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Sicurezza nei cantieri: dispositivi di protezione individuale e collettiva

Sicurezza nei cantieri: dispositivi di protezione individuale e collettiva

Una panoramica sulle misure per la prevenzione dei rischi e la pianificazione dei DPI e dei DPC

Vedi Aggiornamento del 25/07/2019
Sicurezza nei cantieri: dispositivi di protezione individuale e collettiva
di Alessandra Marra
09/06/2016 - La sicurezza è un requisito imprescindibile per il buon funzionamento di un cantiere ed occorre pianificarla adeguatamente e garantirla senza deroghe.
 
Poiché nei cantieri edili vi sono parecchi pericoli, la normativa vigente prescrive per prima cosa l’individuazione dei rischi presenti per i lavoratori e successivamente l'adozione di una serie di misure di protezione (sia individuale che collettiva) per eliminarli o ridurli.  
 

Sicurezza nei cantieri: la normativa

La sicurezza nell'ambito delle costruzioni viene esplicitata sin dal 1956 con il DPR 164/1956 (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni). Tuttavia la disciplina mancava di un elemento essenziale: la previsione sistematica dei rischi e la pianificazione delle misure atte a contrastarli, ovvero la pianificazione della sicurezza.
 
Con la Direttiva Cantieri (92/57/CEE), la Comunità Europea ha adottato una disciplina specifica per i cantieri considerando che i cantieri temporanei o mobili costituiscono un settore di attività che espone i lavoratori a rischi particolarmente elevati in cui scelte architettoniche e/o organizzative non adeguate o una carente pianificazione dei lavori influiscono in maniera significativa sugli infortuni.
 
La Direttiva Cantieri fu recepita in Italia con il Dlgs 494/1996 e con disposizioni autonome (es.: normativa sulla segnaletica di sicurezza, sui lavori in quota, ecc.) che definiva anche i Dispositivi per la Protezione Individuale (DPI) e i Dispositivi per la Protezione Collettiva (DPC).
 
Con il Dlgs 81/2008 tutta la normativa specifica relativa alle costruzioni, ovvero ai cantieri, è riunita nel titolo IV e nei diversi allegati, di interesse specifico per i cantieri edili.
 

La pianificazione della sicurezza nel cantiere

Nei cantieri nei quali è prevista la presenza, anche non contemporanea, di più imprese esecutrici è obbligatorio pianificare la sicurezza mediante il Piano di sicurezza e coordinamento (PSC), uno strumento efficace ed operativo per la gestione dei rischi reali, preventivamente individuati e valutati.
 
Nell'ambito dei lavori pubblici, nei casi in cui non sia obbligatoria la redazione del PSC (cantieri con una sola impresa), bisogna redigere il Piano di sicurezza sostitutivo (PSS) che ha la stessa forma e gli stessi contenuti del PSS ma è redatto a cura dell'appaltatore o del concessionario e non prevede la stima dei costi della sicurezza.
 
Infine, il Piano operativo di sicurezza (POS) è il documento che il datore di lavoro dell'impresa esecutrice redige per la pianificazione della sicurezza in riferimento al singolo cantiere interessato.
 
La corretta pianificazione necessita dell’elenco delle attività per l’esecuzione dell’opera e della preventiva determinazione dei soggetti che dovranno intervenire nel cantiere, con le modalità del loro avvicendamento e le eventuali interferenze lavorative.
 
Ogni interferenza rilevata, attraverso le indagini che di volta in volta si riterranno più opportune, dovrà essere valutata e di conseguenza andranno ricercate le migliori soluzioni tecnico-costruttive (da parte del progettista) necessarie ad eliminare o ridurre con efficacia l’interferenza.
 
Infatti, nel PSC è necessario condurre l’analisi dei rischi per tutte le attività lavorative prevedibili nel cantiere e per ciascuna attività e, successivamente, individuare le procedure atte a garantire il rispetto delle misure di prevenzione e protezione.
 

Sicurezza in cantiere: valutazione dei rischi

L’analisi dei rischi specifici può essere eseguita in due modi: con un’analisi a posteriori o con una a priori.
 
L’analisi a posteriori si riferisce a casi avvenuti nel passato; si parte dal considerare l'infortunio, causato dall'attività lavorativa e, tramite l'applicazione di metodologie come l'albero delle cause, si analizzano le circostanze che hanno preceduto l'evento e che ne hanno determinato l'accadimento. Il processo consente di individuare le cause dell'infortunio e di definire i provvedimenti del caso.
 
L'analisi a priori viene condotta, invece, a partire da un possibile rischio connesso all'attività lavorativa (la caduta dall'alto di un lavoratore da un ponteggio), analizzando le possibili circostanze che possono determinarlo (assenza di protezioni collettive, assenza di protezioni individuali, inefficienza dei dispositivi di protezione, ecc.). Quest'ultimo tipo di analisi è quella solitamente adottata per il cantiere.
 
I tipi di intervento che si possono attuare per salvaguardare la sicurezza di un ambiente lavorativo sono di due tipi: prevenzione, cioè la riduzione della probabilità che si verifichi l'evento che può produrre danno; protezione, ovvero la limitazione degli effetti negativi di un evento dannoso.


Software per la sicurezza

Per i professionisti che devono affrontare le problematiche della sicurezza nei cantieri e devono redigere il piano operativo di sicurezza (POS), il piano di sicurezza e di coordinamento (PSC), il fascicolo dell'opera (FO) e il piano di sicurezza sostitutivo (PSS), i software per la sicurezza sono dei validi alleati.
 
Ad esempio per la gestione e la valutazione dei rischi specifici (come quelli derivanti da rumori o vibrazioni) c’è Blumatica Rischi Specifici permette una valutazione di tutti i rischi specifici per cicli lavorativi o per gruppi omogenei di lavoratori attraverso step guidati.
 

Per affrontare in maniera integrata tutti gli aspetti relativi al coordinamento, alla prevenzione, alla stima dei costi e alla progettazione del cantiere c’è CerTus di ACCA SOFTWARE.
 

SOFTWARE PER LA SICUREZZA >> VEDI TUTTI
 

Sicurezza in cantiere: misure di prevenzione e protezione

Dopo l’individuazione e la stima di ciascun rischio, occorre individuare le misure di prevenzione e protezione dai rischi da attuare che possono consistere in: procedure organizzative e operative; misure tecniche di prevenzione e protezione collettiva; dotazione ed utilizzo di adeguati dispositivi di protezione individuale; attività di informazione, di formazione e di addestramento dei lavoratori; aggiornamenti tecnologici.
 
E’ necessario, allo scopo, redigere, almeno nelle linee generali, un regolamento di cantiere che preveda quali impianti e dispositivi di protezione collettiva (DPC) debbano essere presenti nelle varie fasi lavorative. Ad esempio, in relazione all’esecuzione di lavori in quota, il datore di lavoro ha l’obbligo di scegliere le attrezzature di lavoro più idonee a garantire e mantenere condizioni di lavoro sicure, rafforzato dal criterio della priorità delle misure di protezione collettiva (ponteggi fissi, parapetti, reti anticaduta, ecc.) rispetto alle misure di protezione individuale.
 
I dispositivi di protezione (DP) rientrano quindi nella progettazione della sicurezza, che è alla base di ogni processo produttivo, e possono essere di due tipi: dispositivi di protezione collettiva (DPC) o dispositivi di protezione individuale (DPI).
 

I dispositivi di protezione collettiva (DPC)

I DPC sono quei sistemi che intervengono direttamente sulla fonte del pericolo e limitano il rischio di esposizione di tutti i lavoratori e non solo del singolo. Nel Dlgs 81/2008 è previsto un approccio rigoroso secondo il quale l’adozione dei DPC è da considerarsi prioritaria rispetto ai DPI. Il datore di lavoro, pertanto, nello svolgere la valutazione dei rischi, deve proporre l’utilizzo di un determinato DPI solamente nel caso in cui i rischi non possano essere eliminati, o sufficientemente ridotti, attraverso metodi di protezione collettiva.
 

Dispositivi di protezione collettiva

Tra i dispositivi di protezione collettiva per la sicurezza in cantiere c’è Xbright di DOKA un sistema autorampante di protezione che consente di lavorare in cantiere in condizioni di sicurezza, oltre a proteggere dagli agenti atmosferici facendo passare la luce.
 
Dispositivi di protezione collettiva

Tra i paramenti di protezione per gli edifici alti c’è RCS-P di PERI composto da unità indipendenti che possono essere sollevate tramite la gru o con un dispositivo idraulico; il paramento racchiude interamente i bordi dei solai, eliminando così il rischio di caduta sia per gli operai che per gli oggetti utilizzati.

Dispositivi di protezione collettiva

Per proteggere dalla caduta dai tetti dell’ultimo piano c’è KeeGuard di K.K. ITALIA, un sistema modulare che non fora la membrana impermeabile, essendo autoportante, e che previene le cadute dal tetto.  
 
Dispositivi di protezione collettiva

Tra i parapetti di protezione c’è PR3A di SVELT un sistema temporaneo in alluminio di protezione dei bordi estremamente leggero, maneggevole e facile da montare.
 
Dispositivi di protezione collettiva
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SVELT Doka Italia
PERI KLÖBER ITALIA
Riwega ALPEWA
K.K. ITALIA Gruppo CAVATORTA
MONIER PONTAROLO ENGINEERING
AM.SA. SO.C.E.T.
SOMAIN ITALIA SILTE
RE.PACK Latchways
GRIGLIATI BALDASSAR CAMPISA
 

Recinzioni temporanee e mobili per il cantiere

La recinzione del cantiere non risponde solo alla necessità di regolamentare l’accesso al cantiere, impedendo l'ingresso ai non addetti ai lavori, ma costituisce anche una misura di prevenzione e protezione dai rischi d’interferenza tra le attività svolte all’interno e in prossimità del cantiere.
 
Per tale motivo, la scelta della tipologia di recinzione da adottare discende direttamente dalla valutazione dei rischi effettuata a monte. Il cantiere deve essere opportunamente separato e protetto dall'ambiente esterno mediante barriere adeguate all'ubicazione e alla natura delle opere da realizzare, al fine di prevenire furti e intrusioni di persone e garantire la sicurezza dei passanti.
 
La recinzione, intesa come opera di protezione, deve essere in grado di impedire la dispersione di polveri e di acqua (sabbiatura, idropulitura, ecc.) che si verifica nel caso di particolari interventi di manutenzione delle facciate, e di mitigare gli effetti di altri agenti pertubatori, come ad esempio il rumore.
 
Tra le recinzioni per cantieri c’è LIMIT 2 di TENAX, un sistema con pannelli modulari singoli facilmente e velocemente installabili che assicurano protezione e visibilità in zone critiche o spazi ridotti e trafficati.
 
Recinzioni temporanee e mobili per il cantiere

Un altro esempio è DEFENDER HD di NUOVA DEFIM con sistema brevettato di inserimento del tubo orizzontale con quello verticale che assicura robustezza e durata, anche grazie allo speciale profilo nervato.
 
Recinzioni temporanee e mobili per il cantiere

Tra le recinzioni mobili in lamiera ondulata c’è GRECATO di SIDERURGICA FERRO BULLONI con struttura di sostegno esterna verticale in tubolare zincato e struttura orizzontale in profilato a U.
 
Recinzioni temporanee e mobili per il cantiere
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Ponteggi

I ponteggi sono sistemi per la prevenzione degli infortuni nei lavori in quota. La legge fornisce indicazioni relative alla loro installazione ed alle operazioni di montaggio e smontaggio. Il Dlgs 81/2008 infatti ricomprende interamente il costo del ponteggio tra quelli per la sicurezza.
 
I ponteggi devono essere progettati se di altezza superiore a 20 m e in caso di difformità di montaggio dagli schemi tipo indicati nel libretto del costruttore; inoltre, i lavoratori e i preposti al montaggio e allo smontaggio di ponteggi devono obbligatoriamente frequentare appositi corsi di formazione.
 
Gli impalcati hanno l’obbligo di essere provvisti, su tutti i lati, di robusti parapetti costituiti da uno o più correnti paralleli all’intavolato il cui margine superiore non deve essere inferiore ad un metro dal piano di calpestio, ed essere dotati di tavola fermapiede alta 20 cm. Inoltre, il piano di calpestio non deve distare più di 20 cm dalla facciata; in caso contrario sarà necessario un parapetto anche sul lato interno del ponteggio.
 
Per la protezione su tetti inclinati, in relazione ai parapetti in gronda, l’altezza dei montanti deve superare di almeno 1,20 m l’ultimo impalcato; dalla parte interna dei montanti debbono essere applicati correnti e tavola fermapiede a protezione esclusiva dei lavoratori che operano sull’ultimo impalcato.
 
Tra i ponteggi per i cantieri c’è Ponteggio prefabbricato SE di PILOSIO progettato per risolvere il problema della sicurezza in cantiere grazie ad uno speciale telaio parapetto che si monta dal piano inferiore e garantisce la massima sicurezza: quando l’operatore sale al livello superiore, il piano è già protetto dalla caduta accidentale.
 
Ponteggi
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Segnaletica antinfortunistica da cantiere

La segnaletica di sicurezza sui luoghi di lavoro è normata dal Titolo V del Dlgs. 81/2008 e ha lo specifico compito di attirare rapidamente l'attenzione su oggetti o situazioni che possono essere causa di pericolo. Tale segnaletica non sostituisce le misure di sicurezza, di volta in volta necessarie nelle situazioni specifiche, ma assolve nei loro confronti una funzione complementare di assoluta importanza.
 
La segnaletica di sicurezza dovrà essere costituita da cartelli conformi alle norme, localizzati in punti strategici. I cartelli riguardano la viabilità di cantiere, la segnalazione di pericoli, gli obblighi di sicurezza, i divieti specifici, le indicazioni degli accessi e delle vie di fuga, l’ubicazione degli estintori, delle baracche, della cassetta di pronto soccorso, e quant’altro indispensabile per una corretta informazione del contesto cantieristico.
 
Un esempio è offerto dalla Segnaletica di cantiere di AM.SA. che comprende Planimetrie di esodo e Segnaletica di sicurezza.
 
Segnaletica antinfortunistica da cantiere

Un altro esempio è Segnale stradale di LAZZARI con supporti che possono essere in lamiera di ferro 10/10 o in alluminio 25/10 e finitura realizzata con l'applicazione di pellicola rifrangente del tipo E.G. classe 1 o H.I. classe 2.
 
Segnaletica antinfortunistica da cantiere
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Lazzari
 

Dispositivi di protezione individuale

Per DPI si intende qualsiasi attrezzatura individuale destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro.
 
L’utilizzo di per sé del DPI, astratto da una corretta analisi delle circostanze e dei rischi specifici, non è sinonimo di sicurezza anzi, in taluni casi, può divenire un fattore controproducente. Ad esempio, l’utilizzo del casco da parte di un piastrellista che opera all’interno di un locale nel quale non esiste un pericolo di caduta di oggetti dall’alto può creare difficoltà e impaccio al lavoratore nello svolgimento della propria mansione.
 
Bisogna quindi analizzare i rischi e individuare gli idonei DPI che il lavoratore deve indossare e utilizzare, valutando anche l’efficacia degli stessi in caso di simultaneità d’uso e verificando, caso per caso, se possono essere compatibili con lo stato psico-fisico del lavoratore che dovrà utilizzarli; i DPI infatti devono tenere conto delle esigenze ergonomiche e di salute del lavoratore e poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue necessità.
 
I DPI per essere a norma di legge devono essere in possesso della marcatura CE e di istruzioni di utilizzo chiare e comprensibili.
 
Il lavoratore non è però privo da responsabilità: nel momento in cui viene informato, formato e addestrato dal datore di lavoro sull’utilizzo di un determinato DPI e lo riceve è obbligato ad utilizzarlo correttamente, ad averne cura, a non apportarvi modifiche e a segnalarne eventuali difetti.
 
I DPI possono proteggere una singola parte del corpo (testa, mani, orecchie, occhi, ecc) oppure possono proteggere la vita stessa del lavoratore come avviene per i Sistemi anticaduta.
 
Dispositivi di protezione individuale
Foto Inail

In genere i sistemi di protezione contro le cadute sono composti da cinque elementi (ognuno dei quali conforme ad una norma UNI): 1. Imbracatura anticaduta 2. Connettore 3. Dispositivo anticaduta 4. Connettore 5. Dispositivo di ancoraggio.
 
Tra le imbracature anticaduta c’è SLING di WÜRTH con attacco dorsale e sternale, cosciali regolabili e sagola toracica regolabile.
 
Dispositivi di protezione individuale

Tra i ganci di sicurezza per linea vita c’è LUX - TOP 3S PIANO di RIWEGA dispositivo di ancoraggio (massimo per 3 persone) interamente realizzato in acciaio inox e costituito da una piastra piana che va fissata direttamente sulla struttura portante, da un palo che fuoriesce dalla copertura e da un relativo anello che permette l’ancoraggio in totale sicurezza.
Dispositivi di protezione individuale

Tra i sistema anticaduta con zavorra c’è CONSTANT FORCE® POST AUTOPORTANTE di LATCHWAYS, indicato per applicazioni in cui il fissaggio al tetto risulti impossibile o non richiesto: l’ancoraggio infatti avviene attraverso una zavorra del peso di 300 kg che consente la stabilità sul tetto.
 
Dispositivi di protezione individuale

Tra i Sistema anticaduta per ponteggi c’è BARRACUDA di HONEYWELL SAFETY PRODUCTS ITALIA, una morsa in acciaio certificata per ancoraggi verticali ed orizzontali associata a cordini anticaduta di diversa tipologia, adatta per ancoraggi a ponteggi e pali poichè mantiene perfettamente la posizione iniziale senza scivolare verso il basso.
 
Dispositivi di protezione individuale
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Abbigliamento antinfortunistico

L’abbigliamento infortunistico permette di proteggere le singole parti del corpo interessate dai rischi di una specifica lavorazione.
Dispositivi di protezione individuale
Foto Inail

Per la protezione della testa, in caso di caduta di oggetti dall’alto, si utilizzano elmetti o caschi; si usano in genere per lavori sotto o in prossimità di impalcature e posti di lavoro sopraelevati, per il montaggio e smontaggio delle armature, installazione e posa in opera di ponteggi,demolizioni, lavori in fossati, trincee o pozzi ecc.
 
Gli elmetti devono:
- assorbire l’urto;
- essere resistenti alla perforazione;
- essere resistenti agli agenti atmosferici (sole e pioggia);
- essere non infiammabili;
- essere maneggevoli e non pesanti.
 
Un esempio è ELMETTO IMPALCATURE di WÜRTH, leggero ed ergonomico con imbottitura e che consente un buona ventilazione.

Dispositivi di protezione individuale

Per la protezione degli occhi si devono utilizzare degli appositi occhiali di protezione, che variano a seconda delle lavorazioni che si eseguono. I rischi per gli occhi sono dovuti a corpi estranei, a causticazioni, a lesioni provocate nel corso di lavorazioni quali scalpellatura, taglio, molatura, saldatura, demolizioni, intonaci, sabbiatura, manipolazione di prodotti acidi e alcalini; tutte operazioni nelle quali si può essere colpiti agli occhi da polveri, schegge, spruzzi.
 
Un esempio è CINECITTA’ VM18 di COMATED EDILIZIA, un occhiale di protezione certificato con aste regolabili e lente leggermente specchiata, che garantisce visibilità all’interno degli edifici e protezione dai raggi solari all’esterno.
 
Dispositivi di protezione individuale

Nei casi in cui le lavorazioni comportino schegge ad alta velocità in grado di provocare lesioni al viso o la propagazione di sostanze irritanti per la cute e/o corrosive per il viso, si opta per delle visiere protettive come TURBOSHIELD di HONEYWELL.
Dispositivi di protezione individuale

Per la protezione delle mani è necessario essere dotati di guanti di protezione che, a seconda delle lavorazioni, possono essere: ad elevata resistenza meccanica, resistenti al calore, ininfiammabili, antivibrazioni ecc.
 
Un esempio è offerto dai guanti da lavoro UNIFIX SWG che, nella versione Construction, sono studiati per lavori pesanti grazie alle imbottiture rinforzate.
 
Dispositivi di protezione individuale
Inoltre, per garantire la protezione contro le intemperie, i lavoratori devono essere dotati di adeguate tute da lavoro, cuffie o tappi per le orecchie e scarpe antinfortunistiche.
 
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