Centrale per la progettazione, la Sicilia ne crea una propria
PROGETTAZIONE
Centrale per la progettazione, la Sicilia ne crea una propria
Si chiamerà ‘Ufficio speciale per la progettazione regionale’ e supporterà i Comuni per velocizzare le opere pubbliche
14/11/2018 - Alla Sicilia la Centrale per la progettazione ideata dal Governo piace tanto da istituirne subito una di portata regionale. Con la delibera 426/2018, la Giunta ha approvato l’istituzione dell’Ufficio Speciale per la progettazione regionale.
La nuova struttura avrà la finalità di dirigere e coordinare l’intera attività di progettazione delle opere pubbliche regionali e supporterà i Comuni, spesso carenti di professionalità interne, che potranno avvalersi del know how della Regione stipulando delle convenzioni.
L’Ufficio speciale si occuperà inoltre di esecuzione e collaudo dei lavori pubblici nonché di ogni altra attività rientrante nei servizi di architettura e ingegneria e altri servizi tecnici.
“L’ufficio, in linea con gli annunci nazionali - prosegue Miceli -, intende utilizzare il personale tecnico presente all’interno delle amministrazioni pubbliche per la progettazione delle opere pubbliche. Ovvero, un personale che ormai da alcuni decenni si occupa prevalentemente di procedure in termini tecnico-amministrative e certamente non di progettazione. Un ritorno al passato, al cosiddetto capitalismo di Stato - dice Miceli - che rischia di distruggere definitivamente un patrimonio di conoscenze e di esperienze nell’ambito della progettazione e far chiudere migliaia di studi tecnici”.
Ufficio speciale per la progettazione regionale
L’Ufficio speciale resterà in vita per tre anni, dopo i quali si valuteranno i risultati della sua attività. Al suo interno lavoreranno 50 persone, provenienti da altre strutture della Regione, prevalentemente ingegneri, architetti, geologi e geometri.Le funzioni dell’Ufficio speciale per la progettazione regionale
L’obiettivo, come si legge nella delibera, è ottimizzare le professionalità tecniche degli Uffici centrali e periferici nell’ambito di una nuova struttura temporanea. L’Ufficio speciale, secondo le intenzioni della Regione, sarà determinante per velocizzare la realizzazione delle opere pubbliche, imprimendo “particolare impulso e celerità al completamento delle relative attività progettuali”.La nuova struttura avrà la finalità di dirigere e coordinare l’intera attività di progettazione delle opere pubbliche regionali e supporterà i Comuni, spesso carenti di professionalità interne, che potranno avvalersi del know how della Regione stipulando delle convenzioni.
L’Ufficio speciale si occuperà inoltre di esecuzione e collaudo dei lavori pubblici nonché di ogni altra attività rientrante nei servizi di architettura e ingegneria e altri servizi tecnici.
Centrale per la progettazione, l'idea del Governo
Ricordiamo che, secondo le intenzioni del Governo, la Centrale per la progettazione sarà istituita con la Legge di Bilancio per il 2019. La struttura opererà con 300 dipendenti, in parte trasferiti da altre Amministrazioni, in parte selezionati con concorso pubblico, e costerà 100 milioni di euro all'anno. Al contrario di quanto stabilito in Sicilia, non è previsto un termine per la sua attività.Ufficio speciale per la progettazione, contrari gli Architetti di Palermo
“Mentre a Roma si discute di creare una centrale di progettazione per le opere pubbliche per dare, si sostiene, un’accelerazione alle opere pubbliche, il Governo regionale precorre i tempi in forza dell’Autonomia e istituisce l’Ufficio speciale per la progettazione”. A denunciarlo è il presidente dell’Ordine degli Architetti di Palermo, Francesco Miceli, che giudica la decisione come “un pericoloso ritorno al passato”. La delibera della Giunta Regionale, la numero 426, risale al 4 novembre scorso.“L’ufficio, in linea con gli annunci nazionali - prosegue Miceli -, intende utilizzare il personale tecnico presente all’interno delle amministrazioni pubbliche per la progettazione delle opere pubbliche. Ovvero, un personale che ormai da alcuni decenni si occupa prevalentemente di procedure in termini tecnico-amministrative e certamente non di progettazione. Un ritorno al passato, al cosiddetto capitalismo di Stato - dice Miceli - che rischia di distruggere definitivamente un patrimonio di conoscenze e di esperienze nell’ambito della progettazione e far chiudere migliaia di studi tecnici”.