09/06/2025 - Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri rileva un crollo delle gare per servizi di ingegneria e architettura nel 2025.
Secondo i dati del Centro Studi del CNI, nei primi quattro mesi dell’anno sono stati pubblicati bandi pubblici per un valore complessivo di 159,4 milioni di euro, in forte calo rispetto ai 295 milioni del 2024. Una flessione del 46% che segna la fine della fase espansiva legata al PNRR e ai bonus edilizi.
A mostrare le maggiori difficoltà sono i liberi professionisti, superati dalle società nelle gare di importo più elevato.
Ma in questo scenario emerge anche un dato positivo: l’equo compenso per ingegneri e architetti, applicato con maggiore rigore, ha contribuito a limitare i ribassi e a proteggere il valore della prestazione professionale.
Crollo gare per progettazione: -46% rispetto al 2024
Il calo riguarda soprattutto le gare per progettazione e servizi tecnici senza esecuzione, che scendono al 28,8% del totale contro il 52,3% dello scorso anno. In crescita invece gli appalti integrati, che superano il 65% degli importi.
La maggior parte dei bandi pubblicati nel 2025 ha un importo inferiore a 140mila euro (70,7%), mentre solo il 6,7% rientra nella fascia 140-215mila euro e il 22,6% supera tale soglia.
Professionisti in difficoltà: vincono le società
Il crollo dei bandi pubblici di ingegneria e architettura ha colpito in particolare i liberi professionisti, che riescono a ottenere risultati quasi esclusivamente nelle gare sotto i 140mila euro (dove conquistano il 60% delle aggiudicazioni). Nelle fasce più alte, il loro peso è marginale:
• solo il 3,6% delle gare oltre i 215mila euro;
• appena l’1,2% degli importi aggiudicati.
A prevalere sono le società di ingegneria, i consorzi e le RTI/ATI miste, più strutturate e capaci di affrontare gare complesse e integrate.
Equo compenso ingegneri: meno ribassi e più tutela
Se il mercato appare in contrazione, il dato sull’Equo compenso risulta confortante:
• ribasso medio stabile al 22,5%, dato ritenuto accettabile;
• ribasso massimo sceso di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2024.
Una dinamica che secondo il Centro Studi CNI è il frutto dell’effetto deterrente dell’Equo compenso, il cui rispetto inizia a essere monitorato con maggiore attenzione dalle stazioni appaltanti.
Marco Ghionna, Presidente del centro Studi CNI, ha commentato:
“Il quasi dimezzamento degli importi a base di gare fotografa un esito che avevamo già previsto in maniera predittiva osservando il trend di costrizione dell’effetto PNRR.
Siamo in una condizione - continua - che rischia di mettere in grave difficoltà soprattutto i liberi professionisti che sugli importi superiori a 215 mila euro tendono a sparire e contemporaneamente negli importi superiori a 140 mila euro riducono fortemente il loro potere contrattuale. L’effetto invece dell’Equo Compenso riesce a ridurre i ribassi massimi di circa 10 punti percentuali rispetto all’anno precedente e la media dei ribassi si attesta attorno il 22,5, che sono dati accettabili.
Questo vuol dire che bisogna lavorare molto per trovare soluzioni che salvaguardino la capacità di contrazione dei liberi professionisti mentre ormai si può guardare con fiducia l’azione efficace dell’equo compenso”.