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Legge di Bilancio 2020, flat tax per tutti e più investimenti al Sud

Legge di Bilancio 2020, flat tax per tutti e più investimenti al Sud

Il Governo apre il cantiere della manovra economica ascoltando le parti sociali su riforma fiscale e Mezzogiorno

Vedi Aggiornamento del 05/02/2020
Foto tratta da: facebook.com/confprofessioni
Foto tratta da: facebook.com/confprofessioni
di Rossella Calabrese
31/07/2019 - Nei giorni scorsi Palazzo Chigi ha avviato i lavori preparatori per la Legge di Bilancio 2020: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, hanno incontrato le parti sociali per un confronto sui temi che in autunno entreranno nella manovra economica.
 
Il 25 luglio si è svolto il confronto sulla riforma fiscale, il 29 sui Patti per il Sud. Invitati al tavolo, tra gli altri, Confindustria, CGIL, CISL e UIL, Confartigianato, CNA, Ance, Confprofessioni, Confedilizia.
 

Riforma fiscale: estendere la flat tax

Confprofessioni chiede una riduzione del carico fiscale e delle imposte sul lavoro autonomo, agendo sulle aliquote, ma bilanciando il sistema delle deduzioni e detrazioni. “Gli oneri deducibili e detraibili devono essere snelliti e suddivisi in ‘fasce’, dando prioritaria importanza a quelli a rilevante impatto sociale, come le spese mediche e le spese per l’abitazione principale (da riconoscere a tutti i contribuenti), stabilendo invece dei limiti alle altre tipologie di oneri”.

Per Confprofessioni è positiva l’estensione della flat tax a tutti i contribuenti; restano però da risolvere alcuni nodi che coinvolgono i professionisti e le partite Iva: “la disciplina vigente prevede l’incompatibilità tra regimi flat e partecipazione a associazioni professionali o STP (società tra professionisti)”; Confprofessioni sollecita quindi l’estensione del regime agevolato ai professionisti che si aggregano “per favorire la crescita dimensionale degli studi così da renderli competitivi nel mercato internazionale dei servizi professionali”.

Confartigianato chiede una manovra espansiva che punti sugli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali ed è favorevole alla flat tax, da applicare a tutti i soggetti Irpef. Confedilizia ha formulato tre richieste precise: iniziare a ridurre la patrimoniale da 22 miliardi di euro l’anno, che grava sugli immobili sotto forma di Imu e Tasi; stabilizzare la cedolare secca sugli affitti; eliminare la discriminazione fiscale nei confronti delle società immobiliari.

CNA chiede che la flat tax o la rimodulazione delle aliquote preveda la fine della iniquità che si nasconde nella tassazione Irpef che penalizza professionisti e imprese ed espime l’esigenza di anticipare la totale deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali e di abrogare lo split payment, il reverse charge e la ritenuta sui bonifici relativi a spese per lavori edili che danno luogo a detrazioni fiscali.
 
Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una proposta complessiva di riforma fiscale che mira a: ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati attraverso le detrazioni; combattere l’evasione fiscale; evitare condoni più o meno mascherati. Secondo Confindustria, la proposta del ministro Di Maio di tagliare il cuneo fiscale e il salario minimo “vanno collegati ai grandi contratti di riferimento” per evitare il dumping contrattuale e dare un parametro oggettivo di riferimento. Il Paese - secondo gli industriali - ha bisogno di certezze: crescere, rimettere al centro il lavoro e includere i giovani.
 
“Il primo incontro - ha scritto il premier Conte su Facebook - l’abbiamo dedicato alla riforma fiscale: molti sono stati i suggerimenti raccolti al tavolo. Lavoreremo a una riforma complessiva del nostro sistema fiscale al fine di semplificare il fisco e renderlo più equo, realizzando appunto un’alleanza finanziaria tra fisco e contribuente”.
 
“Abbiamo discusso sulle modalità per realizzare un sostanzioso taglio delle tasse per famiglie e imprese, per abbattere il cuneo fiscale in modo da aumentare il salario netto dei lavoratori, per rendere più efficace il contrasto all’evasione fiscale e per dare respiro alla competitività della nostra industria”. “Da qui a settembre, elaboreremo proposte concrete per realizzare un fisco amico dei contribuenti e convocheremo nuovamente tutte le parti sociali per il confronto finale sul nostro progetto di riforma” ha concluso Conte.
 

Piano per il Sud: incrementare gli investimenti

Il 29 luglio la discussione si è concentrata sul Mezzogiorno. Secondo Confprofessioni, l’unica strada per sostenere e valorizzare i settori produttivi strategici del Sud e, soprattutto, per completare il processo di riequilibrio economico e sociale del Mezzogiorno, è migliorare la capacità di programmazione degli investimenti e gestire più efficacemente le politiche di coesione.

“L’assenza di una visione strategica complessiva ha determinato un gap infrastrutturale che oggi rappresenta il vero fattore di stagnazione delle regioni meridionali e che ne impedisce uno sviluppo economico e sociale” ha affermato Confprofessioni sottolineando il profondo divario infrastrutturale tra le regioni del Nord e quelle del Sud.
 
Se l'obiettivo è lo sviluppo del Mezzogiorno, anche le strutture professionali devono poter contare su interventi mirati per favorire i processi aggregativi dei liberi professionisti. In questo senso, Confprofessioni sollecita una revisione della normativa sulle STP, a cominciare dalla possibilità di applicare la flat tax, fino alla detassazione dell’Irap.

Secondo i costruttori di Ance, obiettivo primario è puntare all’efficienza della Pubblica Amministrazione per riuscire a spendere i soldi necessari per riavviare la crescita e colmare il gap competitivo e sociale che affligge il Mezzogiorno.
 
Per Confedilizia, il settore immobiliare può essere un formidabile volano per lo sviluppo del Mezzogiorno. Fra le proposte avanzate: incentivi fiscali alla proprietà immobiliare diffusa per il recupero dei borghi attraverso il turismo; disciplina speciale e semplificata per gli affitti per dare impulso all’economia locale; estensione anche alle società delle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie al fine di riqualificare singoli immobili ed interi territori.
 
La Cgil ha ribadito il suo ‘no’ all’autonomia differenziata e ha chiesto “un piano strutturato in un’ottica pluriennale, un intervento che manca ormai da vent’anni”. Sono quattro le priorità per il Sud, secondo la Cgil: investimenti pubblici per le infrastrutture immateriali e sociali; investimenti in infrastrutture materiali; un Fondo per la progettazione e la realizzazione di opere pubbliche; vere politiche industriali e di sviluppo. Ultimo tema, trasversale a tutti gli altri, è quello relativo agli investimenti in prevenzione, manutenzione, e messa in sicurezza del territorio e degli edifici.
 
Tre i grandi pilastri su cui ha fatto leva Confindustria: sostegno agli investimenti privati, investimenti pubblici e piano per l'assunzione dei giovani. Gli industriali hanno chiesto anche sgravi contributivi per i giovani al di sotto dei 35 anni, sviluppo degli Istituti tecnici superiori, rafforzamento del fondo di garanzia, uso dei Pir anche per le società non quotate, riprogrammazione delle risorse di coesione con l'obiettivo di non perderli ma di riusarli a vantaggio delle imprese e un intervento sui tempi della giustizia.

Secondo Confartigianato, occorre “rafforzare la produttività del Mezzogiorno agendo sui pilastri della qualità dell’azione delle pubbliche amministrazioni e della tutela della legalità, e del potenziamento del capitale umano e della dotazione infrastrutturale”. Per questo “va perseguito l’obiettivo di incrementare, con determinazione e con concreta progressione, la quota di spesa in conto capitale ordinaria e di spesa aggiuntiva destinata all’area del Mezzogiorno”.
 
Quanto alle infrastrutture, secondo Confartigianato, le reti prioritarie di trasporto TEN-T e gli interventi previsti nell’ambito del Sistema nazionale integrato dei trasporti vengono indicati come priorità strategiche insieme al decollo operativo delle Zone economiche speciali ed ai Piani urbani per la mobilità sostenibile.
 
“La seduta odierna è stata dedicata al ‘Piano Sud’, tema prioritario per il Governo perché il rilancio del Mezzogiorno equivale al rilancio dell’Italia intera - ha scritto Giuseppe Conte su Facebook -. Vogliamo realizzare un piano integrato per ricostruire le quattro tipologie di capitale che costituiscono la grande ricchezza del Sud: il capitale umano, fisico, naturale e sociale”.
 
“Il Sud - ha aggiunto il premier - invoca un grande impegno governativo e una forte mobilitazione di risorse ed energie per recuperare il ritardo accumulato negli anni. Dobbiamo sviluppare la dotazione infrastrutturale del nostro Mezzogiorno, sviluppando le tecnologie digitali e puntando sull’intermodalità del sistema dei trasporti (strade, ferrovie, porti, aeroporti). Dobbiamo mettere a sistema i vari strumenti di intervento per rendere sempre più organico e quindi efficace il nostro piano di interventi (Zes, Cis etc.). È essenziale, inoltre, contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico e offrire opportunità di ricerca, lavoro e sviluppo a tutti i giovani del Sud”.
 
“Non si tratta di una politica a solo vantaggio del Mezzogiorno, perché il ritorno alla crescita delle regioni meridionali trascinerà anche lo sviluppo del Centro e del Nord, riducendo in prospettiva anche i ritardi che si manifestano rispetto alle aree più avanzate d’Europa. Per questa ragione, durante il mio incontro di venerdì 2 agosto con la neo-designata Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen porrò il tema del nostro Mezzogiorno al centro dell’agenda”.
 
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