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Decreto Rinnovabili, Senato più permissivo sul fotovoltaico a terra

Decreto Rinnovabili, Senato più permissivo sul fotovoltaico a terra

La Commissione Industria chiede di consentire l’installazione di impianti fino a 200 kW per ettaro

Vedi Aggiornamento del 23/06/2014
di Rossella Calabrese
18/02/2011 - Si è concluso l’iter parlamentare del decreto legislativo per il recepimento della Direttiva 2009/28/CE sulla promozione delle fonti rinnovabili.

Dopo le competenti Commissioni della Camera, anche la Commissione Industria del Senato ha espresso parere positivo con numerose condizioni. Ne segnaliamo alcune:
 
Impianti in aree agricole (articolo 8, comma 5)
Per gli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole, ai fini dell’accesso agli incentivi, la Commissione chiede di elevare da 50 a 200 kW per ettaro il rapporto tra la potenza nominale dell’impianto e la superficie del terreno nella disponibilità del proponente; la Commissione chiede, inoltre, di escludere dal suddetto limite - e dal tetto massimo di 1 MW di potenza nominale dell’impianto - i terreni marginali, incolti, abbandonati, le aree industriali dismesse o inquinate, le aree del demanio militare e le cave esaurite.
 
Il Governo - prosegue la Commissione - può individuare procedure semplificate per la realizzazione degli impianti, anche attraverso il project financing, al fine di incentivare gli enti locali all'utilizzo prioritario di tali aree, ed estendere la procedura abilitativa semplificata a caserme militari, cave esaurite e aree industriali dismesse, anche per impianti superiori ad 1 MW. Viene chiesto, inoltre, di introdurre una procedura autorizzativa più semplice e rapida, per i nuovi impianti di fonti rinnovabili costruiti in sostituzione dei vecchi impianti.
 
Incentivi (articolo 22)
La Commissione chiede di:
- fissare l’entrata in vigore dei nuovi meccanismi di incentivazione a partire dal 2014, anzichè dal 2013, al fine di dare ai soggetti interessati più tempo per programmare e realizzare i propri investimenti;
- introdurre un meccanismo incentivante "feed-in premium", formato da una componente di incentivo fissa e una componente relativa all’energia elettrica che seguirebbe l’andamento del prezzo di mercato dell’energia;
- introdurre l’obbligo, per il soggetto autorizzato a realizzare l'impianto, di versare - all'atto di presentazione della domanda - un contributo variabile a seconda della tipologia e delle dimensione dell'impianto e di presentare adeguate garanzie economico-finanziarie e tecniche, al fine di contrastare i fenomeni speculativi della vendita delle autorizzazioni.
 
Burden sharing regionale
La Commissione invita il Governo a definire un burden sharing regionale, cioè a ripartire le quote di energia rinnovabile che ciascuna Regione deve produrre, con l’obiettivo di responsabilizzare le autorità locali nel raggiungimento dell’obiettivo nazionale al 2020. Viene suggerito di introdurre un meccanismo di allocazione degli obiettivi regionali, basato su considerazioni tecniche, valutando le potenzialità di risorse e impieghi presenti sul territorio.
 
Ricordiamo che a fine gennaio il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha chiesto con forza al Governo di fissare le quote regionali di burden sharing, attese da due anni (leggi tutto).
 
Rinnovabili nei regolamenti edilizi (articolo 8)
Viene chiesto di imporre ai Comuni di privilegiare - nei loro strumenti di pianificazione urbanistica e di regolamentazione edilizia - le installazioni in aree già edificate, con priorità per gli stabilimenti industriali artigianali e commerciali, e di incentivare soluzioni innovative per l’utilizzo di impianti fotovoltaici in aree urbane di particolare pregio.
 
 
Alcune delle condizioni poste dalla Commissione Industria del Senato coincidono con quelle fissate dalle Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera nel loro parere sulla bozza di decreto (leggi tutto) e dalla Commissione Territorio e Ambiente del Senato (leggi tutto).

La parola torna ora al Governo che dovrà approvare in via deifinitiva il Decreto, tenendo conto delle numerose richieste delle Commissioni parlamentari.
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