26/06/2025 - “Il tempo giusto
” per la rigenerazione urbana e la riqualificazione energetica, ma anche per fornire risposte unitarie all’emergenza casa.
Vertono su questi temi le proposte che l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) ha espresso durante l’assemblea nazionale che si è svolta a Roma martedì scorso.
La presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, ha ribadito che, per vincere la sfida su rigenerazione urbana e riqualificazione energetica, servono una visione di lungo periodo e politiche integrate per città più resilienti, inclusive e sostenibili.
Mancanza di prospettive per i giovani
La relazione della presidente Federica Brancaccio ha fotografato un’Italia sempre più vecchia, con intere aree interne a rischio spopolamento. Due giovani su tre tra i 18 e i 34 anni vivono ancora con i genitori, spesso perché il costo della vita e l’assenza di servizi e alloggi accessibili rendono l’autonomia un’utopia.
A questa crisi abitativa si affianca la fuga delle eccellenze: nel solo 2023, oltre 21mila giovani con un alto livello di istruzione hanno lasciato il Paese.
Molte aree sono a rischio spopolamento e i provvedimenti temporanei non sono stati in grado di sostenere il lavoro e l’economia.
Politiche frammentate e mancanza di una strategia abitativa
Ance ha evidenziato che in Italia esistono oltre 40 soggetti tra enti, ministeri e società pubbliche con competenze sulla casa, in modo disfunzionale e senza un sistema informativo integrato. ANCE denuncia la mancanza di una governance efficace e propone di estendere il modello PNRR alle
politiche per la casa e la rigenerazione urbana, con obiettivi vincolanti, risorse certe e una cabina di regia unica.
Brancaccio ha ricordato che Ance ha elaborato, insieme a Confindustria,
un piano per la casa accessibile che permette di mobilitare risorse private, assistite da garanzie pubbliche, sfruttando la sinergia tra operatori ed enti territoriali. Ma finora non è stato possibile incanalarla nei giusti binari.
“I soldi, alla fine, sono il problema minore, almeno in teoria” ha spiegato Brancaccio. Tra riforma della politica di coesione, revisione del Pnrr, ultima legge di bilancio e nuovi fondi strutturali europei, secondo Brancaccio disponibili per i prossimi 10 anni 120 miliardi di euro e Ance ritiene che almeno 15 possano e debbano essere spesi per rispondere al disagio abitativo.
Sulle politiche abitative, ricordiamo che il Mit ha annunciato un primo stanziamento da
660 milioni di euro nell’ambito del Piano Casa Italia, la misura contro il disagio abitativo che il Governo sta portando avanti attraverso il Tavolo Casa.
Un nuovo approccio alla rigenerazione urbana
Per l’Ance, la rigenerazione urbana è la chiave per rilanciare l’economia e migliorare la coesione sociale. “Un fantastico antidoto - ha spiegato Brancaccio - a due mali antitetici del nostro tempo: calo demografico e sovraffollamento”.
Oggi, però, ha lamentato, i progetti sul territorio sono isolati, troppo lenti e frammentati. Interventi come il recupero delle Officine Reggiane o la riqualificazione del quartiere Bucaletto di Potenza richiedono decenni per essere completati.
Ance ha quindi chiesto al Governo un’agenda nazionale per la rigenerazione delle città, con un chiaro coordinamento tra i livelli istituzionali.
Come sottolineato da Brancaccio, “
dopo 76 tentativi falliti, non possiamo far passare altro tempo prima di approvare strumenti adatti alle esigenze di oggi. Ditemi che tra un anno, alla prossima assemblea, potremo finalmente commentare la nuova legge sulla rigenerazione urbana, dotata delle necessarie risorse”. Secondo Brancaccio, la volontà c’è da parte di tutti gli attori coinvolti e i segnali di Governo e Parlamento degli ultimi giorni sono incoraggianti.
Ricordiamo che negli anni si sono susseguiti diversi tentativi di modifica della legge urbanistica del 1942, ma nessuno di essi è andato a buon fine.
Le proposte di legge presenti in Parlamento
sono state unificate nel 2024 con gli obiettivi di recupero del patrimonio costruito, coesione sociale e salvaguardia delle funzioni ecosistemiche del suolo. Il ddl è attualmente all'esame del Senato. Martedì scorso il relatore ha proposto un emendamento per il finanziamento del Fondo per la rigenerazione urbana e nei prossimi giorni la Commissione Ambiente del Senato continuerà l'esame.
Parallelamente si è cercato di agire con
iniziative contro il consumo di suolo, ma manca ancora una visione di insieme.
Un piano per la riqualificazione energetica
Secondo l’Ance, manca un piano per la riqualificazione energetica. Ciò che serve, secondo la presidente, è una strategia credibile, di lungo periodo, capace di ridurre le emissioni e mettere in sicurezza gli edifici.
Anche in questo ambito, le proposte dell’associazione puntano a superare la logica frammentata e discontinua degli incentivi, per costruire un sistema solido, equo e misurabile.
Ance ha presentato un
decalogo con:
1.obiettivi chiari, vincolanti, misurabili;
2.valore all’addizionalità perché ogni euro speso generi nuovi investimenti, sviluppo e occupazione;
3.incentivi accessibili a tutti, anche a chi non ha capienza fiscale;
4.un mix intelligente di leve fiscali e contributi diretti, per rispondere a esigenze diverse, dal condominio al capannone industriale;
5.incentivi trasferibili, sicuri, liquidi;
6.garanzie pubbliche forti e credito agevolato, con un Targeted Longer-Term Refinancing Operations (TLTRO) verde per mobilitare la finanza privata senza scaricare tutto sul bilancio pubblico;
7.cumulabilità strategica per far dialogare gli incentivi con i meccanismi di mercato come ETS2 e Certificati Bianchi, senza che entrino in competizione;
8.uso mirato dei fondi europei;
9.Accelerazione del Piano nazionale di ristrutturazione edilizia;
10.una cabina di regia forte e unitaria in cui MASE, MEF e FNEE devono operare insieme, con governance integrata e responsabilità condivisa.
Rigenerazione urbana e riqualificazione energetica, necessario un approccio integrato
Ance, ancora una volta, è tornata a chiedere una governance unitaria e la semplificazione delle regole operative.
Per attuare il processo di rigenerazione, i costruttori sostengono da tempo
il bisogno di politiche di sostegno per la riqualificazione energetica in modo da aumentare gli investimenti. A detta dei costruttori, non si può infatti prescindere da un approccio integrato con regole semplici e condivise.
Ricordiamo che gli investimenti per la riqualificazione energetica degli edifici fino ad ora sono stati trainati dai bonus edilizi, cioè detrazioni fiscali calcolate sulle spese direttamente sostenute dai privati. Con l’avvento del
Superbonus, sono stati introdotti i meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito per includere anche i cittadini incapienti.
Il sistema si è rivelato insostenibile e si è inceppato. Per ridurre il peso sui conti pubblici, il Governo ha prima
eliminato le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito e ha poi
abbassato le aliquote dei bonus edilizi e bloccato il Superbonus.
Questo intervento, però, rappresenta una soluzione cuscinetto in attesa di politiche strutturali che consentiranno di
raggiungere gli obiettivi di efficientamento energetico fissati a livello europeo.
Tra i nuovi incentivi, annunciati ma non ancora operativi, c’è il
Conto termico 3.0, che prevede una serie di agevolazioni per l’efficientamento energetico degli edifici privati e di quelli delle Pubbliche Amministrazioni. Del decreto che regolerà il nuovo Conto Termico, però, si sono perse le tracce.
A marzo di quest’anno, la Commissione Ambiente della Camera ha segnalato la necessità di semplificare il sistema con un
Testo Unico dei bonus edilizi.
A maggio è stato pubblicato il decreto che avvia il
piano di efficientamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica e delle abitazioni di famiglie a basso reddito finanziato con 1 miliardo e 381 milioni di euro del PNRR.
A giugno, il Governo ha adottato il
Piano d’Azione Nazionale per il Miglioramento della Qualità dell’Aria, per ridurre l’inquinamento atmosferico nei territori italiani più critici, in linea con le direttive europee.
L’Italia sta inoltre predisponendo il
Piano Sociale per il Clima, che sarà realizzato grazie alle risorse del Fondo Sociale per il Clima.