
Codice Appalti con più qualità e meno deroghe, i progettisti chiedono nuovi correttivi
NORMATIVA
Codice Appalti con più qualità e meno deroghe, i progettisti chiedono nuovi correttivi
Durante le audizioni sul DL Infrastrutture, OICE, CNI e RPT evidenziano criticità sul ruolo del progetto, compensi, appalto integrato e soglie per gli affidamenti diretti

10/06/2025 - Non si fermano le richieste di modifica del Codice Appalti. I rappresentanti dei progettisti, in audizione nelle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera sul disegno di legge per la conversione del Decreto Infrastrutture, hanno sottolineato una serie di criticità sull’appalto integrato, le soglie per l’affidamento diretto, i compensi e il ruolo della progettazione.
L'Associazione delle società di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica (Oice), il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e la Rete delle Professioni Tecniche (RPT) hanno chiesto interventi per garantire la qualità dei progetti e dei materiali utilizzati nella realizzazione delle opere, ma anche per tutelare la professionalità di professionisti e imprese.
Il CNI denuncia la tendenza a potenziare strutture pubbliche interne (come la società in house RAM S.p.A.) con funzioni anche progettuali, anziché favorire l’affidamento a professionisti qualificati tramite procedure selettive basate su competenza e merito. Secondo il CNI, si crea il rischio di duplicazione e inefficienze, mentre il ruolo delle stazioni appaltanti dovrebbe essere quello di regia, controllo e monitoraggio, lasciando al mercato l’elaborazione progettuale.
OICE ribadisce che la qualità progettuale non si tutela riducendo la concorrenza o incentivando l’internalizzazione delle funzioni da parte delle stazioni appaltanti. A tal proposito propone di modificare le norme per la verifica della progettazione che attualmente restringerebbero la concorrenza, privilegiando soggetti accreditati ed escludendo le piccole realtà anche dagli appalti di importo ridotto.
RPT chiede di garantire il coinvolgimento dei liberi professionisti iscritti agli Ordini, con compensi equi e trasparenza nelle procedure. Gli ambiti in cui, secondo RPT, i professionisti potrebbero dare un contributo immediato sono la sicurezza strutturale, le verifiche sismiche e la transizione energetica.
RPT e OICE hanno criticato l’estensione dell’appalto integrato a situazioni ordinarie, evidenziando il rischio di marginalizzare il ruolo del progettista e aumentare i costi a causa della scarsa definizione del progetto in sede di gara.
OICE, in particolare, ha proposto soglie più alte per l’uso dell’appalto integrato, ma anche di limitare il suo utilizzo a casi di elevata specializzazione o innovazione tecnologica.
RPT ha chiesto l’annullamento dell’articolo che consente l’uso delle centrali di committenza (come Consip) per affidare appalti integrati, giudicandolo contrario al principio di centralità del progetto.
Oice ha quindi proposto di ridurre la soglia per gli affidamenti diretti da 140mila euro a 75mila euro, al fine di garantire una maggiore tutela della concorrenza, della trasparenza degli affidamenti e della qualità della progettazione.
Sotto accusa c’è la disposizione del Correttivo che ha modificato le regole per la revisione dei prezzi nei lavori, ma le ha lasciate inalterate per i servizi di progettazione, che secondo gli addetti ai lavori soffrono di condizioni meno favorevoli.
Il CNI evidenzia un’altra criticità nel meccanismo di aggiornamento dei prezzi: la disposizione che prevede che la revisione prezzi sia applicabile nei limiti delle risorse disponibili nel quadro economico dell’intervento. Questa previsione, secondo il CNI, può generare forme di disparità di trattamento tra operatori economici, a seconda della "capienza" residua del quadro economico specifico di ciascun contratto.
Si tratta dell’introduzione della definizione di indice di affollamento quale parametro oggettivo per la classificazione sismica degli edifici pubblici. Secondo il CNI, tale definizione è utile per superare le incertezze interpretative riscontrate negli ultimi anni in sede di applicazione delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) e delle relative linee guida ministeriali, specialmente nei casi di destinazioni d’uso complesse.
L'Associazione delle società di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica (Oice), il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e la Rete delle Professioni Tecniche (RPT) hanno chiesto interventi per garantire la qualità dei progetti e dei materiali utilizzati nella realizzazione delle opere, ma anche per tutelare la professionalità di professionisti e imprese.
Rivedere la qualità e le competenze nel Codice Appalti
I professionisti di area tecnica hanno sottolineato l’urgenza di rimettere al centro la qualità del progetto e il valore delle competenze professionali.Il CNI denuncia la tendenza a potenziare strutture pubbliche interne (come la società in house RAM S.p.A.) con funzioni anche progettuali, anziché favorire l’affidamento a professionisti qualificati tramite procedure selettive basate su competenza e merito. Secondo il CNI, si crea il rischio di duplicazione e inefficienze, mentre il ruolo delle stazioni appaltanti dovrebbe essere quello di regia, controllo e monitoraggio, lasciando al mercato l’elaborazione progettuale.
OICE ribadisce che la qualità progettuale non si tutela riducendo la concorrenza o incentivando l’internalizzazione delle funzioni da parte delle stazioni appaltanti. A tal proposito propone di modificare le norme per la verifica della progettazione che attualmente restringerebbero la concorrenza, privilegiando soggetti accreditati ed escludendo le piccole realtà anche dagli appalti di importo ridotto.
RPT chiede di garantire il coinvolgimento dei liberi professionisti iscritti agli Ordini, con compensi equi e trasparenza nelle procedure. Gli ambiti in cui, secondo RPT, i professionisti potrebbero dare un contributo immediato sono la sicurezza strutturale, le verifiche sismiche e la transizione energetica.
Appalto integrato, troppe deroghe e rischi
Un altro punto su cui si sono concentrate le audizioni è l’appalto integrato, cioè l’affidamento congiunto della progettazione esecutiva e realizzazione dei lavori.RPT e OICE hanno criticato l’estensione dell’appalto integrato a situazioni ordinarie, evidenziando il rischio di marginalizzare il ruolo del progettista e aumentare i costi a causa della scarsa definizione del progetto in sede di gara.
OICE, in particolare, ha proposto soglie più alte per l’uso dell’appalto integrato, ma anche di limitare il suo utilizzo a casi di elevata specializzazione o innovazione tecnologica.
RPT ha chiesto l’annullamento dell’articolo che consente l’uso delle centrali di committenza (come Consip) per affidare appalti integrati, giudicandolo contrario al principio di centralità del progetto.
Affidamenti diretti con soglie troppo alte
Oice ha puntato l’attenzione sulle soglie degli affidamenti diretti, che a suo avviso sono troppo elevate e sottraggono un gran numero di gare alla concorrenza dal momento che il legislatore ha scelto di portare a regime la disciplina emergenziale.Oice ha quindi proposto di ridurre la soglia per gli affidamenti diretti da 140mila euro a 75mila euro, al fine di garantire una maggiore tutela della concorrenza, della trasparenza degli affidamenti e della qualità della progettazione.
Revisione prezzi anche per i servizi di ingegneria e architettura
Oice ha chiesto che i servizi di ingegneria e architettura siano tutelati da meccanismi di revisione dei prezzi e che si introduca un principio di revisione automatica per evitare contenziosi e garantire continuità operativa.Sotto accusa c’è la disposizione del Correttivo che ha modificato le regole per la revisione dei prezzi nei lavori, ma le ha lasciate inalterate per i servizi di progettazione, che secondo gli addetti ai lavori soffrono di condizioni meno favorevoli.
Il CNI evidenzia un’altra criticità nel meccanismo di aggiornamento dei prezzi: la disposizione che prevede che la revisione prezzi sia applicabile nei limiti delle risorse disponibili nel quadro economico dell’intervento. Questa previsione, secondo il CNI, può generare forme di disparità di trattamento tra operatori economici, a seconda della "capienza" residua del quadro economico specifico di ciascun contratto.
Norme Tecniche per le Costruzioni e classificazione sismica
Il CNI ha evidenziato un altro aspetto che, pur se non riconducibile alla normativa sui contratti pubblici, interessa l’esigenza di uniformità e certezza normativa, che eviti l’emanazione di singoli e ripetuti provvedimenti di modifica.Si tratta dell’introduzione della definizione di indice di affollamento quale parametro oggettivo per la classificazione sismica degli edifici pubblici. Secondo il CNI, tale definizione è utile per superare le incertezze interpretative riscontrate negli ultimi anni in sede di applicazione delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) e delle relative linee guida ministeriali, specialmente nei casi di destinazioni d’uso complesse.