
Idrogeno domestico: scenari e prospettive per il riscaldamento residenziale
Quali impatti avrebbe una normativa favorevole all’idrogeno domestico sul riscaldamento residenziale? Scenari, impianti green gas ready e ruolo della filiera termotecnica in un’intervista con Assotermica

Ad oggi, infatti, non esiste una cornice normativa che ne consenta l’utilizzo stabile e diffuso in ambito residenziale. Le iniziative in corso - come i progetti pilota sulle miscele idrogeno-metano - rappresentano i primi test di compatibilità, ma manca ancora un via libera legislativo che trasformi l’idrogeno in un’opzione concreta per il parco impianti termici nazionale.
In questo contesto, proviamo a chiederci: cosa accadrebbe se la normativa cambiasse?
Abbiamo intervistato Mauro Farronato, Vicepresidente di Assotermica - Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici, federata ANIMA Confindustria -, e l’ing. Valentina D’Acunti, Capocomparto e Capogruppo Caldaie a gas residenziali e non della stessa Associazione, i quali hanno illustrato gli scenari evolutivi più probabili, le tecnologie già pronte o in fase di sviluppo, e le implicazioni per l’utente finale e per i professionisti del settore termotecnico.
Stato attuale dell’idrogeno nel riscaldamento domestico in Italia
Com’è la situazione attuale in Italia rispetto all’impiego dell’idrogeno nel residenziale?"Attualmente, l’impiego dell’idrogeno nel settore residenziale in Italia è sostanzialmente fermo, principalmente per l’assenza di una cornice normativa chiara e abilitante.
Nonostante l’interesse crescente a livello europeo per il potenziale dell’idrogeno come vettore energetico decarbonizzato, il comparto civile non rientra tra le priorità delle politiche italiane in materia.
Questo accade anche perché il settore residenziale viene spesso considerato “facilmente elettrificabile”, una semplificazione che non tiene conto delle complessità del parco edilizio esistente, dei vincoli infrastrutturali e della varietà climatica del territorio".
Effetti di un’apertura normativa all’idrogeno nel residenziale
Cosa succederebbe se la normativa italiana permettesse l’impiego diffuso dell’idrogeno nel residenziale?"Un’apertura normativa all’impiego diffuso dell’idrogeno nel settore residenziale avrebbe effetti rilevanti e positivi su più livelli. Innanzitutto, dal punto di vista tecnologico, il comparto è già pronto: molte soluzioni per il riscaldamento sono in grado di operare con miscele di idrogeno e metano e, in alcuni casi, anche al 100% idrogeno.
L’attivazione del mercato creerebbe le condizioni per un'accelerazione dell’adozione su scala, con stimolo agli investimenti nella filiera produttiva e industriale, inclusi i siti di produzione di idrogeno verde.
Dal punto di vista ambientale, l’introduzione dell’idrogeno nel parco impianti domestico contribuirebbe direttamente alla riduzione delle emissioni di CO₂, supportando gli obiettivi nazionali ed europei di decarbonizzazione.
A ciò si aggiunge il vantaggio di poter sfruttare infrastrutture esistenti con costi di riconversione inferiori rispetto alla sostituzione integrale con soluzioni completamente elettriche.
Inoltre, la diversificazione dei vettori energetici, con l’idrogeno che affianca elettricità, biometano e altri green gas, aumenterebbe la resilienza energetica e la sicurezza dell’approvvigionamento nazionale, riducendo la dipendenza da un’unica fonte".
Le miscele idrogeno-metano come via di transizione
Le miscele idrogeno-metano sono una via percorribile?
"Assolutamente sì. Le miscele di idrogeno e metano rappresentano una soluzione tecnicamente praticabile e immediatamente attuabile per introdurre gradualmente l’idrogeno nel settore residenziale.Diversi studi condotti sia in Italia che a livello europeo hanno dimostrato che l’immissione fino al 20% di idrogeno nella rete del gas naturale è compatibile con le infrastrutture esistenti, senza necessità di interventi strutturali significativi".
Compatibilità degli impianti esistenti con l’idrogeno
Il parco impianti esistenti è pronto?"Anche sul fronte degli impianti domestici, la compatibilità è elevata: la gran parte degli apparecchi per la climatizzazione invernale può operare con miscele al 20% di H₂, senza necessità di modifiche.
Diversa è la situazione in caso di utilizzo di idrogeno puro. In assenza, al momento, di una normativa tecnica armonizzata, l’idoneità degli impianti esistenti deve essere valutata caso per caso".
A che punto è la filiera industriale?
"La filiera industriale del riscaldamento residenziale è tra le più pronte e avanzate sul fronte dell’idrogeno.Secondo la mappatura condotta da ANIMA Confindustria, il settore ha già sviluppato soluzioni tecnologiche mature per l’impiego di miscele.
Diversi fabbricanti hanno già progettato e testato caldaie capaci di funzionare con idrogeno puro. Tuttavia, la loro diffusione commerciale è al momento limitata dalla mancanza di infrastrutture di distribuzione dedicate e di una regolamentazione che ne consenta l’impiego su larga scala".
Competenze richieste ad aziende, progettisti e installatori
Qual è il grado di preparazione della filiera: aziende, installatori, progettisti?"Il grado di preparazione della filiera è alto.
Un punto di forza è che l’ingresso dell’idrogeno non comporterà rivoluzioni operative per la categoria degli installatori: le competenze di base rimangono valide e gli eventuali aggiornamenti saranno legati all’adeguamento alle future norme tecniche, come la UNI 7129.
Per i progettisti, invece, l’evoluzione normativa apre nuove opportunità. Il riconoscimento della componente rinnovabile nei green gas potrà ampliare le soluzioni progettuali disponibili.
Gli Apparecchi Ibridi Factory Made rappresentano un’opzione strategica: combinano elettricità e gas rinnovabili in un’unica soluzione integrata, offrendo massima flessibilità e un’elevata efficienza stagionale".
Vantaggi dell’idrogeno domestico per gli utenti finali
Quali benefici concreti per l’utente finale?"L’introduzione dell’idrogeno nel riscaldamento residenziale porterebbe numerosi vantaggi tangibili per l’utente finale.
Tra i principali benefici concreti si possono evidenziare:
- Decarbonizzazione senza stravolgimenti impiantistici
- Continuità d’uso e semplicità per l’utente finale
- Risparmio energetico in caso di sostituzione del generatore
- Soluzione ideale in contesti con spazi limitati
- Costi contenuti di adeguamento
- Comfort elevato senza compromessi
- Inclusività sociale ed economica".
Un cambiamento possibile, se accompagnato da regole chiare
L’apertura all’idrogeno domestico segnerebbe un vero cambio di paradigma per il riscaldamento residenziale in Italia. Con una filiera industriale già pronta, impianti green gas ready e tecnologie ibride capaci di integrare elettricità e gas rinnovabili, la transizione potrebbe avvenire in modo graduale ma concreto, senza rivoluzioni impiantistiche.La chiave di volta resta una normativa chiara e lungimirante, che consenta al settore civile di contribuire pienamente agli obiettivi di decarbonizzazione del riscaldamento e alla resilienza del sistema energetico nazionale.
Per utenti, installatori e progettisti si aprirebbe una nuova stagione di soluzioni flessibili, efficienti e inclusive, dove l’idrogeno non è più solo una prospettiva futura, ma una risorsa strategica per una transizione energetica equa e sostenibile.