19/06/2025 - Sabato 21 giugno 2025, alle ore 21:00, sarà inaugurata a Miglionico (MT) l’installazione “No guerra”, una monumentale opera site-specific firmata da Mario Cresci, concepita per rivestire i ponteggi del cantiere di restauro del Serbatoio comunale dell’acqua.
L’iniziativa è promossa dal Comune di Miglionico, dalla Fondazione Gianfranco Dioguardi e dal TAM Tower Art Museum, in collaborazione con Archivio Mario Cresci, ANCE Basilicata e Basilicata Creativa. A curare il progetto è Cantiere-evento e Dioguardi Lab, con la direzione artistica di Francesco Maggiore e il coordinamento di Carlo Picerno.
L’opera di Cresci prende ispirazione dal Polittico di Cima da Conegliano (1499), custodito nella Chiesa di Santa Maria Maggiore di Miglionico. In particolare, l’artista rilegge in chiave contemporanea la figura del Cristo Redentore, collocato nel vertice dell’opera rinascimentale. Con il suo inconfondibile linguaggio visivo, Cresci ne offre un’interpretazione astratta e simbolica: la posa benedicente del Cristo diventa un gesto universale di pace, che si fonde con il monito “No guerra”, composto da un’aurea di lettere che interroga lo sguardo dello spettatore.
L’artista non si limita a dialogare con l’arte sacra, ma si confronta anche con la memoria del luogo: il Serbatoio, attivo dagli anni ’30, garantisce da quasi un secolo l’approvvigionamento idrico della comunità. L’acqua — bene prezioso e simbolo di vita — diventa, nelle mani del Cristo, ponte tra cielo e terra, come in una nuova sacralità laica: una presenza-assenza, un’icona contemporanea sospesa tra trascendenza e realtà, tra memoria e percezione, tra visibile e invisibile.
La realizzazione dell’opera è resa possibile grazie al contributo attivo dell’impresa La Fenice (responsabile dell’intervento di restauro del Serbatoio), e alla partecipazione di aziende del territorio come Coserplast, Quartarella 1949 e Printitaly. Un segno tangibile di come il mondo delle costruzioni stia maturando una crescente responsabilità sociale, promuovendo iniziative culturali che valorizzino i cantieri come occasioni per restituire qualità e senso ai luoghi.
Con oltre 250 mq di superficie, l’installazione si sviluppa lungo la facciata principale del Serbatoio, diventando una composizione imponente di colori, forme e segni, immaginata da Cresci e realizzata grazie alla collaborazione di un gruppo di giovani artisti: Piero de Palma, Giuseppe Losapio, Fabrizio Riccardi, Michela Rondinone e Angelica Vitella. Il progetto è inoltre sostenuto da partner istituzionali e culturali come Acquedotto Lucano, Fondazione Matera-Basilicata 2019, More Collettivo e l’Università degli Studi della Basilicata.
Il Serbatoio, edificato negli anni Trenta del Novecento, è attualmente oggetto di un importante intervento di recupero e rifunzionalizzazione diretto dall’arch. Silvia Parentini e curato per gli aspetti della sicurezza dall’arch. Alessandro Lanzolla. Il Comune di Miglionico intende trasformarlo in uno spazio culturale, condividendo con la comunità, attraverso un percorso partecipativo, la visione della sua nuova destinazione d’uso.
L’allestimento, pensato con una duplice funzione — tecnica e culturale —, risponde alle esigenze logistiche del cantiere, ma si pone anche come presenza dinamica e propositiva nel contesto urbano. Un’opera d’arte pubblica che dialoga con la piazza e il paesaggio, trasformando la temporaneità del cantiere in occasione di bellezza e riflessione.
“Ospitare il programma “Cantiere-evento” è un grande onore per un piccolo borgo come Miglionico che guarda alla cultura come strumento di elevazione sociale — dichiara il Sindaco Giulio Traietta — ringrazio Francesco Maggiore, figlio illustre di Miglionico che insieme all’ospite d’onore Mario Cresci porteranno l’arte nel cuore della nostra comunità”.
L’installazione sarà visibile dal 21 giugno al 21 agosto 2025, anche in orario serale e notturno, grazie a un sistema di illuminazione appositamente progettato da Operaluce.
Il Serbatoio dell’acqua
L’edificio del Serbatoio comunale di Miglionico risale agli anni ‘30 del secolo scorso ed è parte dell'infrastruttura idrica dell'Acquedotto dell'Agri, una colossale opera ingegneristica terminata nel 1937 che, con una portata di 7300 metri cubi di acqua al giorno per 300 chilometri di lunghezza, garantiva un adeguato approvvigionamento di acqua potabile alle comunità della Basilicata interna. Il serbatoio si configura come un edificio a torre in cemento armato, di cui il quarto piano ospita la vasca idrica, ancora in funzione. I prospetti dell’edificio, segnati da linee sobrie e rigorose e grandi bucature, riflettono il linguaggio dell’architettura civile del Ventennio fascista: nessun decoro, ma modanature semplici, paraste verticali e bugnato in malta cementizia al piano terra.
Il recupero dell’edificio
Il fabbricato, tuttora attivo ma da tempo in stato di abbandono e degrado nelle sue parti non operative, è destinato a una progressiva riqualificazione che parte dall’intervento tuttora in corso finanziato dal programma “Aree Degradate”, approvato e pubblicato con DPCM del 15.10.2015. L’intervento, combina il restauro delle facciate con la ristrutturazione funzionale del piano terra dell’edificio che ospiterà un centro culturale e spazio espositivo, prevede il consolidamento di alcune parti ammalorate della struttura, la valorizzazione degli elementi architettonici originari e l’introduzione di nuove soluzioni adeguate ai futuri usi pubblici. L’obiettivo è dare avvio a un processo di rigenerazione urbana e culturale che, a partire dalla valorizzazione del serbatoio, possa generare nuova creatività e partecipazione, con l’ambizione di trasformare l’edificio in un polo culturale per la Val Basento, anche in relazione con la vicina Matera, Capitale Europea della Cultura 2019.
Cantiere-evento
«Cantiere-evento» è un progetto ideato da Gianfranco Dioguardi negli anni ’90 e oggi promosso dalla sua Fondazione, con l’obiettivo di interpretare i cantieri urbani come spazi pubblici temporanei di partecipazione, cultura e formazione, coinvolgendo i cittadini attraverso eventi gratuiti come mostre, installazioni, concerti e workshop. Senza interferire con i lavori, queste attività valorizzano l’estetica del cantiere, rafforzano il tessuto sociale e generano ricadute positive sul territorio. «Cantiere-evento» è divenuto nel 2017 un marchio di Impresa registrato dalla Fondazione Dioguardi presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico oggi in concessione a Dioguardi Lab società benefit, nata dall’incontro tra la stessa Fondazione e il Gruppo Edilportale.com SpA. Alla base dell’avventura Cantiere-evento c’è la volontà di rendere i cittadini artefici e protagonisti dei processi di trasformazione che investono la città. La presenza di un cantiere si trasforma così in un’opportunità per l’ambiente urbano innescando inattese connessioni sia estetiche e spaziali sia artistiche e relazionali. Un approccio virtuoso a cui è stato conferito nel 2023 il Premio internazionale “Bruno Zevi” per la diffusione della cultura architettonica promosso dall’Inarch-Puglia.
Mario Cresci
Nasce a Chiavari nel 1942, in Liguria, e oggi vive e lavora a Bergamo. Nel 2004 realizza la sua prima antologica, Le case della fotografia. 1966-2003, alla GAM di Torino, mentre nel 2017 riassume i suoi cinquant’anni di attività artistica nella mostra La fotografia del No. 1964-2016 alla GAMeC di Bergamo. Nel 2023, Cresci rilegge i primi venti anni del suo lavoro attraverso la mostra L’esorcismo del tempo, 1960-1980, al MAXXI di Roma. La mostra Colorland, 1975-1983, dello stesso anno, al Monastero di Astino per la Fondazione MIA di Bergamo, unitamente alla recente collettiva Viaggio in Italia - riedizione di quella storica di Bari del 1984 - all’Istituto Italiano della Cultura di Parigi (2024), evidenziano il rinnovato interesse della critica per il progetto di Luigi Ghirri sul paesaggio italiano di quegli anni. Partecipa alla Biennale d'Arte di Venezia nel 1971, 1979 e nel 1993 in Muri di carta. Fotografia e paesaggio dopo le avanguardie, curata da Arturo Carlo Quintavalle. Dal 1974 alcune sue fotografie fanno parte della collezione del MoMA di New York. Molti lavori sono presenti in diverse collezioni d’arte e fotografia contemporanea di noti musei nazionali. Dalla fine degli anni Settanta si dedica anche all’insegnamento, attività di esperienza creativa condivisa e intesa come parte integrante del suo lavoro d’autore, nella convinzione che l’opera d’arte può essere anche parte attiva di un processo di crescita sociale. Dal 1991 al 1999 dirige l'Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo. Insegna in diverse scuole, accademie e università come lo IED, l’Accademia di Brera, la NABA, il Politecnico di Milano, la Fondazione Modena Arti Visive e attualmente insegna all’Università ISIA di Urbino. Ampia e articolata è la sua produzione di libri e più̀ in generale di contributi, anche teorici, sulla fotografia e la comunicazione visiva. Nel 2019 pubblica Segni migranti. Storia di grafica e fotografia (Postcart Edizioni), un compendio della sua ricerca grafica e fotografica, premiato come Livre Historique ai Les Rencontres de la Photographie 2020 di Arles. Nel 2022 per Mimesis Edizioni pubblica Matrici. L'incertezza del vero, dove sperimenta la coesistenza tra scrittura e immagine. Dal 2018 Mario Cresci è rappresentato dalla Galleria Matèria di Roma per l'Italia; dal 2025 si unisce la Large Glass Gallery di Londra. Nel 2023 viene costituito l'Archivio d'artista Mario Cresci, a Bergamo, tutore di tutto il lavoro dell’artista.