Il problema dell’umidità ascendente, il tipo più comune d’umidità, è una presenza pressoché costante nelle costruzioni vecchie o antiche (praticamente quasi tutti gli edifici costruiti da oltre 25 anni) e può manifestarsi, a volte, anche a lavori in parte ultimati, quindi in realizzazioni recenti, con esiti economicamente ben più gravosi.
Alla base di questo problema stanno sempre due fattori tra loro sinergici: presenza d’acqua nel sottosuolo e capillarità del materiale da costruzione.
Tutti i materiali da costruzione e i relativi leganti presentano al loro interno una fitta rete di microscopici canali (capillari) in grado di assorbire e trasportare acqua per capillarità facendola risalire nei muri.
Altro fattore concorrente al fenomeno è la presenza di sali disciolti nell’acqua contenuta nei capillari: se l’acqua arriva in superficie ed evapora, questi sali si cristallizzano e in superficie si formeranno le classiche “barbe bianche”.
Se avviene invece tra muro e rivestimento la pressione dei sali cristallizzati creerà spaccature, rigonfiamenti, scollature, ecc. …
Oltre agli evidenti danni dovuti al deterioramento degli intonaci (un intonaco macchiato dai sali è un intonaco irreversibilmente compromesso) la presenza di umidità negli ambienti dà luogo a situazioni igienico-ambientali nocive per le persone che vi lavorano o vivono, ne peggiora il microclima, creando problemi di isolamento termico e maggior consumo energetico, risulta inoltre sgradevole dal punto di vista estetico.
