Buongiorno a tutti, scrivo con la speranza che qualcuno possa darmi una mano.
Circa un anno fa ho stipulato un contratto di compravendita con un impresa edile per l'acquisto di una casa.
Gli accordi erano: X alla proposta di acquisto, X alla costruzione del vespaio, X alla costruzione della soletta, X alla posa del tetto e X al rogito e consegna.
La casa in questione in origine era una specie di fienile/deposito all'interno di una corte circondata da altre case, fino a qui tutto bene, i lavori procedevano alla grande e man mano che la casa prendeva "forma" ero sempre più felice.
La casa è praticamente ultimata, mancano solo le persiane, un tubo pluviale e l'allaccio del gas.
Ieri mi chiama l'architetto(amministratore dell'impresa) e mi dice che i vicini non gli concedono la servitù per il passaggio del tubo del gas davanti il loro ingresso.
Mi è crollato il mondo addosso.
Praticamente ha progettato e realizzato la casa come da capitolato con impianto a gas SENZA AVERE NESSUNA CERTEZZA che i vicini gli concedessero la servitù per l'allaccio del gas.
Si presume che un’impresa edile si informi della concreta e non probabile possibilità di far passare un tubo del gas davanti un terreno e/o muro confinante appartenente ad un’altra proprietà prima di realizzare un impianto e non dopo. o mi sbaglio?
Adesso se ne uscito con un alternativa al gas proponendomi di installare una pompa di calore.
Vi chiedo se sono obbligato ad accettare questo o se ci sono gli estremi per recidere il contratto di compravendita e chiedere i danni.
Preciso che ho venduto la mia precedente casa il 30 Giugno e la nuova casa doveva essere pronta il 31 Luglio.
siamo già a 60 giorni di ritardo.
Grazie a chiunque mi aiuterà.