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L'ombreggiamento nel daylighting design

L'ombreggiamento nel daylighting design

Progettare con la luce vuol dire tener conto anche delle dinamiche variabili di oscuramento e schermatura

Vedi Aggiornamento del 25/07/2023
L'ombreggiamento nel daylighting design
di Rosa di Gregorio
22/11/2021 - Nel precedente focus sul daylighting, la disciplina progettuale che promuove un maggiore utilizzo della luce naturale all’interno degli edifici, ci siamo concentrati sugli aspetti legati alla luce naturale visibile.
 
Progettare con la luce vuol dire tener conto anche delle dinamiche variabili di oscuramento e schermatura, che conferiscono ulteriori parametri di cui tener conto nella realizzazione dello spazio illuminato naturalmente.
 
Vediamo questi aspetti con Riccardo Gasparini, Managing Director RESSTENDE.
 
Nel daylighting è più corretto parlare di sistemi schermanti o oscuranti? 
 
“Non c’è una definizione esatta. Tutto dipende dal comfort che si vuole ottenere e dall’utilizzo dei locali dove si deve gestire la luce. Ad esempio, se in un ufficio si deve proiettare servirà un sistema abbinato a un tessuto blackout, mentre in un ufficio operativo ci sarà bisogno di un maggiore ingresso di luce naturale, filtrata per garantire il massimo comfort visivo.”
 
Come in ogni progetto, anche nella progettazione orientata al daylighting è di fondamentale importanza il dialogo con il progettista.
 
Secondo Gasparini, un progettista, per realizzare un ombreggiamento mirato al comfort visivo e per definire al meglio le scelte funzionali del prodotto, deve considerare primariamente la combinazione tra esterno e interno.
 
“La combinazione tra esterno e interno è la soluzione ottimale per rispondere ad entrambe le esigenze di comfort: quello energetico e quello visivo. La schermatura solare non è solo un elemento isolato ma un sistema che si nutre dell’intrinseca relazione con il progetto sin dalle sue origini. La tenda non è più concepita come elemento d’arredo ma come elemento progettuale.”
 
L Mozzanica Headquarters by alessandrovilla studio ©Archilovers

Per comprendere meglio questo concetto, RESSTENDE ha condiviso la case history del Mozzanica Headquarter, un progetto realizzato in collaborazione con l’architetto Alessandro Villa. “La simbiosi perfetta tra disegno architettonico, sostenibilità e risparmio energetico, è emblema della necessità di considerare sin dalla fase progettuale serramento, vetro e schermatura quali elementi che costituiscono un sistema integrato per strutture che ambiscono a diventare esempi di livello sotto il profilo del comfort, della funzionalità così come dell’estetica,” ha affermato RESSTENDE.
 
“La scelta delle schermature solari è stata maturata in una fase molto iniziale della progettazione, quando abbiamo studiato il layout delle postazioni di lavoro della sede Mozzanica con l’obiettivo di dare il miglior comfort possibile a tutti i collaboratori dell’azienda” spiega l’architetto Alessandro Villa che ha curato il progetto.
 
In ottica daylighting, dunque, la scelta di un sistema schermante o oscurante è vincolata dall’architettura dell’edificio. Al fine di proteggere gli ambienti da un sovraccarico termico e da effetti di abbagliamento, il progettista deve tener conto delle proprietà tecniche dei prodotti e dei tessuti scelti abbinati a quello che l’edificio vuole rappresentare. Il risultato è una sintonia di elementi che si esaltano a vicenda creando un unico progetto.
 
La luce naturale è molto importante, ma nella stagione estiva l'irraggiamento solare diretto può provocare carichi termici. Per evitare il ricorso ad un eccessivo uso del condizionamento, in che modo le schermature ottimizzano le possibilità offerte dal daylighting?
 
La parte luminosa deve essere gestita indipendentemente dalla parte termica. La soluzione ottimale è avere delle schermature esterne che filtrano la luce in facciata donando comfort termico, e inserire un’ulteriore schermatura interna che possa garantire il miglior comfort visito all’interno dell’edificio. In definitiva, per ottenere la combinazione migliore di abbattimento termico e comfort visivo, bisogna lavorare, come detto in precedenza, su due fronti: dall’esterno dell’edificio, in primo luogo, fino agli spazi interni.”
 
 
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