi edilizi, mentre occorrerebbe quella necessaria visione ampia e organica e di sistema per gli assetti territoriali e urbani che potrebbe essere propria di una nuova legge.
Anche a questo fine, la sezione Lazio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica ha organizzato una Rassegna Urbanistica Regionale (RUR INU Lazio 2025). La RUR 2025 si è svolta a partire dal dicembre 2024 e avrà la sua conclusione il 22 maggio 2025, con un convegno a Roma, nella Casa dell’Architettura (complesso dell’Acquario Romano) sul tema “
Fare Urbanistica nel Lazio: criticità, scenari e prospettive”. Tema che si collega e si integra con quello del XXXII° Congresso Nazionale dell’INU, che si svolgerà nella stessa sede il giorno successivo 23 maggio:
“Il Piano Utile. Priorità e potenzialità inesplorate dell’agire urbanistico”.
Obiettivo della RUR è di delineare e valutare lo stato attuale dell’Urbanistica nel Lazio, con le sue criticità e le buone pratiche in modo da avere una prima base di conoscenze necessarie per una valutazione della situazione e delle prospettive dell’urbanistica regionale e utili per delineare alcuni principali indirizzi sui contenuti di una nuova legge urbanistica per il Lazio.
Anche a questo fine INU Lazio, con la collaborazione degli Ordini provinciali degli Architetti e degli Ingegneri, ha organizzato otto seminari che si sono svolti in varie località nella regione e in varie date: Roma, Grottaferrata, Tivoli, Frosinone, Rieti, Viterbo, Civitavecchia, San Felice Circeo.
La distribuzione geografica dei seminari nella regione e la numerosità dei relatori (complessivamente circa una novantina) composti da un interessante mix di figure, con provenienze da università, professioni ed enti pubblici (per questi ultimi, figure sia tecniche che politiche) hanno permesso di constatare un quadro certamente non esaustivo ma significativo dell’agire urbanistico nella Regione e in qual modo il fare urbanistica sia percepito come fattore utile per gli assetti delle città e dei territori.
I temi trattati nei seminari sono stati i più vari. A titolo di esempio: il PUCG di Mentana e il DPI di Grottaferrata; a Roma il Piano Strategico e Operativo del Tevere, con i progetti per i Parchi di Affaccio, il progetto Micro-foreste pedagogiche, 15 progetti per la città dei 15 minuti, il piano di assetto per il Litorale di Ostia, il progetto del Parco Lineare Roma Est; a Velletri e a Colleferro i piani di recupero dei rispettivi centri storici; per la Città Metropolitana di Roma Capitale il progetto biovie nell’area dei Castelli Romani; gli interventi di rigenerazione urbana di importanti complessi storici a Tivoli; un piano di sviluppo sostenibile nell’agro Prenestino-Tiburtino; il piano per i luoghi del Sacro lungo la Valle dell’Aniene; i progetti di riqualificazione nel tratto urbano delle aree lungofiume Velino a Rieti; i piani di ricostruzione post-sisma nella parte laziale del cratere; le proposte di rigenerazione-riqualificazione per il sistema dei piccoli centri dell’Alta Valle del Farfa (provincia di Rieti); a Civitavecchia gli interventi dell’Autorità Portuale per la creazione di parchi urbani, il progetto per l’area Italcementi, il Piano Città dell’Agenzia del Demanio.
Dalla notevole mole di materiali presentati nei seminari possono trarsi alcune osservazioni preliminari e utili, come detto, anche alla delineazione dei principali contenuti di una nuova legge urbanistica regionale per il Lazio.
Nuova legge urbanistica della Regione Lazio
Una prima osservazione: i temi e i relativi contenuti presentati nei vari seminari, sono stati i più vari, ma con alcuni tratti comuni. Si tratta di un complesso di programmi piani e progetti che per la massima parte hanno come oggetto, esplicitato anche nei titoli degli interventi in circa una sessantina delle relazioni, le questioni della rigenerazione-riqualificazione urbana, mentre negli altri interventi il tema è comunque presente e trattato, compresi i Piani urbanistici di Mentana e Grottaferrata.
Una seconda osservazione: la assoluta prevalenza, nei contenuti delle relazioni, di progetti o programmi di progetti rispetto ai piani urbanistici canonici sia generali che attuativi. Sono in genere progetti di varie dimensioni e di vario livello che possono essere qualificati urbani, ma che spesso non sono inseriti all’interno di un quadro di riferimento o di sistema più ampio, così da poter avere il carattere di progetti concepiti come parte di una visione complessiva del futuro di una città, cioè come progetti urbanistici.
Se ne può dedurre una opportunità/necessità di un agire urbanistico che, soprattutto per comuni di dimensioni medio-piccole, sia fondato su una pianificazione multiscalare nella quale opportune innovazioni nei contenuti e nelle tecniche urbanistiche permetta di accogliere in un quadro di reciproche coerenze una visione o un progetto di città e la delineazione di possibili interventi per conseguire quella visione o progetto.
Un agire urbanistico, e dunque una relativa legislazione, che contemperi la concretezza del progetto e dell’attuazione di interventi urbanistici con una utile e necessaria correlazione tra singolo intervento, locale o a scala di parte di città, e una visione generale di correlazioni sia per un adeguato intorno del singolo intervento che per il complessivo sistema urbano.
Si richiede, insomma, sia da amministratori comunali sia da cittadini, un agire urbanistico che comunichi in modo quanto più chiaro possibile come potrebbero concretarsi le indicazioni della pianificazione-programmazione in interventi che incidano sulle qualità dei paesaggi urbani e territoriali e dunque sulle qualità dell’abitare e che ne renda possibile l’attuazione.
Una terza osservazione: una questione emersa in quasi tutti i seminari ed espressa, in maniera più o meno esplicita e più o meno articolata nei diversi interventi di molti relatori e collegata alle due precedenti osservazioni, è la formazione di una
nuova legge urbanistica regionale per il Lazio che viene ritenuta ormai una urgente necessità. Questione che viene espressa per lo più come domanda di una urbanistica dotata di maggiore flessibilità e facilità procedurale e che sia calibrata anche, in termini di contenuti dei piani e di procedure, sulle dimensioni di comuni medio-piccoli.
Il Direttivo della sezione Lazio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica ha assunto recentemente l’impegno di elaborare un documento di indirizzi per una
nuova legge urbanistica del Lazio che sia fondata sui criteri della proposta della nuova legge sul governo del territorio formulata dall’INU nazionale e presentata in Senato nel luglio 2024.
Anche tenendo conto del tema del XXXII° Congresso sopra citato, e come ipotesi da discutere, posso provare a titolo personale a delineare alcuni spunti e indirizzi per una nuova legge regionale per il Lazio, limitandomi a quanto riguarda gli aspetti della rigenerazione-riqualificazione urbana.
Spunti per una nuova legge regionale per il Lazio
Anzitutto, mi sembra di poter affermare che una delle possibili utilità dell’urbanistica e del piano urbanistico sia nell’introiettare la rigenerazione-riqualificazione urbana come progetto rilevante, e a volte prevalente, da integrare con i suoi specifici contenuti nei contenuti della pianificazione. Sono contenuti, quelli della rigenerazione-riqualificazione che possono essere riassunti in tre indirizzi generali:
rimediare, prevenire, migliorare.
Rimediare: alle carenti qualità dell’abitare che sono riscontrabili in molte parti di città, in particolare in quelle più recenti, costruite negli ultimi sessanta-settanta anni. Ma non raramente anche nelle parti di città storica. Sono qualità urbane carenti anche, se non soprattutto, per la scarsezza o assenza di adeguate qualità e quantità di spazi pubblici e di servizi pubblici e privati, che comportano di conseguenza una
scarsa qualità del paesaggio urbano e bassa qualità dell’abitare.
Prevenire: il degrado delle qualità già presenti, o
l’ulteriore degrado.
Migliorare (in relazione ai due precedenti indirizzi) le condizioni dell’abitare agendo per singoli interventi ma sempre in riferimento a una dimensione di sistema, cioè a programmi-progetti di interventi di
rigenerazione-riqualificazione su sistemi a rete di spazi pubblici e di servizi pubblici e privati (reti di prossimità, ma contenenti sia livelli locali, sia urbani o sovraurbani), in un quadro di pianificazione-programmazione di un complessivo riassetto dell’esistente che proponga una visione o un progetto di città.
Le innovazioni di contenuti e di tecniche che sono richieste dalla attenzione alla scala dei sistemi di spazi pubblici e di servizi pubblici e privati comportano a loro volta la necessità di innovazioni legislative. Innovazioni che fondamentalmente dovranno riguardare l’integrazione della progettazione urbanistica nella pianificazione.
Vale a dire l’integrazione del disegno urbano delle reti di prossimità e degli scenari di progetto possibili (il disegno dei sistemi di spazi pubblici e di servizi pubblici e privati e degli scenari di assetto delle singole componenti) con il progetto delle destinazioni d’uso, della distribuzione dei servizi pubblici e della infrastrutturazione per la mobilità.
Il che, in termini di innovazioni nella legislazione urbanistica comporta in primo luogo l’integrazione di regole sulla rigenerazione urbana nella nuova legge urbanistica del Lazio, vale a dire integrazioni di contenuti e scale proprie della progettazione urbanistica nella pianificazione soprattutto, come detto, nel caso di Comuni di dimensioni medio-piccole.
Una delle ipotesi da valutare è l’integrazione di strumenti del tipo masterplan o schemi di assetto (senza valore conformativo) nelle tecniche del piano, nei quali calibrare norme prescrittive con linee guida e indirizzi di valore indicativo, che quando siano maturate le condizioni per l’attuazione degli interventi previsti o ammissibili, forniscano in primo luogo alle amministrazioni e poi agli operatori tutti gli elementi opportuni e necessari per il controllo della qualità e delle quantità degli interventi stessi sui singoli componenti dei sistemi di spazi pubblici e di servizi pubblici e privati e per eventuali interventi edilizi compensativi.
Infine, ma non da ultimo, una nuova legge urbanistica, che accolga gli indirizzi detti sopra, dovrà anche prevedere opportuni
finanziamenti e incentivi ai Comuni per il loro agire urbanistico, anche, e forse soprattutto, in termini di adeguato sostegno tecnico.
[1] Vedi: Simone Ombuen, “Lo stato della pianificazione urbanistica comunale nel Lazio al marzo 2025”, in AA.VV.: “Urbanistica nel Lazio, tra stasi e traiettorie innovative” (Urbanistica Informazioni Special Issue n.320, 2025)