24/01/2022 - Il 4 maggio 2020 fu denominato il
lunedì della ripresa, in cui molti cantieri, che a partire dal 28 febbraio avevano subito uno stop a motivo dell’annuncio della pandemia, ripresero le loro attività.
Da allora molte cose sono cambiate e l’approccio lavorativo ha assunto nuove consapevolezze, in particolar modo per quel che concerne il tema della sicurezza.
L’emergenza Coronavirus ha costretto a
riorganizzare e gestire in sicurezza tutti i luoghi di lavoro e ha accelerato il
processo di transizione digitale in tantissimi settori, tra cui anche quello delle costruzioni. Da quasi ormai due anni progettisti e committenti hanno avviato
processi digitali per la gestione dei rapporti professionali; questa “rivoluzione” sta toccando anche i cantieri, un luogo fatto di compresenze e allo stesso tempo rischi.
Si parla, pertanto, di
smart safety, ovvero il ricorso alla digitalizzazione e all’innovazione tecnologica per rendere il
cantiere più efficiente e sicuro, con l’obiettivo, dall’altra parte, di ottimizzare il business.
Lo
smart safety può essere considerato come una delle più recenti tappe di questo processo di trasformazione. Un processo che ha senza alcun dubbio ricevuto un’accelerata dall’emergenza sanitaria ma che è in essere già da diverso tempo. Infatti, se facciamo qualche passo indietro troviamo il grande protagonista di questo cambiamento, il
BIM (Building Information Modeling) la metodologia che sta rivoluzionando il settore delle costruzioni.
La pandemia ha avviato rilevanti cambiamenti come l’attività di
crono - programmazione delle lavorazioni, che si è arricchita di nuove capacità in grado di analizzare opportunità di sovrapposizione e dilazione temporale; ora si svolgono in modalità sincrona, attività che prima era impensabile svolgere a distanza, come
riunioni di cantiere in videoconferenza. Si sta andando sempre verso una totale dematerializzazione dei documenti in informazioni digitali.
Ma come può la sicurezza diventare intelligente?
Rafforzando la capacità di “protezione” o di “mitigazione del rischio” dei vari sistemi di sicurezza
attraverso l’uso dell’elettronica, come sensori, rivelatori, dati moduli di trasferimento, batterie, cavi e altri elementi.
Ad esempio, sulla base delle prescrizioni e dei protocolli emanati dal Governo a motivo dell’emergenza Coronavirus, oggi si pone la problematica del controllo degli accessi in cantiere. Ecco che sono stati studiati dei
sistemi di rilevamento automatico della temperatura ma anche della presenza della mascherina sui singoli soggetti (obbligatoria nel caso di distanza interpersonale minore di un metro tenuta durante le lavorazioni).
Questi
rilevatori, posti all’ingresso dell’aria di cantiere, sono
dotati di sensori termici e telecamera. L’uso di questa strumentazione per i controlli evita l’impiegando di altro personale, che potrebbe correre il rischio di eventuale contagio e allo stesso tempo investire il suo tempo in una mansione non prettamente attinente al cantiere.
Ci sono poi gli
smart DPI, dispositivi di protezione individuale intelligenti. Alla base dei DPI intelligenti c’è
l’architettura IoT (Internet of Things. Il loro obiettivo è
favorire la prevenzione degli infortuni.
Si sta lavorando alla creazione di giubbotti, caschi, guanti e scarpe sui quali vengono montati dei sensori collegati ad altri strumenti elettronici, come gli smartphone, wireless o Bluetooth, che rilevano, registrano e comunicano i dati all’istante, spesso senza il bisogno dell’intervento umano. Questi dispositivi vengono chiama ti anche
wearable smart devices.
Alcuni di questi
indumenti protettivi intelligenti sono stati già testati ed utilizzati dai vigili del fuoco, vari sensori sono integrati negli indumenti e sono capaci di rilevare alcuni dati, come temperatura corporea interna, pressione ecc, rielaborali e valutare le capacità lavorative del lavoratore.
Lo scorso 12 giugno 2020 l’
Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha commissionato un interessante articolo sul tema che è possibile scaricare e visionare cliccando questo
LINK.
In tema di sicurezza T.U. della sicurezza D. Lgs. 81/08, prevede che il datore di lavoro valuti tutti i rischi conseguenti all’esposizione ad agenti fisici. Anche per il
monitoraggio dei rischi ambientali, quali l’esposizione al particolato PM, all’inquinamento acustico, ai gas ecc. è possibile ricorrere alla tecnologia, come i
sensori di rilevamento, al fine di individuare e coordinare preventivamente opportune misure di mitigazione del rischio ambientale.
Il cantiere è di per sé un luogo di lavoro con un
alto rischio di infortunio. Tale rischio tende ad aumentare considerevolmente quando si tratta di cantieri “straordinari”, ad esempio quelli per la messa in sicurezza di edifici compromessi a seguito di eventi calamitosi come un terremoto.
Per analizzare ed individuare tutti i fattori di rischio connessi al sito, ossia le condizioni del contesto potenzialmente interferenti con l’esecuzione dei lavori in sicurezza, si sta ricorrendo ai
SARP, Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto, meglio noti come
droni.
Questa tecnologia si basa sulla
geomatica: attraverso l’acquisizione fotogrammetrica è possibile la creazione di un modello 3D di un cantiere, attraverso cui si possono eseguire misurazioni affidabili e in tempo reale e quindi avere una valutazione preventiva dei rischi.