Guanti monouso
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Guanti monouso
I guanti monouso (non sterili) sono dispositivi di protezione individuale DPI utilizzabili i tutti i contesti dove sia necessario isolare le mani dall'ambiente esterno perché ritenuto pericoloso per la salute.
Lo scopo è quello di proteggere chi li indossa da possibili contatti con materiale solido, liquido o gassoso, in quanto i fattori responsabili di tali contaminazioni possono trovarsi in qualsiasi substrato.
L'impiego di questi dispositivi va escluso nei casi in cui sia necessario garantire condizioni di sterilità.
Si tratta di prodotti aderenti, sottili e molto confortevoli, in grado di adattarsi perfettamente alla forma della mano, avvolgendola senza comprimerla in quanto il loro impiego non deve limitare i movimenti.
L'unico problema relativo al materiale è rappresentato dal fatto che a volte esso può causare l'insorgenza di fenomeni allergici derivanti dalle proteine del lattice, responsabili di numerose forme di dermatite da contatto.
I guanti in lattice non devono mai essere usati per la gestione di grassi, oli e idrocarburi.
Appartenente al gruppo dei lattici sintetici, il nitrile è un prodotto che garantisce un'ottima resistenza all'abrasione e alla perforazione ed inoltre si presenta particolarmente elastico. Il suo impiego va assolutamente evitato nella manipolazione di acidi ossidanti (come acido nitrico e acido solforico) e di solventi chetonici (come l'acetone).
Trattandosi di DPI, i guanti monouso devono rispondere agli standard qualitativi imposti dalle vigenti normative e finalizzati a garantire la massima sicurezza all'operatore per eliminare qualsiasi rischio. Non essendo dispositivi medici (DM), essi comunque non godono di determinati requisiti e quindi non sono in grado di assolvere a funzioni di protezione incrociata ma soltanto unilaterale. Essi devono comunque rispettare la normativa stabilita dal decreto legislativo 475/92.
I requisiti prestazionali dei guanti si riferiscono principalmente alla loro funzionalità nei confronti dell'azione di agenti biologici e chimici e comprendono indici di penetrazione e permeazione: tali caratteristiche non riguardano agenti meccanici o fisici.
Per penetrazione si intende la diffusione che un prodotto chimico oppure un microrganismo dimostra nei confronti della porosità del materiale, delle linee di saldatura e in generale della struttura del guanto. Questo indice può avere un valore variabile da 1 a 3, indicante standard qualitativi sempre migliori. Infatti, l'indice 1 rappresenta potenziali difetti in sede di collaudo; l'indice 2 rappresenta una funzionalità inferiore al 100% e l'indice 3 rappresenta standard funzionali di buona qualità.
La permeabilità dei guanti monouso è indicativa della loro resistenza nei confronti di prodotti chimici non gassosi che si rivelano pericolosi in caso di contatto continuativo: si tratta di un processo tramite cui il prodotto si diffonde a livello molecolare e che tiene conto del tempo impiegato per passare dalla superficie esterna a quella interna. Anche in questo caso ci sono 6 livelli di protezione, di cui l'1 corrisponde a un tempo di penetrazione maggiore di 10 minuti, il 2 ha un tempo maggiore di 30 minuti, il 3 di 60 minuti, il 4 di 120 minuti, il 5 di 240 minuti e il 6 di 480 minuti. Questo indice di protezione è un parametro molto importante perché consente di stabilire il tempo durante cui il guanto può essere utilizzato prima di essere sostituito.
Un altro requisito tecnico che si riferisce a questi dispositivi riguarda l'assenza di fori o di altre imperfezioni che potrebbero alterare il loro impiego, non garantendo un'adeguata protezione all'operatore.
È molto importante anche la prova di valutazione biologica, che assicura la protezione nei confronti di materiale eventualmente contaminato o comunque pericoloso per la salute.
In fase di produzione le normative impongono l'obbligo di ispezione per la definizione del livello di qualità che non deve essere inferiore a un determinato indice soglia imposto.
Su ogni guanto (o confezione) deve essere riportato il nome e il marchio commerciale del fabbricante insieme alla taglia, alla data di produzione e di scadenza e all'indice di protezione.
Un aspetto di estrema rilevanza è quello che si riferisce alle precauzioni d'uso, riportante la lista delle sostanze potenzialmente allergizzanti contenute all'interno del guanto e il suo livello medio di qualità, che tiene conto anche della percentuale di guanti difettosi che possono essere presenti nel lotto di produzione.
Per rendere più intuitiva la comprensione delle caratteristiche dei singoli dispositivi, è stato programmato l'utilizzo di pittogrammi indicanti i rischi collegati al tipo di impiego. Per evitare al massimo il rischio di infortuni sull'ambiente di lavoro, è indispensabile che gli operatori vengano informati sui requisiti dei guanti monouso e sul tipo di utilizzo consentito. Da parte loro, i lavoratori sono tenuti a utilizzare i guanti monouso conformemente alla formazione e addestramento eventualmente ricevuti, avendo cura di segnalare tempestivamente al datore di lavoro tutti gli inconvenienti relativi ai guanti e di seguire le procedure previste per lo smaltimento o la riconsegna dei dispositivi al termine del loro utilizzo.
Il rischio principale per chi li indossa è quello di non disporre di prodotti adeguatamente sicuri oppure di farne un uso inadeguato: in entrambe queste situazioni la protezione non è garantita.
L'impiego dei guanti monouso non deve portare ad abbassare le difese di guardia entrando in contatto con superfici contaminate con maggiore tranquillità e frequenza, ricordandosi di non toccarsi il volto prima di averli eliminati e di essersi lavati accuratamente le mani. Secondo alcune statistiche i pericoli principali derivanti da un uso improprio dei guanti monouso si collegano al modo sbagliato si sfilarseli e al fatto che i soggetti tendano a lavarsi di meno le mani.
Come tutti i DPI, anche i guanti monouso presentano delle limitazioni in quanto risultano efficaci nella protezione da rischi meccanici come graffi e abrasioni, rischi fisici come freddo o caldo e rischi chimici come sostanze corrosive, ma non verso tutte le componenti biologiche che sono poi le più pericolose.
I diversi tipi di prestazione di questi dispositivi dipendono essenzialmente dal tipo di materiale (lattice, nitrile e polietilene) e dalla misura, in quanto essi devono aderire perfettamente alla mano senza lasciare alcuno spazio libero.
Mentre i monouso in vinile e nitrile garantiscono una maggiore resistenza in quanto sono più spessi e durevoli, quelli in lattice, completamente biodegradabili, si presentano più confortevoli.
Nella scelta di un paio di guanti monouso, è opportuno fare attenzione alla loro taglia, poiché quelli troppo stretti tendono a rompersi oltre che a costringere troppo le mani impedendo una corretta circolazione, mentre quelli troppo larghi risultano inefficaci.
È assolutamente necessario lavarsi con cura le mani prima di indossare i guanti, per evitare che essi creino una camera stagna sulla pelle contribuendo alla proliferazione di eventuali germi patogeni presenti, infatti non bisogna dimenticare che i microrganismi sono dotati nella maggior parte dei casi di un metabolismo anaerobico, grazie al quale proliferano negli ambienti privi di aria.
Una volta indossati i guanti, il soggetto non deve mai toccarsi naso, bocca e occhi, e neppure la mascherina.
Trattandosi di dispositivi monouso non possono essere riutilizzati neppure dopo lavatura e igienizzazione delle mani, ma al contrario bisogna eliminarli toccando soltanto il loro interno.
I guanti monouso in vinile, resistenti all'inquinamento batteriologico, offrono una massima sensibilità tattile e una buona flessibilità, oltre che un basso rischio di dermatiti per l'assenza di polvere interna.
Tra i guanti da lavoro, quelli in materiale sintetico possono essere una valida alternativa ai modelli monouso, in questo caso si tratta di dispositivi riutilizzabili e rigenerabili, che comunque non offrono le medesime garanzie prestazionali di quelli monouso.
In conclusione, i guanti usa e getta rimangono la scelta ideale per gli ambienti a rischio microbiologico, dove il pericolo di contaminazione si presenti di intensità medio/alta e che quindi richiedano adeguati dispositivi di protezione individuale. ...altro
Lo scopo è quello di proteggere chi li indossa da possibili contatti con materiale solido, liquido o gassoso, in quanto i fattori responsabili di tali contaminazioni possono trovarsi in qualsiasi substrato.
L'impiego di questi dispositivi va escluso nei casi in cui sia necessario garantire condizioni di sterilità.
I guanti monouso in lattice
Grazie alla sua origine naturale derivante dall'albero della gomma, il lattice è uno dei materiali maggiormente utilizzati nella produzione di guanti monouso. In seguito alla miscelazione con numerosi additivi, il prodotto finale garantisce un'ottima tenuta, una notevole resistenza alla trazione, elasticità e traspirabilità.Si tratta di prodotti aderenti, sottili e molto confortevoli, in grado di adattarsi perfettamente alla forma della mano, avvolgendola senza comprimerla in quanto il loro impiego non deve limitare i movimenti.
L'unico problema relativo al materiale è rappresentato dal fatto che a volte esso può causare l'insorgenza di fenomeni allergici derivanti dalle proteine del lattice, responsabili di numerose forme di dermatite da contatto.
I guanti in lattice non devono mai essere usati per la gestione di grassi, oli e idrocarburi.
Materiali alternativi per i guanti monouso
Il vinile, che deriva dalla polverizzazione del cloruro di vinile (PVC), è prodotto industrialmente da oltre 90 anni, e, grazie alla sua elevata versatilità, trova largo impiego nella produzione di guanti monouso. Esso è caratterizzato da notevole resistenza all'usura, al fuoco, agli agenti chimici e atmosferici e per questo costituisce una valida alternativa al lattice, soprattutto per il notevole vantaggio di presentare alti indici di protezione nei confronti di sostanze acide e alcaline. Essendo dotato di limitata elasticità, il vinile offre una resistenza meccanica piuttosto debole e quindi è soggetto a frequenti rotture; proprio per evitare questo inconveniente di solito si procede a un processo di elasticizzazione. Dato che ha scarsa resistenza verso gli agenti cito-tossici, il vinile non deve mai essere usato in situazioni a rischio di contaminazioni, così come a contatto con solventi chetonici (come l'acetone) oppure aromatici (come il toluolo).Appartenente al gruppo dei lattici sintetici, il nitrile è un prodotto che garantisce un'ottima resistenza all'abrasione e alla perforazione ed inoltre si presenta particolarmente elastico. Il suo impiego va assolutamente evitato nella manipolazione di acidi ossidanti (come acido nitrico e acido solforico) e di solventi chetonici (come l'acetone).
Trattandosi di DPI, i guanti monouso devono rispondere agli standard qualitativi imposti dalle vigenti normative e finalizzati a garantire la massima sicurezza all'operatore per eliminare qualsiasi rischio. Non essendo dispositivi medici (DM), essi comunque non godono di determinati requisiti e quindi non sono in grado di assolvere a funzioni di protezione incrociata ma soltanto unilaterale. Essi devono comunque rispettare la normativa stabilita dal decreto legislativo 475/92.
Requisiti tecnici dei guanti monouso
I guanti monouso devono possedere alcuni requisiti tecnici derivanti da test di prova relativi alla resistenza, alla penetrazione dell'acqua, all'efficienza, all'innocuità e alla confortevolezza. Tutte queste informazioni, che devono essere fornite dal fabbricante, si trovano applicate sulle confezioni a seconda del tipo di packaging.I requisiti prestazionali dei guanti si riferiscono principalmente alla loro funzionalità nei confronti dell'azione di agenti biologici e chimici e comprendono indici di penetrazione e permeazione: tali caratteristiche non riguardano agenti meccanici o fisici.
Per penetrazione si intende la diffusione che un prodotto chimico oppure un microrganismo dimostra nei confronti della porosità del materiale, delle linee di saldatura e in generale della struttura del guanto. Questo indice può avere un valore variabile da 1 a 3, indicante standard qualitativi sempre migliori. Infatti, l'indice 1 rappresenta potenziali difetti in sede di collaudo; l'indice 2 rappresenta una funzionalità inferiore al 100% e l'indice 3 rappresenta standard funzionali di buona qualità.
La permeabilità dei guanti monouso è indicativa della loro resistenza nei confronti di prodotti chimici non gassosi che si rivelano pericolosi in caso di contatto continuativo: si tratta di un processo tramite cui il prodotto si diffonde a livello molecolare e che tiene conto del tempo impiegato per passare dalla superficie esterna a quella interna. Anche in questo caso ci sono 6 livelli di protezione, di cui l'1 corrisponde a un tempo di penetrazione maggiore di 10 minuti, il 2 ha un tempo maggiore di 30 minuti, il 3 di 60 minuti, il 4 di 120 minuti, il 5 di 240 minuti e il 6 di 480 minuti. Questo indice di protezione è un parametro molto importante perché consente di stabilire il tempo durante cui il guanto può essere utilizzato prima di essere sostituito.
Un altro requisito tecnico che si riferisce a questi dispositivi riguarda l'assenza di fori o di altre imperfezioni che potrebbero alterare il loro impiego, non garantendo un'adeguata protezione all'operatore.
È molto importante anche la prova di valutazione biologica, che assicura la protezione nei confronti di materiale eventualmente contaminato o comunque pericoloso per la salute.
In fase di produzione le normative impongono l'obbligo di ispezione per la definizione del livello di qualità che non deve essere inferiore a un determinato indice soglia imposto.
Marcatura dei guanti monouso
Proprio in relazione al fatto che i guanti monouso appartengono alla categoria dei DPI, è necessario che essi siano contrassegnati da alcune caratteristiche che ne confermano la qualità.Su ogni guanto (o confezione) deve essere riportato il nome e il marchio commerciale del fabbricante insieme alla taglia, alla data di produzione e di scadenza e all'indice di protezione.
Un aspetto di estrema rilevanza è quello che si riferisce alle precauzioni d'uso, riportante la lista delle sostanze potenzialmente allergizzanti contenute all'interno del guanto e il suo livello medio di qualità, che tiene conto anche della percentuale di guanti difettosi che possono essere presenti nel lotto di produzione.
Per rendere più intuitiva la comprensione delle caratteristiche dei singoli dispositivi, è stato programmato l'utilizzo di pittogrammi indicanti i rischi collegati al tipo di impiego. Per evitare al massimo il rischio di infortuni sull'ambiente di lavoro, è indispensabile che gli operatori vengano informati sui requisiti dei guanti monouso e sul tipo di utilizzo consentito. Da parte loro, i lavoratori sono tenuti a utilizzare i guanti monouso conformemente alla formazione e addestramento eventualmente ricevuti, avendo cura di segnalare tempestivamente al datore di lavoro tutti gli inconvenienti relativi ai guanti e di seguire le procedure previste per lo smaltimento o la riconsegna dei dispositivi al termine del loro utilizzo.
Come scegliere i guanti monouso
Anche se meno pubblicizzati rispetto alle mascherine, i guanti monouso si confermano comunque dei dispositivi fondamentali per contrastare la diffusione del Covid-19, a patto di essere utilizzati in modo appropriato e continuativo.Il rischio principale per chi li indossa è quello di non disporre di prodotti adeguatamente sicuri oppure di farne un uso inadeguato: in entrambe queste situazioni la protezione non è garantita.
L'impiego dei guanti monouso non deve portare ad abbassare le difese di guardia entrando in contatto con superfici contaminate con maggiore tranquillità e frequenza, ricordandosi di non toccarsi il volto prima di averli eliminati e di essersi lavati accuratamente le mani. Secondo alcune statistiche i pericoli principali derivanti da un uso improprio dei guanti monouso si collegano al modo sbagliato si sfilarseli e al fatto che i soggetti tendano a lavarsi di meno le mani.
Come tutti i DPI, anche i guanti monouso presentano delle limitazioni in quanto risultano efficaci nella protezione da rischi meccanici come graffi e abrasioni, rischi fisici come freddo o caldo e rischi chimici come sostanze corrosive, ma non verso tutte le componenti biologiche che sono poi le più pericolose.
I diversi tipi di prestazione di questi dispositivi dipendono essenzialmente dal tipo di materiale (lattice, nitrile e polietilene) e dalla misura, in quanto essi devono aderire perfettamente alla mano senza lasciare alcuno spazio libero.
Mentre i monouso in vinile e nitrile garantiscono una maggiore resistenza in quanto sono più spessi e durevoli, quelli in lattice, completamente biodegradabili, si presentano più confortevoli.
Nella scelta di un paio di guanti monouso, è opportuno fare attenzione alla loro taglia, poiché quelli troppo stretti tendono a rompersi oltre che a costringere troppo le mani impedendo una corretta circolazione, mentre quelli troppo larghi risultano inefficaci.
È assolutamente necessario lavarsi con cura le mani prima di indossare i guanti, per evitare che essi creino una camera stagna sulla pelle contribuendo alla proliferazione di eventuali germi patogeni presenti, infatti non bisogna dimenticare che i microrganismi sono dotati nella maggior parte dei casi di un metabolismo anaerobico, grazie al quale proliferano negli ambienti privi di aria.
Una volta indossati i guanti, il soggetto non deve mai toccarsi naso, bocca e occhi, e neppure la mascherina.
Trattandosi di dispositivi monouso non possono essere riutilizzati neppure dopo lavatura e igienizzazione delle mani, ma al contrario bisogna eliminarli toccando soltanto il loro interno.
I guanti monouso in vinile, resistenti all'inquinamento batteriologico, offrono una massima sensibilità tattile e una buona flessibilità, oltre che un basso rischio di dermatiti per l'assenza di polvere interna.
Tra i guanti da lavoro, quelli in materiale sintetico possono essere una valida alternativa ai modelli monouso, in questo caso si tratta di dispositivi riutilizzabili e rigenerabili, che comunque non offrono le medesime garanzie prestazionali di quelli monouso.
In conclusione, i guanti usa e getta rimangono la scelta ideale per gli ambienti a rischio microbiologico, dove il pericolo di contaminazione si presenti di intensità medio/alta e che quindi richiedano adeguati dispositivi di protezione individuale. ...altro