
Lavori sulle parti comuni in condominio, chiarite le aliquote del bonus
NORMATIVA
Lavori sulle parti comuni in condominio, chiarite le aliquote del bonus
Dopo le incertezze iniziali, l’Agenzia spiega chi ha diritto alla detrazione con aliquota al 50% e chi al 36%
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del 23/06/2025

20/06/2025 - L’Agenzia delle Entrate ha finalmente chiarito quali aliquote si applicano al Bonus ristrutturazione sulle parti comuni in condominio nel 2025.
La logica contenuta nella spiegazione, elaborata con la Circolare 8/E emanata ieri, si può applicare anche agli altri bonus edilizi.
Si tratta di un chiarimento molto atteso dal momento che la normativa non spiega espressamente quali aliquote si applicano alle parti comuni degli edifici e che l’Agenzia ha dovuto fornire un’interpretazione sulla base degli elementi esistenti.
La Legge di Bilancio per il 2025 ha allineato il funzionamento del bonus ristrutturazione, ecobonus e sismabonus, dandogli le stesse regole e aliquote.
Per il 2025, il bonus ristrutturazione ha un'aliquota differenziata in base all’immobile su cui sono realizzati gli interventi: 50% per le abitazioni principali e 36% per le abitazioni diverse dall’abitazione principale.
Nel 2026 e nel 2027, il bonus ristrutturazione avrà un’aliquota del 36% per gli interventi realizzati sulle abitazioni principali e del 30% per le abitazioni diverse.
In tutti gli anni, il tetto di spesa resterà a 96.000 euro.
Non era quindi chiaro cosa accadesse in un condominio con alcuni appartamenti utilizzati come abitazione principale e altri utilizzati come seconda casa. A fronte di una spesa per la ristrutturazione delle parti comuni, i proprietari avrebbero avuto diritto ad una detrazione fiscale con aliquote diverse (50% per i proprietari di prima casa e 36% per i proprietari delle seconde case)?
In secondo luogo, la legge ha indicato, come beneficiari della detrazione, “i titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”.
Prima dell’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025 anche il convivente non proprietario, che sosteneva le spese per la ristrutturazione, aveva diritto al bonus ristrutturazione. Non si capiva quindi se la nuova legge volesse circoscrivere ai soli proprietari la possibilità di ottenere i bonus edilizi.
Affinché si possa beneficiare dell’aliquota al 50% prevista dal bonus ristrutturazione, è necessario che:
- la titolarità dell’immobile sia in essere all’inizio dei lavori;
- la destinazione ad abitazione principale sia effettiva al termine degli interventi.
Per gli altri condòmini, ovvero coloro che non possiedono un diritto di proprietà o non hanno adibito l’immobile a propria abitazione principale, resta comunque la possibilità di accedere al bonus ristrutturazione parti comuni condominio 2025, ma con l’aliquota al 36%.
Bisogna precisare che l’Agenzia ha fornito un’interpretazione delle norme vigenti sulla base degli elementi in suo possesso, che non ha quindi la stessa forza di una legge.
L’Agenzia ha spiegato che a partire dal 1° gennaio 2025, la detrazione è pari al 50 % se le spese per l’intervento sono sostenute da chi è titolare di un diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento (ad esempio usufrutto, uso o abitazione) su un’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.
Di conseguenza, i familiari conviventi e i semplici detentori dell’immobile, come locatari o comodatari, pur potendo accedere al bonus ristrutturazione, possono fruirne con aliquota al 36%.
La logica contenuta nella spiegazione, elaborata con la Circolare 8/E emanata ieri, si può applicare anche agli altri bonus edilizi.
Si tratta di un chiarimento molto atteso dal momento che la normativa non spiega espressamente quali aliquote si applicano alle parti comuni degli edifici e che l’Agenzia ha dovuto fornire un’interpretazione sulla base degli elementi esistenti.
Bonus ristrutturazione 2025, cosa prevede la normativa
Prima di entrare nel merito della spiegazione, è opportuno ripercorrere i cambiamenti della normativa che regola il bonus ristrutturazione e gli altri bonus edilizi e capire perché sono sorti dubbi in merito alle parti comuni degli edifici.La Legge di Bilancio per il 2025 ha allineato il funzionamento del bonus ristrutturazione, ecobonus e sismabonus, dandogli le stesse regole e aliquote.
Per il 2025, il bonus ristrutturazione ha un'aliquota differenziata in base all’immobile su cui sono realizzati gli interventi: 50% per le abitazioni principali e 36% per le abitazioni diverse dall’abitazione principale.
Nel 2026 e nel 2027, il bonus ristrutturazione avrà un’aliquota del 36% per gli interventi realizzati sulle abitazioni principali e del 30% per le abitazioni diverse.
In tutti gli anni, il tetto di spesa resterà a 96.000 euro.
Bonus ristrutturazione parti comuni condominio 2025, i dubbi
La Legge di Bilancio 2025 ha però creato dei dubbi. In primo luogo, non ha previsto una disciplina specifica per i lavori realizzati sulle parti comuni degli edifici, un tema che suscita diverse incertezze.Non era quindi chiaro cosa accadesse in un condominio con alcuni appartamenti utilizzati come abitazione principale e altri utilizzati come seconda casa. A fronte di una spesa per la ristrutturazione delle parti comuni, i proprietari avrebbero avuto diritto ad una detrazione fiscale con aliquote diverse (50% per i proprietari di prima casa e 36% per i proprietari delle seconde case)?
In secondo luogo, la legge ha indicato, come beneficiari della detrazione, “i titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”.
Prima dell’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025 anche il convivente non proprietario, che sosteneva le spese per la ristrutturazione, aveva diritto al bonus ristrutturazione. Non si capiva quindi se la nuova legge volesse circoscrivere ai soli proprietari la possibilità di ottenere i bonus edilizi.
Come funziona il bonus ristrutturazione parti comuni condominio 2025
Come spiegato nella Circolare 8/E, l’Agenzia delle Entrate ritiene che, nel contesto del bonus ristrutturazione parti comuni condominio 2025, spetta l’aliquota al 50% per le spese sostenute dal proprietario o titolare di un diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.Affinché si possa beneficiare dell’aliquota al 50% prevista dal bonus ristrutturazione, è necessario che:
- la titolarità dell’immobile sia in essere all’inizio dei lavori;
- la destinazione ad abitazione principale sia effettiva al termine degli interventi.
Per gli altri condòmini, ovvero coloro che non possiedono un diritto di proprietà o non hanno adibito l’immobile a propria abitazione principale, resta comunque la possibilità di accedere al bonus ristrutturazione parti comuni condominio 2025, ma con l’aliquota al 36%.
Bisogna precisare che l’Agenzia ha fornito un’interpretazione delle norme vigenti sulla base degli elementi in suo possesso, che non ha quindi la stessa forza di una legge.
Bonus ristrutturazione 2025, quale detrazione spetta al convivente
Un altro fattore di novità, chiarito dall’Agenzia delle Entrate, riguarda l’entità del bonus ristrutturazione 2025 spettante al convivente non proprietario che sostiene la spesa.L’Agenzia ha spiegato che a partire dal 1° gennaio 2025, la detrazione è pari al 50 % se le spese per l’intervento sono sostenute da chi è titolare di un diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento (ad esempio usufrutto, uso o abitazione) su un’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.
Di conseguenza, i familiari conviventi e i semplici detentori dell’immobile, come locatari o comodatari, pur potendo accedere al bonus ristrutturazione, possono fruirne con aliquota al 36%.