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Iva immobili: in arrivo modifiche al decreto Bersani

Iva immobili: in arrivo modifiche al decreto Bersani

Oggi il Governo comunicherà le correzioni del provvedimento. Possibile la cancellazione dell’esenzione retroattiva

Vedi Aggiornamento del 19/09/2006
di Roberta Dragone
17/07/2006 - Si saprà probabilmente entro fine giornata in che modo il Governo intende modificare il decreto Bersani in materia di tassazione immobili. Due le ipotesi circolate negli ultimi giorni: regimi diversi per immobili strumentali e residenziali, oppure applicazione opzionale di imposta di registro o Iva a seconda che si tratti di un acquirente privato o soggetto Iva. Obiettivo, diminuire l’effetto retroattivo dell’esenzione Iva, maggiore preoccupazione delle associazioni di categoria. La decisione di correggere la manovra bis relativamente al regime Iva sugli immobili è giunta martedì scorso, al termine dei due giorni di audizioni presso le Commissioni Finanza e Bilancio. Ad annunciarlo, un comunicato del vice ministro alle Finanze Vincenzo Visco diffuso in tarda serata: “Il governo ha concluso il processo di acquisizione di informazioni e notizie in relazione al decreto Bersani-Visco. In base alle nuove informazioni raccolte si è deciso di apportare alcune modifiche su alcuni aspetti del provvedimento, in particolare nel settore immobiliare”. Benché la manovra punti a contrastare il fenomeno dell’evasione immobiliare – testimonianza della volontà da parte del Governo di intraprendere la strada dell’equità fiscale – è stato sottovalutato l’impatto che le nuove misure avrebbero sull’intero settore immobiliare. Secondo quanto calcolato dal Governo, esenzione Iva sui trasferimenti immobiliari ed effetti retroattivi costerebbero 1,8 miliardi di euro; i dati diffusi da Assoimmobiliare ipotizzerebbero invece un gettito dai 28 ai 30 miliardi. Nonostante Visco sottolinei l’attuale impossibilità di confermare i suddetti dati, non smentisce tuttavia l’intenzione del Governo di procedere alle modifiche. Tirano dunque un sospiro di sollievo le associazioni di categoria che nelle ultime due settimane hanno alzato un vero e proprio coro di protesta. Due, in particolare, i punti maggiormente temuti da imprese e società immobiliari: la retroattività delle nuove disposizioni che comporterebbe la rettifica della detrazione Iva su beni acquistati o ultimati in passato, e la mancanza di differenziazione per l’esenzione Iva tra le diverse tipologie di fabbricato. E sembrerebbe che le modifiche in arrivo comportino una revisione del provvedimento proprio su questi due aspetti. Da un lato, si paventa la possibilità di un ripristino di differenziazione tra immobili strumentali e non strumentali, con la consequenziale reintroduzione di regimi di tassazione differenti. Ulteriore alternativa sembrerebbe inoltre la cancellazione della retroattività della norma, che imporrebbe alle imprese la restituzione dei crediti di imposta accumulati. A confermarlo è stato nei giorni scorsi il presidente della commissione Finanze Giorgio Benvenuto, al termine di un colloquio con il vice ministro Visco. Il ministero starebbe valutando la soluzione di un regime differente a seconda che l’acquirente sia un privato o un soggetto Iva. Nel primo caso la compravendita sarebbe soggetta a imposta di registro, con al possibilità per la società venditrice di detrarre comunque l’Iva originaria. Se invece l’acquirente è soggetto a Iva, non dovrà essere versata l’imposta di registro. Il Governo ha tempo sino al prossimo mercoledì per presentare le proposte di modifica. È tuttavia possibile che gli eventuali emendamenti siano resi noti già nel corso della giornata di oggi.
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