Igienizzanti per superfici
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Igienizzanti per superfici
Igienizzare una superficie significa effettuare operazioni di pulizia molto più accurate rispetto a quelle eseguite con tradizionali detergenti e soprattutto implica l'impiego di sostanze che siano mirate ad eliminare determinati agenti patogeni.
In seguito all'attuale emergenza sanitaria causata dal Covid-19 è aumentata notevolmente la sensibilizzazione nei confronti di queste metodiche di igienizzazione rivolte sia agli oggetti che alle persone.
Il fattore discriminante che consente di distinguere i differenti tipi di prodotti si collega alla loro composizione chimica, sia in termini quantitativi (diversa concentrazione dei principi attivi) che qualitativi (generi di elementi).
Bisogna infatti ricordare che i microrganismi vivono preferibilmente su substrati ricchi di molecole lipidiche e che quindi, eliminando il grasso e l'unto, si evita che essi trovino le condizioni ideali per replicarsi. Per questo motivo, le più recenti linee guida concordano nel raccomandare una preventiva pulizia delle superfici con i tradizionali prodotti che devono essere accuratamente risciacquati prima di passare allo step successivo.
In un secondo tempo di solito si procede utilizzando composti chimici contenenti un principio attivo oppure una miscela di elementi attivi; tra questi il benzalconio cloruro che comunque è dotato soltanto di potere battericida, ma non virucida.
Sulle superfici di ampie dimensioni è consigliabile servirsi di igienizzanti a base di ipoclorito di sodio che, oltre a garantire un'efficace azione biocida verso tutti i tipi di germi, non comporta effetti avversi sull'organismo a parte un aroma che non è gradito a tutti.
Il cloro in esso contenuto agisce a livello dell'involucro esterno del coronavirus (capside), rompendolo e quindi uccidendo il germe.
A livello di zone meno estese, come maniglie oppure strutture metalliche di vario genere, viene raccomandato l'uso di soluzioni igienizzanti idroalcoliche al 70% o anche al 90%, nei casi in cui la probabilità di contaminazione sia maggiore.
I criteri di scelta dei differenti prodotti igienizzanti sono condizionati principalmente dall'estensione delle superfici da trattare, dalla loro composizione (materiali come legno, plastica, vetro o acciaio richiedono procedure differenti) e dal tipo d'impiego (occasionale, continuativo, temporaneo o periodico).
L'igienizzazione delle superfici, indispensabile in casi di contaminazione da virus, prevede una serie di interventi mirati a ridurre la carica infettante a livello di ambienti a rischio medio-basso, come appunto quelli lavorativi.
I prodotti che vengono usati con maggiore frequenza, oltre a quelli a base di alcol e ipoclorito di sodio, devono contenere anche una certa percentuale di sostanze alcaline, responsabili dell'eliminazione delle componenti lipidiche dei substrati.
Anche le alchilamine sono composti utili per interrompere il ciclo biologico di numerosi agenti patogeni, anche se il loro impiego è ancora in fase di sperimentazione in quanto non è ancora del tutto chiaro il rapporto rischio/beneficio.
I due presupposti necessari per effettuare un efficace programma di igienizzazione delle superfici si riferiscono alla composizione chimica dei prodotti impiegati e alle preventive operazioni di pulizia.
Infatti è evidente che se l'applicazione di un prodotto igienizzante viene realizzata su una superficie sporca e soprattutto unta, dove cioé la carica microbica è elevata e stanziale, i risultati che si ottengono sono notevolmente inferiori.
Un altro fattore da valutare è quello relativo alle tempistiche di intervento dato che, una volta effettuata una completa sanificazione, i germi possono ritornare a depositarsi sulle superfici trattate.
Infatti il procedimento non deve essere "una tantum", ma ripetitivo.
A seconda delle condizioni logistiche è quindi indispensabile documentarsi sulle differenti esigenze dei vari substrati, per essere in grado di intervenire prima che si verifichi una nuova colonizzazione da parte dei microrganismi.
Per comodità essi vengono commercializzati in forma concentrata e devono quindi venire diluiti secondo proporzioni indicate sulla confezione.
Molti igienizzanti trovano impiego sia diluiti che puri, per trattare zone poco estese e particolarmente infette, come maniglie, serrature e la maggior parte delle superfici metalliche.
Le superfici che risultano maggiormente sensibili a operazioni di questo genere sono i laminati plastici (linoleum, gomma e PVC), il cemento, il legno verniciato, la pietra naturale, gli agglomerati e le ceramiche tra cui il gres porcellanato.
Nella maggior parte dei casi si tratta di prodotti utilizzabili anche per la manutenzione di pavimentazioni già trattate a cera.
Particolarmente versatili si rivelano le soluzioni igienizzanti contenenti, oltre all'alcol, anche la clorexidina, un antibatterico di sintesi attivo sia verso i gram positivi che anche verso i gram negativi.
Grazie alla sua potente azione sulle membrane cellulari dei microrganismi patogeni, essa ne provoca la rottura e quindi l'eliminazione.
Utilizzata per uso personale, si rivela molto efficace come agente igienizzante su ampie superfici di qualsiasi genere.
A seconda delle differenti diluizioni, questi prodotti trovano applicazione sia per la decontaminazione di superfici industriali, che per l'igienizzazione di superfici di vario genere, verso le quali si rivelano particolarmente utili per l'associazione tra alcol e clorexidina.
Anche la clorexidina infatti contiene cloro, la cui sinergia funzionale con l'alcol è in grado di potenziare al massimo la sua efficienza.
Si tratta di prodotti universali, che si prestano a svariati impieghi, anche sotto forma di soluzioni da nebulizzare su zone limitate in cui sia necessario agire con concentrazioni più alte.
Per ottenere prestazioni ottimali bisogna sempre procedere con un preventivo lavaggio e non risciacquare il prodotto, per consentirgli di agire per molto tempo.
I prodotti igienizzanti a base di soluzioni idroalcoliche sono formulati di solito in spray da nebulizzare dato che si presuppone siano finalizzati per l'igienizzazione di superfici di piccole dimensioni.
La loro composizione prevede, oltre all'alcol, anche agenti alcalinizzanti il cui ruolo è quello di eliminare completamente il grasso dalle superfici.
Ideali per l'igiene quotidiana delle superfici, essi sono perfetti nei casi in cui siano previsti interventi di maggiore intensità, ad esempio in aree di massimo transito delle persone.
Oltre a igienizzare, questi prodotti sono in grado di realizzare una pulizia di fondo eliminando anche i cattivi odori.
Un problema da considerare quando si impiegano prodotti di questo genere è quello dei residui chimici che potrebbero rimanere sulle superfici, provocando conseguenze al contatto con le mani; tale situazione è piuttosto comune per le maniglie che rappresentano comunque substrati da trattare con continuità.
Le più perfezionate formulazioni vengono pertanto prodotte in massima sicurezza, eliminando del tutto il rischio di effetti avversi per l'organismo.
I disinfettanti, secondo la loro etichetta, sono dotati di potere biocida, che può essere rivolto verso batteri (battericida), virus (virucida), funghi (fungicida) oppure micobatteri (micobattericida).
A seconda dei differenti test di prestazione, questi prodotti vengono inquadrati in relazione alla loro destinazione d'uso, sia che essi appartengano alla classe dei dispositivi medici oppure di veri e propri presidi farmacologici.
Gli igienizzanti sono invece composti classificabili come specifici detergenti per superfici che, secondo la loro regolamentazione, non garantiscono un'eliminazione totale della contaminazioni biologiche in quanto non sono dotati di potere biocida.
A seconda delle esigenze dei lavoratori e in rapporto alle differenti condizioni logistiche degli ambienti, a livello aziendale o comunque in ambito lavorativo dove siano presenti ampie superfici da trattare, gli igienizzanti si confermano la scelta migliore.
Infatti, secondo le direttive degli organi competenti, la disinfezione è necessaria solo a livello di strutture sanitarie o dove sia richiesta un'azione biocida.
Secondo la ricerca scientifica, il coronavirus è in grado di rimanere vitale sulle superfici fino a 9 giorni, un tempo decisamente lungo e potenzialmente molto pericoloso. Pertanto adeguate norme igieniche devono essere applicate non soltanto in ambito ospedaliero, ma anche in tutte le situazioni in cui si verifichi una condivisione di spazi, come appunto negli ambienti lavorativi. Infatti, anche mantenendo il distanziamento sociale e l'impiego di guanti e mascherina, è comunque necessario che le superfici non siano contaminate, soprattutto tenendo conto del tipo di contatto (spesso continuativo) che si realizza con esse.
Le sostanze indicate come chimicamente efficaci nei confronti del Covid-19 sono essenzialmente due: alcol e ipoclorito di sodio. L'alcol è un composto infiammabile, piuttosto irritante per la pelle e quindi non può venire usato puro ma, secondo le indicazioni attuali, in soluzione al 70%, ovvero con 70 millilitri di sostanza e 30 millilitri di acqua (soluzione idroalcolica). L'ipoclorito di sodio (candeggina) è una sostanza tossica in quanto il cloro può provocare reazioni di intolleranza a livello dell'organismo; anche in questo caso si deve fare uso di soluzioni in cui il cloro attivo non superi la concentrazione dello 0,1% oppure, in alcuni casi particolari, dello 0,5%.
Il ruolo dell'igienizzazione è fondamentale per minimizzare il rischio di contagio derivante dal contatto con superfici infette, tenendo conto che, il contatto con esse può causare trasmissione alle narici oppure alla cavità orale. ...altro
In seguito all'attuale emergenza sanitaria causata dal Covid-19 è aumentata notevolmente la sensibilizzazione nei confronti di queste metodiche di igienizzazione rivolte sia agli oggetti che alle persone.
Il fattore discriminante che consente di distinguere i differenti tipi di prodotti si collega alla loro composizione chimica, sia in termini quantitativi (diversa concentrazione dei principi attivi) che qualitativi (generi di elementi).
Come procedere all'igienizzazione delle superfici
Prima di procedere all'utilizzo di un igienizzante per superfici è necessario effettuare le normali operazioni di pulizia servendosi di detergenti o detersivi che, pur non avendo efficacia chimica sui germi patogeni, ne riducono comunque la permanenza.Bisogna infatti ricordare che i microrganismi vivono preferibilmente su substrati ricchi di molecole lipidiche e che quindi, eliminando il grasso e l'unto, si evita che essi trovino le condizioni ideali per replicarsi. Per questo motivo, le più recenti linee guida concordano nel raccomandare una preventiva pulizia delle superfici con i tradizionali prodotti che devono essere accuratamente risciacquati prima di passare allo step successivo.
In un secondo tempo di solito si procede utilizzando composti chimici contenenti un principio attivo oppure una miscela di elementi attivi; tra questi il benzalconio cloruro che comunque è dotato soltanto di potere battericida, ma non virucida.
Sulle superfici di ampie dimensioni è consigliabile servirsi di igienizzanti a base di ipoclorito di sodio che, oltre a garantire un'efficace azione biocida verso tutti i tipi di germi, non comporta effetti avversi sull'organismo a parte un aroma che non è gradito a tutti.
Il cloro in esso contenuto agisce a livello dell'involucro esterno del coronavirus (capside), rompendolo e quindi uccidendo il germe.
A livello di zone meno estese, come maniglie oppure strutture metalliche di vario genere, viene raccomandato l'uso di soluzioni igienizzanti idroalcoliche al 70% o anche al 90%, nei casi in cui la probabilità di contaminazione sia maggiore.
I criteri di scelta dei differenti prodotti igienizzanti sono condizionati principalmente dall'estensione delle superfici da trattare, dalla loro composizione (materiali come legno, plastica, vetro o acciaio richiedono procedure differenti) e dal tipo d'impiego (occasionale, continuativo, temporaneo o periodico).
Presupposti per l'igienizzazione delle superfici
È risaputo che di norma i virus sopravvivono poco nell'ambiente esterno in quanto per replicarsi hanno bisogno delle cellule viventi; a questa condizione fanno eccezione quelli respiratori (come appunto il coronavirus) che invece riescono a sopravvivere a lungo sulle superfici.L'igienizzazione delle superfici, indispensabile in casi di contaminazione da virus, prevede una serie di interventi mirati a ridurre la carica infettante a livello di ambienti a rischio medio-basso, come appunto quelli lavorativi.
I prodotti che vengono usati con maggiore frequenza, oltre a quelli a base di alcol e ipoclorito di sodio, devono contenere anche una certa percentuale di sostanze alcaline, responsabili dell'eliminazione delle componenti lipidiche dei substrati.
Anche le alchilamine sono composti utili per interrompere il ciclo biologico di numerosi agenti patogeni, anche se il loro impiego è ancora in fase di sperimentazione in quanto non è ancora del tutto chiaro il rapporto rischio/beneficio.
I due presupposti necessari per effettuare un efficace programma di igienizzazione delle superfici si riferiscono alla composizione chimica dei prodotti impiegati e alle preventive operazioni di pulizia.
Infatti è evidente che se l'applicazione di un prodotto igienizzante viene realizzata su una superficie sporca e soprattutto unta, dove cioé la carica microbica è elevata e stanziale, i risultati che si ottengono sono notevolmente inferiori.
Un altro fattore da valutare è quello relativo alle tempistiche di intervento dato che, una volta effettuata una completa sanificazione, i germi possono ritornare a depositarsi sulle superfici trattate.
Infatti il procedimento non deve essere "una tantum", ma ripetitivo.
A seconda delle condizioni logistiche è quindi indispensabile documentarsi sulle differenti esigenze dei vari substrati, per essere in grado di intervenire prima che si verifichi una nuova colonizzazione da parte dei microrganismi.
Efficacia degli igienizzanti per superfici
Alcuni prodotti non richiedono il risciacquo: si tratta solitamente di sostanze formulate in maniera tale da svolgere la loro azione igienizzante per un certo tempo e in profondità.Per comodità essi vengono commercializzati in forma concentrata e devono quindi venire diluiti secondo proporzioni indicate sulla confezione.
Molti igienizzanti trovano impiego sia diluiti che puri, per trattare zone poco estese e particolarmente infette, come maniglie, serrature e la maggior parte delle superfici metalliche.
Le superfici che risultano maggiormente sensibili a operazioni di questo genere sono i laminati plastici (linoleum, gomma e PVC), il cemento, il legno verniciato, la pietra naturale, gli agglomerati e le ceramiche tra cui il gres porcellanato.
Nella maggior parte dei casi si tratta di prodotti utilizzabili anche per la manutenzione di pavimentazioni già trattate a cera.
Particolarmente versatili si rivelano le soluzioni igienizzanti contenenti, oltre all'alcol, anche la clorexidina, un antibatterico di sintesi attivo sia verso i gram positivi che anche verso i gram negativi.
Grazie alla sua potente azione sulle membrane cellulari dei microrganismi patogeni, essa ne provoca la rottura e quindi l'eliminazione.
Utilizzata per uso personale, si rivela molto efficace come agente igienizzante su ampie superfici di qualsiasi genere.
A seconda delle differenti diluizioni, questi prodotti trovano applicazione sia per la decontaminazione di superfici industriali, che per l'igienizzazione di superfici di vario genere, verso le quali si rivelano particolarmente utili per l'associazione tra alcol e clorexidina.
Anche la clorexidina infatti contiene cloro, la cui sinergia funzionale con l'alcol è in grado di potenziare al massimo la sua efficienza.
Si tratta di prodotti universali, che si prestano a svariati impieghi, anche sotto forma di soluzioni da nebulizzare su zone limitate in cui sia necessario agire con concentrazioni più alte.
Per ottenere prestazioni ottimali bisogna sempre procedere con un preventivo lavaggio e non risciacquare il prodotto, per consentirgli di agire per molto tempo.
I prodotti igienizzanti a base di soluzioni idroalcoliche sono formulati di solito in spray da nebulizzare dato che si presuppone siano finalizzati per l'igienizzazione di superfici di piccole dimensioni.
La loro composizione prevede, oltre all'alcol, anche agenti alcalinizzanti il cui ruolo è quello di eliminare completamente il grasso dalle superfici.
Ideali per l'igiene quotidiana delle superfici, essi sono perfetti nei casi in cui siano previsti interventi di maggiore intensità, ad esempio in aree di massimo transito delle persone.
Oltre a igienizzare, questi prodotti sono in grado di realizzare una pulizia di fondo eliminando anche i cattivi odori.
Un problema da considerare quando si impiegano prodotti di questo genere è quello dei residui chimici che potrebbero rimanere sulle superfici, provocando conseguenze al contatto con le mani; tale situazione è piuttosto comune per le maniglie che rappresentano comunque substrati da trattare con continuità.
Le più perfezionate formulazioni vengono pertanto prodotte in massima sicurezza, eliminando del tutto il rischio di effetti avversi per l'organismo.
Igienizzanti e disinfettanti: le differenze da conoscere
Bisogna ricordare che, anche a parità di composizione chimica, disinfettanti e igienizzanti non sono le stessa cosa.I disinfettanti, secondo la loro etichetta, sono dotati di potere biocida, che può essere rivolto verso batteri (battericida), virus (virucida), funghi (fungicida) oppure micobatteri (micobattericida).
A seconda dei differenti test di prestazione, questi prodotti vengono inquadrati in relazione alla loro destinazione d'uso, sia che essi appartengano alla classe dei dispositivi medici oppure di veri e propri presidi farmacologici.
Gli igienizzanti sono invece composti classificabili come specifici detergenti per superfici che, secondo la loro regolamentazione, non garantiscono un'eliminazione totale della contaminazioni biologiche in quanto non sono dotati di potere biocida.
A seconda delle esigenze dei lavoratori e in rapporto alle differenti condizioni logistiche degli ambienti, a livello aziendale o comunque in ambito lavorativo dove siano presenti ampie superfici da trattare, gli igienizzanti si confermano la scelta migliore.
Infatti, secondo le direttive degli organi competenti, la disinfezione è necessaria solo a livello di strutture sanitarie o dove sia richiesta un'azione biocida.
Secondo la ricerca scientifica, il coronavirus è in grado di rimanere vitale sulle superfici fino a 9 giorni, un tempo decisamente lungo e potenzialmente molto pericoloso. Pertanto adeguate norme igieniche devono essere applicate non soltanto in ambito ospedaliero, ma anche in tutte le situazioni in cui si verifichi una condivisione di spazi, come appunto negli ambienti lavorativi. Infatti, anche mantenendo il distanziamento sociale e l'impiego di guanti e mascherina, è comunque necessario che le superfici non siano contaminate, soprattutto tenendo conto del tipo di contatto (spesso continuativo) che si realizza con esse.
Le sostanze indicate come chimicamente efficaci nei confronti del Covid-19 sono essenzialmente due: alcol e ipoclorito di sodio. L'alcol è un composto infiammabile, piuttosto irritante per la pelle e quindi non può venire usato puro ma, secondo le indicazioni attuali, in soluzione al 70%, ovvero con 70 millilitri di sostanza e 30 millilitri di acqua (soluzione idroalcolica). L'ipoclorito di sodio (candeggina) è una sostanza tossica in quanto il cloro può provocare reazioni di intolleranza a livello dell'organismo; anche in questo caso si deve fare uso di soluzioni in cui il cloro attivo non superi la concentrazione dello 0,1% oppure, in alcuni casi particolari, dello 0,5%.
Il ruolo dell'igienizzazione è fondamentale per minimizzare il rischio di contagio derivante dal contatto con superfici infette, tenendo conto che, il contatto con esse può causare trasmissione alle narici oppure alla cavità orale. ...altro