Intonacatrici malvin
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Intonacatrici
La fase di intonacatura di tramezzi e murature è sicuramente un momento di grande importanza durante il percorso di un cantiere edile, sia nella costruzione di nuovi edifici che nelle ristrutturazioni importanti, così come negli interventi di rifacimento delle facciate ma anche nelle opere interne di rinnovo di singole unità immobiliari.
Tradizionalmente l’intonaco veniva realizzato in cantiere e la sua posa in opera era affidata all’esperienza ed alle capacità manuali di operai specializzati; nel cantiere moderno questa modalità di lavoro non è più in linea con le istanze di efficienza ed ottimizzazione dei tempi e può essere adottata solo in alcuni sporadici casi ed in minimi interventi di manutenzione e riparazione.
La posa degli intonaci, pertanto, viene oggi realizzata a mano molto raramente, mentre in larga prevalenza si ricorre all’impiego di macchine intonacatrici.
La intonacatrice è, in sintesi, una macchina da cantiere atta alla preparazione dell’intonaco ed alla sua applicazione mediante spruzzatura su pareti e soffitti. Oltre che una maggiore rapidità di applicazione, le intonacatrici garantiscono una posa in opera più omogenea e regolare.
Un sistema di pompaggio, quindi, fa affluire l’intonaco in una tubazione alla cui estremità una lancia spruzzatrice (azionata da aria compressa) consente all’operatore di direzionare il getto dell’intonaco sulla superficie di applicazione, regolando l’erogazione con un apposito comando.
Chiaramente la intonacatrice consente di applicare e far aderire l’intonaco sulla superficie interessata, ma questo dovrà poi essere comunque sottoposto ad una fase di livellazione e lisciatura manuali con spatola e frattazzo, per regolarizzare la superficie e renderla idonea alle successive fasi di cantiere (stuccatura, pitturazione, posa di rivestimenti, ecc.).
Le intonacatrici sono un attrezzo di estrema diffusione nel campo dei cantieri edili e vengono utilizzate da imprese di ogni dimensione nella esecuzione sia di opere di limitata entità che in cantieri di grande estensione. Motivo per cui sul mercato vi sono molti e differenti modelli di intonacatrici, con caratteristiche prestazionali differenziate e graduate in funzione dell’impiego a cui destinarle e del tipo di intonaco che sono in grado di applicare in termini di densità, consistenza e granulometria degli inerti.
Per il loro funzionamento le intonacatrici dispongono di pannelli di comando più o meno sofisticati che possono consentire, nei modelli più evoluti, di impostare – in alcuni casi anche con gestione elettronica - i parametri di miscelazione e di pompaggio, la potenza erogata, le velocità e la portata, calibrandone il funzionamento perché si adatti al meglio al tipo di intonaco utilizzato, alla granulometria, al risultato desiderato, il tutto anche grazie all’adozione di motori ad inverter.
Le prime possono essere alimentate da corrente monofase a 220-230 V ed hanno consumi elettrici ridotti, possono essere pertanto collegate anche a comuni impianti elettrici, inclusi i normali impianti domestici; risultano ideali quindi nelle ristrutturazioni e nei cantieri di piccola entità. Si tratta in genere di macchine leggere e compatte, con potenza e capacità limitate, in grado di pompare intonaco con portate che solitamente non superano i 20 litri al minuto.
Le intonacatrici trifase necessitano invece di un impianto elettrico di alimentazione con tensione a 400 V ed hanno parametri prestazionali in genere superiori rispetto alle varianti monofase, essendo destinate ad opere più gravose. Si caratterizzano per capacità e potenze elevate, e soprattutto portate notevoli, che possono raggiungere o anche superare i 50 litri al minuto.
Nel caso di intonaci tradizionali, questi vanno preparati a parte, con l’impiego di una molazza, di una betoniera o di una specifica impastatrice, prima dell’utilizzo della intonacatrice. La miscela così realizzata viene quindi versata nella macchina intonacatrice, passando attraverso un apposito vibrovaglio che separa eventuali inerti non idonei, di granulometria non conforme, e poi pompata per la applicazione.
Analogo è il funzionamento delle intonacatrici per intonaci premiscelati preimpastati che, come dice lo stesso nome, vengono immessi nella macchina dopo essere già stati impastati. Questi provengono quindi da una betoniera o da una molazza oppure da una impastatrice da sacco o planetaria o ancora, da una impastatrice da silo.
Nel caso, invece, di intonacatrici per premiscelati asciutti, si procede all’inserimento nella macchina del composto secco dell’intonaco premiscelato; questo può essere versato manualmente nella tramoggia apposita dai sacchi in cui è confezionato oppure prelevato in continuo da silo, mediante un sistema di convogliamento.
La macchina è quindi concettualmente composta di due parti: una impastatrice, che preleva acqua da un serbatoio con una apposita pompa e provvede alla opportuna miscelazione con il premiscelato asciutto in base alla densità richiesta ed una pompa, che convoglia nella lancia spruzzatrice il materiale fluido preparato.
Si accompagnano spesso alle intonacatrici le frattazzatrici, ovvero delle macchine utensili che consentono di procedere alla fase di rifinitura dell’intonaco per livellarlo e regolarizzarlo dopo la sua applicazione in alternativa alla classica lavorazione manuale con frattazzo e spatola. Si compongono di un disco rotante con un rivestimento di spugna, montato su un braccio con impugnatura ed alimentato da un motorino elettrico che permette di metterlo in rotazione, in genere con velocità regolabile, in base all’intonaco applicato ed al risultato desiderato.
Va citata, infine, tra le intonacatrici la più semplice e tradizionale intonacatrice manuale che, pur molto meno utilizzata di un tempo, presenta ancora una certa utilità in casi in cui può essere antieconomico operare con la macchina elettrica, oppure per applicazioni fai-da-te.
E’ costituita da un piccolo serbatoio metallico, da maneggiare con un impugnatura, al cui interno è presente un rullo a pettini che viene azionato manualmente da una manovella e, con la sua rotazione, spruzza all’esterno l’intonaco passando da una fessura di erogazione opportunamente sagomata. ...altro
Tradizionalmente l’intonaco veniva realizzato in cantiere e la sua posa in opera era affidata all’esperienza ed alle capacità manuali di operai specializzati; nel cantiere moderno questa modalità di lavoro non è più in linea con le istanze di efficienza ed ottimizzazione dei tempi e può essere adottata solo in alcuni sporadici casi ed in minimi interventi di manutenzione e riparazione.
La posa degli intonaci, pertanto, viene oggi realizzata a mano molto raramente, mentre in larga prevalenza si ricorre all’impiego di macchine intonacatrici.
La intonacatrice è, in sintesi, una macchina da cantiere atta alla preparazione dell’intonaco ed alla sua applicazione mediante spruzzatura su pareti e soffitti. Oltre che una maggiore rapidità di applicazione, le intonacatrici garantiscono una posa in opera più omogenea e regolare.
Funzionamento della intonacatrice
Il funzionamento e la struttura di una intonacatrice è piuttosto lineare: in una tramoggia viene versato o un intonaco pre-impastato oppure il composto asciutto di un intonaco premiscelato, ovvero una miscela a secco opportunamente selezionata di tutti i componenti che costituiscono l’intonaco; in quest’ultimo caso la macchina provvede anche all’aggiunta dell’acqua ed alla preparazione dell’impasto fluido nella vasca presente al proprio interno.Un sistema di pompaggio, quindi, fa affluire l’intonaco in una tubazione alla cui estremità una lancia spruzzatrice (azionata da aria compressa) consente all’operatore di direzionare il getto dell’intonaco sulla superficie di applicazione, regolando l’erogazione con un apposito comando.
Chiaramente la intonacatrice consente di applicare e far aderire l’intonaco sulla superficie interessata, ma questo dovrà poi essere comunque sottoposto ad una fase di livellazione e lisciatura manuali con spatola e frattazzo, per regolarizzare la superficie e renderla idonea alle successive fasi di cantiere (stuccatura, pitturazione, posa di rivestimenti, ecc.).
Le intonacatrici sono un attrezzo di estrema diffusione nel campo dei cantieri edili e vengono utilizzate da imprese di ogni dimensione nella esecuzione sia di opere di limitata entità che in cantieri di grande estensione. Motivo per cui sul mercato vi sono molti e differenti modelli di intonacatrici, con caratteristiche prestazionali differenziate e graduate in funzione dell’impiego a cui destinarle e del tipo di intonaco che sono in grado di applicare in termini di densità, consistenza e granulometria degli inerti.
Per il loro funzionamento le intonacatrici dispongono di pannelli di comando più o meno sofisticati che possono consentire, nei modelli più evoluti, di impostare – in alcuni casi anche con gestione elettronica - i parametri di miscelazione e di pompaggio, la potenza erogata, le velocità e la portata, calibrandone il funzionamento perché si adatti al meglio al tipo di intonaco utilizzato, alla granulometria, al risultato desiderato, il tutto anche grazie all’adozione di motori ad inverter.
Intonacatrici monofase e trifase
Le macchine intonacatrici sono attrezzature che vengono alimentate da energia elettrica. Una prima distinzione tra le varianti presenti in commercio riguarda la presenza di intonacatrici monofase e intonacatrici trifase.Le prime possono essere alimentate da corrente monofase a 220-230 V ed hanno consumi elettrici ridotti, possono essere pertanto collegate anche a comuni impianti elettrici, inclusi i normali impianti domestici; risultano ideali quindi nelle ristrutturazioni e nei cantieri di piccola entità. Si tratta in genere di macchine leggere e compatte, con potenza e capacità limitate, in grado di pompare intonaco con portate che solitamente non superano i 20 litri al minuto.
Le intonacatrici trifase necessitano invece di un impianto elettrico di alimentazione con tensione a 400 V ed hanno parametri prestazionali in genere superiori rispetto alle varianti monofase, essendo destinate ad opere più gravose. Si caratterizzano per capacità e potenze elevate, e soprattutto portate notevoli, che possono raggiungere o anche superare i 50 litri al minuto.
Intonacatrici per intonaci tradizionali e per intonaci premiscelati asciutti o preimpastati
In base al tipo di intonaco da applicare, cambiano le caratteristiche della intonacatrice e le modalità di utilizzo.Nel caso di intonaci tradizionali, questi vanno preparati a parte, con l’impiego di una molazza, di una betoniera o di una specifica impastatrice, prima dell’utilizzo della intonacatrice. La miscela così realizzata viene quindi versata nella macchina intonacatrice, passando attraverso un apposito vibrovaglio che separa eventuali inerti non idonei, di granulometria non conforme, e poi pompata per la applicazione.
Analogo è il funzionamento delle intonacatrici per intonaci premiscelati preimpastati che, come dice lo stesso nome, vengono immessi nella macchina dopo essere già stati impastati. Questi provengono quindi da una betoniera o da una molazza oppure da una impastatrice da sacco o planetaria o ancora, da una impastatrice da silo.
Nel caso, invece, di intonacatrici per premiscelati asciutti, si procede all’inserimento nella macchina del composto secco dell’intonaco premiscelato; questo può essere versato manualmente nella tramoggia apposita dai sacchi in cui è confezionato oppure prelevato in continuo da silo, mediante un sistema di convogliamento.
La macchina è quindi concettualmente composta di due parti: una impastatrice, che preleva acqua da un serbatoio con una apposita pompa e provvede alla opportuna miscelazione con il premiscelato asciutto in base alla densità richiesta ed una pompa, che convoglia nella lancia spruzzatrice il materiale fluido preparato.
Intonacatrici manuali e frattazzatrici
Citiamo per completezza altre attrezzature di cantiere della stessa famiglia delle macchine intonacatrici.Si accompagnano spesso alle intonacatrici le frattazzatrici, ovvero delle macchine utensili che consentono di procedere alla fase di rifinitura dell’intonaco per livellarlo e regolarizzarlo dopo la sua applicazione in alternativa alla classica lavorazione manuale con frattazzo e spatola. Si compongono di un disco rotante con un rivestimento di spugna, montato su un braccio con impugnatura ed alimentato da un motorino elettrico che permette di metterlo in rotazione, in genere con velocità regolabile, in base all’intonaco applicato ed al risultato desiderato.
Va citata, infine, tra le intonacatrici la più semplice e tradizionale intonacatrice manuale che, pur molto meno utilizzata di un tempo, presenta ancora una certa utilità in casi in cui può essere antieconomico operare con la macchina elettrica, oppure per applicazioni fai-da-te.
E’ costituita da un piccolo serbatoio metallico, da maneggiare con un impugnatura, al cui interno è presente un rullo a pettini che viene azionato manualmente da una manovella e, con la sua rotazione, spruzza all’esterno l’intonaco passando da una fessura di erogazione opportunamente sagomata. ...altro