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Rigenerazione urbana, in arrivo subito 80 milioni di euro

Rigenerazione urbana, in arrivo subito 80 milioni di euro

Lo stanziamento nel decreto ‘Omnibus’ e intanto, dopo un lungo stop, al Senato riparte l’esame del disegno di legge

Rigenerazione urbana - Foto: datsenkomarina 123RF.com
Rigenerazione urbana - Foto: datsenkomarina 123RF.com
di Paola Mammarella
27/06/2025 - 80 milioni di euro per la rigenerazione urbana. Lo prevede la bozza del decreto “Omnibus”, approvata dal Consiglio dei Ministri di venerdì scorso, contenente disposizioni per il finanziamento di attività economiche, imprese e infrastrutture.
 
Ma non è l’unica novità, perché dopo una serie di stop and go, il disegno di legge in materia di rigenerazione urbana sembra essersi sbloccato.
 
Ad accomunare i due provvedimenti c’è l’istituzione del Fondo nazionale per la rigenerazione urbana.
 

Gli obiettivi del Fondo per la rigenerazione urbana

La bozza di decreto “Omnibus” prevede l’istituzione del Fondo nazionale per la rigenerazione urbana con una dotazione complessiva di 80 milioni di euro: 50 milioni di euro per l’anno 2025 e 30 milioni di euro per l’anno 2026.
 
La bozza stabilisce che al finanziamento degli interventi destinati alla riduzione del consumo del suolo e degli sprechi energetici e idrici degli edifici possono concorrere le risorse dei programmi operativi nazionali e regionali della programmazione 2021-2027 dei fondi strutturali europei.
 
Viene inoltre prevista l’adozione di un decreto ministeriale, che regolerà il funzionamento del Fondo e i criteri di riparto.
 

Il Fondo della legge sulla rigenerazione urbana

Anche il disegno di legge in materia di rigenerazione urbana prevede l’istituzione di un omonimo Fondo nazionale per la rigenerazione urbana.
 
Il ddl, lo ricordiamo, è la risultante di un’operazione che ha unificato gli otto disegni di legge in materia di rigenerazione urbana che erano in discussione e ha portato all’adozione di un testo base.
 
L’adozione del testo base è avvenuta a ottobre 2024 e martedì scorso l’iter è ripartito dalla Commissione Finanze del Senato, dove il relatore del ddl, l’on. FI Roberto Rosso, ha presentato un emendamento proprio alle disposizioni che regolano il finanziamento del Fondo.
 
 
L’emendamento corregge l’orizzonte temporale della copertura finanziaria, che nel ddl partiva dal 2024, termine superato a causa del ritardo nell’esame, e prevede che le risorse siano attinte non solo dal Fondo per interventi strutturali di politica economica, ma anche dal Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, istituito dalla Legge di Bilancio per il 2025.
 

Gli interventi finanziati dal Fondo nazionale per la rigenerazione urbana

Tra le spese ammissibili previste dalla normativa rientrano numerosi interventi strategici per favorire la rigenerazione urbana.
 
In primo luogo, è prevista la possibilità di finanziare studi di progettazione e analisi di fattibilità, sia urbanistica che economico-finanziaria, finalizzati a interventi di recupero e riqualificazione del tessuto urbano.
 
Sono inoltre coperte le spese per la progettazione e realizzazione di opere e servizi pubblici, o comunque di interesse collettivo, così come gli interventi di ristrutturazione del patrimonio immobiliare pubblico esistente.
 
Un’attenzione particolare è riservata anche alla sostenibilità sociale degli interventi: tra i costi ammissibili figurano gli oneri legati al trasferimento temporaneo degli abitanti interessati dai programmi di rigenerazione, da attuarsi con modalità rispettose del contesto sociale.
 
Altre voci di spesa riguardano l’attivazione e la gestione efficace di percorsi partecipativi, la creazione di aree verdi e, in senso più ampio, tutte le azioni mirate all’adattamento e alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.
 
Il ddl consente anche di finanziare la demolizione di opere incongrue, purché l’intervento risponda a un accertato interesse pubblico e derivi da proposta dei proprietari.
 
Infine, sono previsti fondi per l’assunzione temporanea di personale tecnico a supporto dei Comuni nei primi tre anni di applicazione della legge, nonché per l’assistenza tecnica necessaria alla realizzazione degli interventi.
 

Fondo nazionale per la rigenerazione urbana, norme sovrapposte?

C’è da chiedersi perché la bozza di Decreto Legge “Omnibus” preveda l’istituzione di un identico Fondo per la rigenerazione urbana, con una dotazione di risorse limitata ai primi due anni.
 
La risposta sta molto probabilmente nelle tempistiche. Il decreto legge, per la sua natura, consente alle disposizioni di diventare subito operative, dopo i 60 giorni per la conversione in legge.
 
In questo modo, il Fondo potrà dispiegare subito i suoi effetti con una dotazione iniziale che consentirà l’avvio di alcuni interventi.
 
Il disegno di legge sulla rigenerazione urbana ha avuto fino ad ora un iter travagliato. In 26 anni, infatti, ci sono stati 76 tentativi di modifica della legge urbanistica, mai andati a buon fine.
 
Lo stesso testo che ha unificato i disegni di legge giacenti in Parlamento è fermo da quasi un anno in Senato, ma sembra che ci sia un cambio di passo. Ieri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha risposto a un’interrogazione in Senato, presentata dal relatore del ddl per la rigenerazione urbana, affermando che il Mit “ha la massima condivisione per la proposta che abbiamo seguito fin dall'inizio e continueremo a seguire, fornendo tutto il supporto tecnico e informativo necessario”.
 
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