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Dia e Scia, l’annullamento in autotutela deve essere motivato

Dia e Scia, l’annullamento in autotutela deve essere motivato

Tar Sardegna: il Comune non può limitarsi ad affermare genericamente l’interesse pubblico al rispetto della disciplina urbanistica

Vedi Aggiornamento del 15/01/2024
Foto: Jozef Polc©123RF.com
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di Paola Mammarella
01/07/2021 - Per annullare in autotutela un titolo abilitativo è necessaria una motivazione. Non è sufficiente che il Comune si appelli all’interesse pubblico del rispetto della disciplina urbanistica e del ripristino della legalità violata. Lo ha affermato il Tar Sardegna con la sentenza 465/2021.
 

Dia e Scia, il caso

Il caso esaminato dai giudici riguarda il proprietario di un fabbricato, che a luglio 2013 ha presentato una Dia (oggi Scia), per la realizzazione di lavori di ampliamento consentiti dal Piano Casa della Sardegna. I lavori sono iniziati a maggio 2014 e terminati a ottobre dello stesso anno. Nello stesso periodo, il Comune ha annullato la Dia in autotutela.
 
I proprietari hanno quindi presentato ricorso al Tar, lamentando la mancanza di motivi di interesse pubblico e ragioni concrete che giustificassero l’adozione del provvedimento di annullamento.
 
Secondo il Comune, per l’annullamento dei titoli edilizi non è necessaria una motivazione specifica perché l’interesse pubblico da tutelare coincide con quello della collettività al rispetto della disciplina urbanistica e al ripristino della legalità violata.
 

Dia e Scia, l’annullamento in autotutela deve essere motivato

I giudici hanno ricordato che, in base ad un recente orientamento della giurisprudenza amministrativa, la Pubblica Amministrazione che annulla in autotutela un titolo abilitativo deve motivare puntualmente la sua scelta con la presenza di un interesse pubblico concreto e attuale.
 
Il potere di annullamento, ha affermato il Tar, è discrezionale, quindi la presenza di una motivazione rappresenta una tutela per i privati.
 
Il Tar ha quindi “salvato” la Dia, annullando l’atto del Comune.
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